La Prima Commissione del Consiglio superiore della magistratura ha avviato l’istruttoria della pratica a tutela di Iolanda Apostolico, la giudice di Catania che da giorni è oggetto di un’offensiva politico-mediatica da parte del centrodestra per aver disapplicato il decreto Cutro sull’immigrazione, non convalidando il trattenimento di un totale di otto migranti richiedenti asilo (quattro il 29 settembre e altrettanti l’11 ottobre). La richiesta di un intervento dell’organo – finalizzata a tutelare “l’indipendenza e del prestigio” della magistrata – era stata avanzata lo scorso 2 ottobre da 13 consiglieri togati, a cui poi si è aggiunto il laico in quota Pd Roberto Romboli. L’iniziativa ha unito i magistrati di tutte le sensibilità politiche presenti a palazzo dei Marescialli, con l’esclusione degli eletti di Magistratura indipendente, la corrente di ispirazione conservatrice più vicina all’attuale governo.

Lunedì l’argomento è stato trattato per la prima volta dalla Commissione: su proposta della relatrice Mimma Miele (del gruppo progressista di Magistratura democratica) è stato disposto all’unanimità l’avvio dell’istruttoria, con l’acquisizione di tutti gli articoli di stampa sugli attacchi personali (e familiari) rivolti ad Apostolico da parte di esponenti politici della maggioranza di governo, a partire dal 2 ottobre, giorno in cui alla giudice è stato dedicato un post sui social della premier Giorgia Meloni. Il prossimo passo sarà la dichiarazione ufficiale di apertura della pratica: poi – forse già nella seduta di giovedì – saranno messe ai voti una o (quasi sicuramente) più proposte di delibera, che infine verranno trasmesse al plenum (l’organo al completo), dove prevarrà quella in grado di ottenere la maggioranza, controllata dal centrodestra.

In Commissione i numeri sono pro-Apostolico: dei sei consiglieri togati, infatti, tre sono firmatari della richiesta di apertura pratica. Si tratta, oltre a Mimma Miele, di Francesca Abenavoli di Area (l’altro gruppo progressista) e Michele Forziati dei “moderati” di Unicost. A favore della giudice probabilmente si esprimerà anche Michele Papa, laico in quota M5s, mentre è in dubbio Eligio Paolini di Magistratura indipendente. Sicuramente all’opposto, invece, la pensa il presidente della Commissione, il laico Enrico Aimi, avvocato ed ex parlamentare di Forza Italia. Il timore di chi sostiene la pratica è soprattutto la “melina”: se i conservatori riuscissero ad allungare i tempi per far arrivare la pratica in plenum, un’eventuale presa di posizione a tutela della giudice avrebbe un peso mediatico molto minore.

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