Mentre proseguono le indagini per determinare chi ha reso possibile la pubblicazione dei video della magistrata Iolanda Apostolico – al centro di una polemica per non aver convalidato i trattenimenti di alcuni stranieri – altri giudici non hanno convalidato il trattenimento di migranti. Il giudice del Tribunale di Potenza, Filippo Palumbo, non ha convalidato il provvedimento disposto dal questore di Forlì, di un cittadino tunisino richiedente asilo nel Cpr di Palazzo San Gervasio (Potenza). Interpellata dall’Ansa, l’avvocato Angela Maria Bitonti, referente per la Basilicata dell’Asgi (Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione) ha confermato la notizia pubblicata sul sito di Repubblica.

Intanto a Catania non è stato convalidato il trattenimento di cinque migranti a Pozzallo disposto dal Questore di Ragusa. Il provvedimento è stato adottato dal giudice Rosario Cuprì, il collega del giudice Iolanda Apostolico che ha già emesso nei giorni scorsi un analogo dispositivo per sei tunisini. Attualmente, a quanto si apprende, non ci sarebbero altri decreti da convalidare e nell’area riservata di Pozzallo non ci sono migranti presenti. E così la quinta volta che un magistrato non applica il decreto Cutro. del governo Meloni.

“Il richiedente non può essere trattenuto al solo fine di esaminare la sua domanda (…) come già affermato da precedenti decisioni di questo Tribunale in procedimenti di convalida di trattamenti riguardanti cittadini tunisini” aveva scritto la giudice Apostolico nel secondo provvedimento. Un chiaro riferimento alla decisione “pilota” dello scorso 29 settembre a proposito di quattro richiedenti asilo, seguita pochi giorni dopo da un altro giudice etneo, Rosario Cupri, che l’8 ottobre ha concesso la libertà ad altri sei migranti.

La giudice aveva ribadito che il decreto Cutro, nella parte in cui dispone il trattenimento automatico per chi proviene da Paesi sicuri, va disapplicato in quanto “presenta profili di incompatibilità” con la normativa europea, “secondo cui il trattenimento può “avere luogo soltanto ove necessario, sulla base di una valutazione caso per caso“”. E bocciato anche il decreto ministeriale del 14 settembre 2023 che ha fissato in 4.938 euro l’”idonea garanzia finanziaria” da fornire per evitare di essere trattenuti in attesa della definizione della domanda d’asilo: “Se il trattenimento viene previsto come misura unica, la garanzia finanziaria di importo predeterminato e (non) commisurato alle esigenze e ai bisogni fondamentale del richiedente”, sarebbe “ulteriormente in contrasto con la normativa comunitaria”, la quale “osta a che un richiedente protezione internazionale sia trattenuto per il solo fatto che non può sovvenire alle proprie necessità”.

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