Hamas ha fatto; Hamas è come l’Isis; Hamas è violenta. È il punto di vista della maggior parte della stampa d’Occidente che ignora completamente la prospettiva alternativa che è quella araba. Non siamo qui a giustificare i morti, siano essi coloni israeliani, dei quali bambini, o la distruzione di kibbutz. Però bisogna uscire dalla retorica che ci sia un solo attaccante e che tutto sia cominciato con l’attacco di Hamas, perché questo dà una visione parziale e sfuggente del conflitto che, sicuramente, non durerà a lungo.

Va invece preso atto che il mondo arabo, il sentire comune, è schierato con i palestinesi per ovvi motivi che, diametralmente, sono gli stessi che fanno sì che l’Europa, in particolare le destre, si siano schierate con Israele.

Detto questo, non possiamo delegittimare Hamas accostandola all’Isis perché è una semplificazione troppo superficiale che non bada al fatto che il movimento islamista che controlla Gaza è di fatto una entità statale che per decenni ha dialogato con tutti. Inoltre, le azioni compite da Hamas non possono far dimenticare, nonostante la loro atrocità, le umiliazioni e le morti di migliaia e migliaia di palestinesi rinchiusi come topi a Gaza: questo è il motivo che ha spinto all’offensiva. È chiaro che il tornaconto di Hamas, organizzazione creata anche con il sostegno indiretto degli israeliani per spaccare l’unità politica dei palestinesi, sia quello di accreditarsi come unico interlocutore politico della causa palestinese e costruirsi un ruolo regionale sostenuto dall’Iran.

Il governo conservatore israeliano sta serrando i ranghi, come dimostra la creazione di un governo di unità nazionale che nascerà a breve. La legge sul richiamo dei riservisti, un paese che si prepara alla guerra, porterà a una radicalizzazione politica delle scelte israeliane che avrà ripercussioni su qualsiasi trattativa politica.
Inutile quindi limitarsi, come dimostra la stampa e la politica, a tifoserie e discorsi che non aiutano nessuno ma riempiono, senza riuscirci, un vuoto che sarà ancora più grande di qualsiasi possibile mediazione di un’Europa stanca, incapace di vedere a sud del Mediterraneo. Hamas non è l’Isis e Israele non è il demonio.

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