“Mi cadono le braccia perché ricominciamo con la solita tiritera, cioè con l’applicare criteri morali a questioni che non c’entrano nulla con la morale. La morale l’avrebbe potuta fare in questi casi Gino Strada ma nessuno dei governi che si fronteggiano può fare la morale o dire ‘non ho bambini sulla coscienza’. Pensiamo solo all’operazione Piombo Fuso di Israele a Gaza o alle guerre in Libano“. Così a Otto e mezzo (La7) il direttore del Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, commenta le parole di Beppe Severgnini che, in un acceso confronto con l’ex ambasciatrice Elena Basile, l’ha rimbrottata per aver messo sullo stesso piano Israele e Hamas.

Travaglio aggiunge: “Non mettiamoci su quella china perché non serve a niente. Serve solo a farci belli davanti allo specchio e a dire: “Io sono solidale, ho firmato l’appello, ora scrivo un editoriale di fuoco e li chiamo ‘bestie’, ‘maiali, ‘porci’, uso gli epiteti più terribili”. E il risultato qual è? – puntualizza – Che continuano a odiarci di anno in anno sempre di più. In Africa fanno un golpe dopo l’altro perché ci odiano. Hamas trova terreno fertile tra i ragazzini cresciuti nell’odio perché costretti a vivere in quelle condizioni e quindi fa attentati sapendo di avere alle spalle milioni di persone che prima non aveva”.

Il direttore del Fatto continua, lanciando una frecciata al Corriere della Sera, che lo scorso anno aveva pubblicato l’elenco (con tanto di foto) dei membri della presunta rete filoputiniana: “Allora, la domanda è: perché ci odiano tutti? Sono tutti cattivi loro oppure abbiamo fatto qualcosa anche noi? Ma guardate che questa domanda la fanno tutti i giornali israeliani di destra e di sinistra. Lo preciso prima che arrivi la lista degli ‘amici di Hamas”, dopo quella dei putiniani, perché non c’è limite al ridicolo e all’indecenza. E allora, invece di tifare come ultrà della curva sud o della curva nord, leggiamo quello che scrive il quotidiano israeliano Haaretz“.

Travaglio legge un passaggio del giornale israeliano (“Il disastro che si è abbattuto su Israele durante la festività della Simchat Torah è chiaramente responsabilità di una persona: Benjamin Netanyahu”) e sottolinea: “Questo lo dicono i giornali di Israele perché è una democrazia. Perché noi dovremo essere meno democratici degli israeliani e metterci a fare le scomuniche? Ma c’è davvero qualcuno che può pensare – continua – che siamo dalla parte di Hamas perché diciamo che dagli accordi di Oslo in poi la giustificazione di tenere i territori occupati nel ’67 in attesa della pace non regge più e che 30 anni di odio hanno provocato le stragi orripilanti di ieri? Questo è il modo giusto per uscirne. Se continuiamo con le scomuniche e i paroloni, andremo avanti per 50 anni ma non risolveremo niente”.

Severgnini dissente e ribadisce: “Io so benissimo le cose che hai detto e posso anche condividerle, ma noi le robe di Hamas, con tutti gli errori che possiamo aver commesso, non le facciamo. Qui non è questione di fare i buoni o i cattivi perché in questo caso ci sono i buoni e i cattivi, lo vogliamo capire o no?”.
Ci sono i cattivi – replica Travaglio – I buoni sono solo i civili che sono le vere vittime in Ucraina, come in Israele e in Palestina“.

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