di Giuseppe Murante

Un’antica maledizione cinese dice: “che tu possa vivere in tempi interessanti”. Sfortunatamente è il nostro caso, viviamo in tempi interessanti.

Vorrei qui focalizzarmi sull’enorme differenza che c’è stata tra la questione ucraina e quella palestinese. Nel primo caso, si è trattato e si tratta di una questione geopolitica. Freddamente e senza prendere aprioristicamente le parti di uno o dell’altro, c’è a mio avviso chiaramente un conflitto di interessi tra una potenza (dominante) che mette in pratica una antica, ma sempre valida, strategia di accerchiamento del nemico, e un’altra (regionale) che non la accetta e reagisce. Scompostamente, a mio avviso, ma non è questo il punto. Si tratta di dinamiche notissime all’Occidente, che sappiamo maneggiare. Direi, da apostata, che alla fine con Putin ci capiamo perché parliamo la stessa lingua, quella dell’Illuminismo.

Il secondo caso però è diverso. Intanto, perché un caratteristico, chiarissimo doppio binario occidentale ha derubricato la questione palestinese a “poco importante” – e davvero dati i precedenti non si capisce perché. Ma soprattutto, perché l’attacco di Hamas per noi occidentali é inaccettabile. Coinvolge vecchi, donne, bambini. Non “risparmia” ma ha come obiettivo i civili. E’ qualcosa di abominevole. Inaccettabile. Barbaro.

Non entro qui nei motivi di questa reazione disumana a quelli che, pur sempre, sono stati crimine dall’altra parte: in questo momento, non vedo come non si possa essere con Israele, pregandolo solo di esercitare quella pietas che i suoi nemici non hanno avuto.

Mi vorrei però focalizzare su un punto particolare. Il fanatismo religioso. Gli attaccanti appartengono a formazioni islamiste conclamate. Per loro, i nemici sono solo infedeli da uccidere come cani. E non è che non ci siano state provocazioni simili da parte di alcuni membri dello stato di Israele. O cristiane. Io mi chiedo, da scienziato, da uomo, da animale umano, come sia possibile ancora oggi ammazzarsi sulle basi di credenze di beduini del deserto di tremila anni fa. Io esorto ogni persona a fermarsi e pensare, e chiedersi se queste ridicole credenze superstiziose abbiano ancora un posto, nel 2023 d.C. (5784? 1445?).

Io invito tutte le persone a fare un grosso respiro, rielaborare le proprie credenze e trovare un modo di vivere assieme. Sono un astrofisico: so di cosa parlo quando dico che questo mondo non è altro che una navetta a bordo della quale siamo assieme: non importa cosa crediamo, vivremo o moriremo assieme. Io, volontariamente, non ho avuto figli. Ma forse voi sì.

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