“Ha abusato di una donna in una camera di un hotel di Magnolia, a nord di Houston, in Texas“: un’accusa di violenza sessuale pende ora sul capo di David Scott, 49enne vicepresidente di ExxonMobil Upstream, una delle unità di vertice del colosso petrolifero texano. Un’incriminazione, quella di Scott, arrivata nella mattinata di giovedì 5 ottobre, ma annunciata al pubblico solo domenica 8, in un momento storico per il gigante degli idrocarburi. Due giorni prima, infatti, era stato rivelato il più grande accordo petrolifero americano degli ultimi decenni, dato dai media statunitensi in dirittura d’arrivo: quello con cui ExxonMobil Upstream si sarebbe impegnata ad acquistare per 60 miliardi di dollari Pioneer Natural Resources, società rivale produttrice di petrolio e gas. Si tratterebbe della più grande acquisizione per Exxon dalla sua fusione con Mobil nel 1999. Con tale accordo il colosso raggiungerebbe una posizione dominante nel mercato, potendo accedere al Bacino Permiano, il giacimento petrolifero più prolifico d’America, esteso nell’ovest del Texas e in New Mexico. Sull’accordo, però, pende ora l’ombra di questo scandalo sessuale.

L’operazione contro Scott è scattata dopo che una donna aveva chiamato la reception del resort La Quinta Inn & Suites, un hotel tre stelle da novanta dollari a notte situato a una trentina di chilometri di distanza dal quartier generale di ExxonMobil. Nella telefonata la donna ha denunciato di aver subito una violenza in una delle camere. In pochi minuti è arrivata la polizia: gli agenti dello sceriffo di Montgomery County hanno interrogato e poi arrestato Scott, che è finito in manette con l’accusa di violenza sessuale. In caso di condanna, il super manager rischia una pena da 2 a 20 anni di carcere e una multa fino a 10mila dollari. Nel frattempo, il giudice ha stabilito una cauzione da 30mila dollari: Scott la pagherà, ma l’8 ottobre risultava ancora in carcere, dopo essersi rifiutato di consegnare il passaporto australiano.

Per il momento, il colosso texano sembra costretto a rimuoverlo dall’incarico. “Tutti i dipendenti, funzionari e direttori di ExxonMobil sono tenuti a osservare i più alti standard di integrità e un codice di condotta a supporto dell’attività aziendale e non”, ha dichiarato un portavoce del gigante del petrolio in una nota inviata per e-mail alla Cnn. “Siamo a conoscenza delle accuse e non possiamo commentare una questione personale; tuttavia, possiamo dire che questo individuo non continuerà le responsabilità lavorative mentre l’indagine procede”.

Laureato in Ingegneria chimica al Royal Institute of Technology di Melbourne, in Australia, Scott è in Exxon dal 1997. Ha lavorato nelle operazioni australiane dell’azienda, prima di svolgere ruoli di primo piano in progetti di escavazione in giro per il mondo: dall’Angola alla Malesia, dalla Scozia agli Emirati Arabi Uniti, passando proprio per il Texas. Vicepresidente dal febbraio 2023, il suo nome sembrava destinato a comparire fra gli artefici del grande accordo con Pioneer, ma ora rischia di figurare nella lista di persone condannate per violenza sessuale. Per il momento, il suo volto è finito su una foto segnaletica, con il numero di identificazione 54724.

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