Israele ha bloccato l’accesso a cibo, carburante e altre forniture per oltre due milioni di persone a Gaza, come rappresaglia per la sanguinosa incursione dei militanti di Hamas. E così la Striscia si trasforma in una trappola senza via d’uscita. L’unica speranza è andarsene in Egitto, passando dal valico di Rafah. Ma fin dalle prime ore del mattino, quando erano già in migliaia alla frontiera, un cortocircuito di informazioni ha generato ulteriore caos. Ad avvisare i palestinesi era stato l’esercito israeliano: “Il valico di Rafah è ancora aperto”, aveva detto il portavoce militare e colonnello Richard Hecht, aggiungendo che “ognuno può uscire. Consiglierei loro di uscire”. Poco dopo è arrivata una precisazione dell’esercito israeliano, che ha chiarito che il valico di Rafah era chiuso. I funzionari di Hamas, tuttavia, hanno successivamente affermato che i palestinesi che si erano precedentemente registrati per entrare in Egitto potranno oltrepassarlo e lasciare la Striscia.

Il Washington Post ha però scritto che intorno alle 12 un attacco aereo è stato lanciato dall’esercito israeliano proprio sul valico: è stato il secondo in meno di 24 ore. Secondo le autorità di frontiera, dal lato di Gaza, un jet ha bombardato il tratto di strada tra la parte egiziana e quella della Striscia. Il raid ha creato “un cratere profondo che impedisce gli spostamenti da e per l’Egitto“. Due persone che lavorano al valico sono rimaste ferite, secondo quanto denunciato dalle autorità, senza però chiarire se si tratti di persone che si trovavano dalla parte egiziana o palestinese del valico controllato dall’Egitto. L’amministrazione di Rafah sul lato egiziano aveva in precedenza informato gli equipaggi sul lato palestinese di evacuare immediatamente l’attraversamento a causa delle minacce di bombardamento. Sull’apertura, però, si sono accumulate ulteriori informazioni contrastanti, anche da parte egiziana. Una fonte delle forze di sicurezza egiziane aveva riferito all’agenzia di stampa tedesca Dpa che il valico era stato chiuso “sine die”, fino a nuovo avviso. Secondo i media israeliani, il valico era aperto questa mattina, ma l’Egitto ha fatto passare solo i palestinesi che avevano già ottenuto l’autorizzazione a lasciare il territorio. Per poter entrare in Egitto i palestinesi devono infatti fare richiesta presso il proprio ministero dell’Interno almeno con due giorni di anticipo. Nessuno il cui nome non sia stato approvato può attraversare, è stato ribadito a più riprese oggi sull’account Facebook sul valico. E nessuno può ormai più essere aggiunto alla lista, essendo tutti gli edifici pubblici, compresa la sede del ministero dell’Interno a Gaza, chiusi o distrutti.

Nel frattempo sono migliaia i palestinesi confluiti nel sud della Striscia, nelle città di Rafah e di Khan Yunes, nel tentativo di passare in Egitto per allontanarsi dalle zone colpite dai bombardamenti israeliani. E nell’attesa gli sfollati hanno cercato ospitalità nelle abitazioni di famigliari e conoscenti. Le Nazioni Unite e altre agenzie umanitarie stanno discutendo con l’Egitto per inviare aiuti umanitari alla Gaza assediata, hanno fatto sapere un funzionario egiziano e un operatore umanitario. Hanno dichiarato che le autorità egiziane hanno contattato Israele e gli Stati Uniti per garantire corridoi umanitari tra i bombardamenti incessanti di Israele. Sia il funzionario che l’operatore umanitario hanno parlato a condizione di anonimato perché non erano autorizzati a fornire informazioni ai giornalisti.

Articolo Precedente

David Scott, il super manager di Exxon arrestato con l’accusa di violenza sessuale. Lo scandalo e le ombre sul maxi-accordo con Pioneer

next
Articolo Successivo

Israele, padre Faltas (vicario Terra Santa): “Basta con le armi e il parteggiare per l’uno o l’altro. La comunità internazionale intervenga”

next