Tutti insieme seduti a un tavolo all’hotel Parker’s di Corso Vittorio Emanuele: il tecnico Rudi Garcia, il ds Mauro Meluso, il responsabile scouting Maurizio Micheli ed Edoardo De Laurentiis. Di fronte a loro Aurelio De Laurentiis. Così il Napoli ha affrontato la pesante sconfitta con la Fiorentina che ha chiuso il primo capitolo della stagione: 4 vittorie in 8 giornate di campionato, troppo poche per una squadra che ha cucito al petto lo scudetto. È stato un vertice di crisi, che potrebbe portare anche all’epilogo più drastico: l’esonero dell’allenatore.

Per ora Rudi Garcia pare salvo. Finita la riunione, è volato in Francia con la speranza di avere almeno un altro mese a disposizione – ovvero l’arco di tempo che passa tra questa e la prossima sosta per le Nazionali – per dimostrare di essere lui l’uomo giusto per raccogliere l’eredità di Luciano Spalletti. Il francese finora per la verità ha scelto la sua di strada, andando incontro a qualche figuraccia e soprattutto alla resistenza di parte dello spogliatoio. Le reazioni alle sostituzioni sono lì a parlare.

Il vero punto però riguarda De Laurentiis: dopo aver perso i due artefici dello scudetto, Spalletti e il ds Cristiano Giuntoli, si è convinto di poter fare da sé. Il famoso casting per l’allenatore ha partorito la scelta di Garcia. È una sua responsabilità. Così come la decisione di puntare nuovamente a un mercato di basso profilo, pensando di poter pescare nuovamente un Kim o un Kvaratskhelia. Cacciare l’allenatore dopo 8 giornate significherebbe ammettere di aver clamorosamente sbagliato. Non è una mossa da De Laurentiis. La sensazione però è che la situazione non sia sostenibile ancora a lungo: per questo il patron del Napoli potrebbe optare per una svolta totale. Certo, prima di esonerare Garcia serve il nome del sostituto. E per ora – escluso il sogno Antonio Conte – non sembrano esserci chissà quali opzioni all’orizzonte.

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