Un lungo ciclo, quello di Davide Mazzanti alla guida delle azzurre del volley, volge al termine. Al suo posto potrebbe arrivare, anzi ritornare, Julio Velasco. Dopo la sconfitta per 3-1 contro la Polonia (ancora loro) domenica sera, le ragazze dell’Italvolley hanno mancato la qualificazione alle olimpiadi di Parigi 2024 e per il coach l’addio pare una formalità. Certo, l’Italia potrà qualificarsi sulla base del posizionamento nel ranking internazionale, ma la serie di risultati inanellati ha portato alla constatazione che l’estate 2023 è stata fallimentare. Ad ammetterlo sono lo stesso ct e il presidente della Federazione italiana pallavolo, Giuseppe Manfredi, che correrà presto ai ripari per conquistare il pass olimpico e presentarsi pronta a Parigi. Un compito per cui si pensa al ritorno di Velasco, già alla guida delle azzurre 25 anni fa. Ancora non c’è nulla di ufficiale, ma per lui si immagina una sorta di “progetto a termine”. Un incarico breve, quasi un semestre, il tempo per andare ai Giochi olimpici. Un ruolo non tanto tecnico, quanto gestionale, per riportare ordine nello spogliatoio dopo le polemiche sulle mancate convocazioni o sull’impiego di Paola Egonu.

Domenica sera contro le polacche capitanate da Asia Wolosz è stata l’ultima partita giocata male, soprattutto a livello di testa, dalle azzurre. L’Italia ha vinto il primo set con dieci punti di distacco, ha condotto il secondo a lungo per poi farsi superare e perdere 24-26, ha combattuto anche il terzo e ha ceduto nel quarto set. “Abbiamo sprecato qualcosa sempre nei finali di set – ha analizzato a caldo Mazzanti – peccando in lucidità nei momenti clou”. Il ct ha dovuto ammettere che l’estate azzurra è stata “intensa e bella nel percorso ma povera nei risultati perché nonostante tutto Vnl, Europeo e Pre-Olimpico non hanno dato i frutti sperati”. Anche il presidente Giuseppe Manfredi lunedì ha constatato che “c’è grande amarezza per non aver sfruttato l’occasione di qualificarci direttamente ai Giochi Olimpici. Il bilancio stagionale della nazionale femminile è senz’altro negativo”.

E quindi, cosa accadrà? Nonostante il buon rapporto che esiste tra Manfredi e Mazzanti (che comunque ha portato l’Italia a un oro europeo, un argento e un bronzo ai mondiali e una Vnl), presto l’allenatore non guiderà più le azzurre capitanate da Miriam Sylla. Per ogni decisione, che spetta al presidente ma deve essere ratificata dal consiglio federale, bisognerà aspettare la metà di ottobre: “Fin dai prossimi giorni, insieme al consiglio federale, analizzeremo nel dettaglio quanto accaduto e lavoreremo con lo scopo di trovare in tempi brevi la soluzione migliore per superare questo momento complicato – ha dichiarato il presidente della Fipav –. La qualificazione per i Giochi di Parigi 2024 è ampiamente alla nostra portata e per la nuova stagione l’obiettivo della Fipav sarà certamente quello di riprogrammare su nuove basi e con accuratezza tutta l’attività azzurra, per permettere alla nazionale femminile di tornare ai vertici del volley mondiale”. Un cambio di allenatore permetterebbe un ritorno effettivo di Egonu in azzurro, dopo gli Europei giocati da comparsa, e di altre giocatrici tenute fuori dopo il Mondiali del 2022, come il libero Monica De Gennaro.

C’è però un problema. Tutti gli allenatori italiani più quotati sono già impegnati con altre nazionali che hanno conquistato l’accesso alle Olimpiadi: Daniele Santarelli guida la Turchia, fresca campionessa d’Europa; Giovanni Guidetti allena la Serbia che si è qualificata nel weekend; e le polacche, che hanno eliminato l’Italia ottenendo il pass per Parigi, sono allenate da Stefano Lavarini. Allora ecco che torna il nome di Velasco. Dopo aver forgiato la “Generazione di fenomeni” e dopo l’argento alle Olimpiadi di Atlanta 1996, l’allenatore italo-argentino guidò la nazionale femminile tra il 1997 e il 1998 e diede il via al progetto del Club Italia, squadra federale composta dalle migliori giovani giocatrici italiane con la prospettiva di farle crescere: lì furono gettate le basi dei primi successi delle azzurre, come il mondiale del 2002. Ecco il problema: Velasco, che ha lasciato pochi mesi fa il ruolo di direttore tecnico delle nazionali giovanili maschili, si è accasato da poco alla Uyba di Busto Arsizio, firmando un contratto di tre anni. La federazione però non ammette – almeno finora – i doppi incarichi, chi allena la nazionale non deve avere altri pensieri e interessi nella testa, un’altra ragione per cui Santarelli e Guidetti, che allenano anche dei club (l’Imoco Conegliano il primo, il VakıfBank Istanbul il secondo), non sono papabili ct azzurri. Allora che fare? Alcuni media affermano che il contratto di Velasco con la Uyba abbia una clausola apposita per la nazionale. Oppure, sempre in linea teorica, Velasco potrebbe prendere le redini dell’Italia al termine dell regular season. La soluzione deve essere individuata presto: manca poco al prossimo consiglio federale e Parigi è vicina.

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