di Luana Morgilli*

Il 20 settembre 2023 è una data storica per i diritti delle persone al benessere psicofisico, per via dell’introduzione nell’art. 33 della Costituzione del seguente comma: “La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme”. Il ruolo che ha l’attività fisica nel contribuire al benessere delle persone è spesso sottovalutato, e, soprattutto in età scolare, troppo spesso ricondotta a semplice attività ludica, o, peggio, a pericolosa fonte di distrazione dalle cose “serie” e perdita di tempo.

Il movimento, invece, porta con sé innumerevoli vantaggi. Fortunatamente i benefici fisici sono ormai riconosciuti da tutti, in termini di prevenzione da numerose patologie croniche; tuttavia poca attenzione è ancora data ai benefici psicologici che fare sport comporta. La pratica sportiva regolare è capace di aumentare la speranza di vita, ma ci preme sottolineare come possa influenzare anche la qualità della vita stessa a 360°, in linea con la definizione di salute data dell’Oms, nei termini di forma di benessere biopsicosociale, e non come assenza di malattia.

L’International Society of Sport Psychology ritiene che l’attività fisica comporti miglioramenti psicologici sia a breve che a lungo termine, e che favorisca una condizione soggettiva di benessere, individuando tra i principali benefici: l’aumento dell’autostima, della consapevolezza e della percezione di sé; il miglioramento del tono dell’umore, con riduzione di depressione e ansia a favore dello sviluppo di un buono stato psichico; l’aumento dell’energia e dell’abilità nel far fronte ad attività quotidiane; l’incremento del piacere per l’esercizio fisico e per i contatti sociali; un maggior stato di chiarezza mentale.

Inoltre la partecipazione regolare all’attività sportiva favorisce abitudini di vita salutari e aiuta a contrastare le dipendenze, riducendo, tra l’altro, i sintomi dell’astinenza. Attraverso lo sport è possibile sviluppare la creatività, favorendo il problem solving e la presa di decisioni, allenare la concentrazione, favorire lo sviluppo di autonomia nella gestione di sé e nell’organizzazione del tempo.

In tale quadro si inserisce la modifica all’art. 33, nel sottolineare anche l’importanza del valore educativo e sociale della pratica sportiva, che diventa a tutti gli effetti una metafora della vita. Attraverso lo sport, giovani e meno giovani sono chiamati a superare ostacoli, ad imparare a vincere e a perdere, a fare squadra, a porsi obiettivi da portare avanti, ad impegnarsi per raggiungere i progressi, ad affrontare le proprie aree di miglioramento e a valorizzare i propri punti di forza. Si tratta di una vera opportunità di crescita, che veicola valori fondamentali, favorisce la socialità e l’inclusione, pone di fronte a problemi da risolvere e ad emozioni da imparare a gestire in modo funzionale, esplicita l’importanza del lavoro in gruppo e il rispetto delle regole, degli altri e di se stessi.

La base per il riconoscimento della funzione dello sport per il benessere psicofisico è finalmente posta; ora starà a tutti noi e alle nostre istituzioni l’applicazione di questo diritto fondamentale, favorendo e incoraggiando la partecipazione sportiva. La sua rilevanza per i minori era già esplicitata nella Carta dei Diritti dei Bambini nello Sport redatta dalla Commissione Tempo Libero dell’Onu nel 1992. Ora nel nostro paese questo diritto ha una forza in più, per tutta la popolazione, indipendentemente dall’età, dal genere, dalle abilità o dallo status socio-economico.

*Psicologa e psicoterapeuta, coordinatrice del gruppo di lavoro Psicologia dello Sport e dell’esercizio fisico dell’Ordine Psicologi Lazio

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