Da Alfieri ad Al-Fierih. Sì, perché se qualche nostalgico sentisse la mancanza di un reality o talent show a tema calcio in Italia, dai tempi ormai lontani quasi vent’anni di “Campioni, il sogno”, eccolo accontentato con “The Italian Dream”. Il progetto è della Lega Calcio, che in occasione dell’apertura della sede ad Abu Dhabi ha lanciato l’iniziativa attraverso il proprio broadcaster di Middle East e Nord Africa, Starzplay: tre mesi di riprese per sei puntate, giovani calciatori provenienti da Marocco, Egitto ma soprattutto Emirati Arabi e Arabia Saudita che si sfideranno in challenge a eliminazione per arrivare a un contratto Primavera con un club di Serie A. “La serie non metterà solo in evidenza le abilità calcistiche dei ragazzi” si legge, ma anche le loro storie di sacrificio, fatica e ambizioni: d’altronde è pur sempre una serie televisiva, metti che hai Maradona ed è antipatico al pubblico che fai, lo mandi avanti?

Sono passati 20 anni d’altronde da “Campioni”, e se all’epoca il target era l’Eccellenza, la provincia italiana con le caserecce arrabbiature di Ciccio Graziani, l’accento romagnolo di Magrini e personaggi caciaroni e gialappeschi come Alfieri o Gullo, oggi serve altro…in particolare soldi. E infatti l’ha detto De Siervo, amministratore delegato della Lega Serie A: “ The Italian Dream consentirà di rafforzare il legame quotidiano tra la Serie A e i tifosi di calcio di questa zona del mondo in cui oltre il 50% del pubblico ha meno di 30 anni”. E considerando che se una volta con i Maradona, i Careca, i Ronaldo (il fenomeno), i Van Basten o i Roberto Baggio non c’erano problemi di appetibilità, oggi che probabilmente quel pubblico di “meno di 30 anni” non conosce neanche un calciatore di Serie A è necessario correre ai ripari. Invece di produrre campioni, in senso sportivo, si (ri) produce Campioni in salsa televisiva e arabeggiante, prendendo un po’ di Holly Hutton che vuole andare in Brasile con Roberto, un po’ di Grande Fratello magari col pubblico che decide di “freezare” l’avversario in una challenge e un po’ del vecchio reality condotto da Ilaria D’Amico. E se Gullo millantava di aver marcato Del Piero chissà qui cosa accadrà.

Da Del Piero a Totti, presente ad Abu Dhabi al lancio dell’iniziativa: “Grazie a ‘The Italian Dream’ potremo seguire le storie di un gruppo di talentuosi giocatori che giustamente vedono nel campionato italiano l’ideale per iniziare la loro carriera di professionisti. A loro va il mio più affettuoso augurio di successo”…cos’altro poteva dire? E dunque, dopo un’estate trascorsa in sermoni contro i soldi arabi e su come porre un limite allo strapotere del Fondo Pif, in perfetto stile italiano l’autunno si apre con un progetto di dubbio gusto che ha l’evidente obiettivo di guadagnare qualcosina da quegli stessi soldi prima demonizzati. Come? Facendo leva su un altro argomento oggetto del pontificare pallonaro italiano: i giovani. Sì, in un momento in cui l’Italia non si qualifica per due volte ai mondiali e si ripete come un mantra che vanno valorizzati i giovani, vanno fatti investimenti sui vivai, bisogna dare più spazio alla Primavera, ecco il reality che punta a scovare giovani talenti in Marocco, Egitto, Emirati Arabi ed Arabia Saudita.

Nulla da dire ovviamente sulla validità dei giovani calciatori di quei paesi: basta ricordare che ilfattoquotidiano.it ha sostenuto proprio il Marocco agli ultimi mondiali, ma un conto è magari lo scouting privato dei club, un altro un progetto della Lega Serie A…che arriva peraltro nel momento in cui in semifinale ai Mondiali ci va appunto il Marocco, non l’Italia. Insomma per restare a “Campioni”, questa iniziativa ricorda un po’ il Ciccio Graziani che un minuto prima dice “Noi vogliamo farci apprezzare oltre che per essere bravi anche per essere un po’ educativi”…e un minuto dopo minacciava “un cazzotto che ti faceva abbassare di 10 centimetri”… ma Ciccio è Ciccio.

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