Lingotti d’oro dal valore di 100mila dollari, un veicolo di lusso e altri 480mila dollari in contanti in gran parte nascosti tra abiti, armadi e una cassaforte. È questo il bottino sequestrato durante una perquisizione nell’abitazione di Robert Menendez, presidente della commissione esteri del Senato statunitense. Il potente senatore democratico è accusato, insieme alla moglie Nadine Arslanian, di aver intascato questi beni come tangenti: centinaia di migliaia di dollari ricevuti per aver usato il suo potere e la sua influenza al fine di favorire il governo egiziano e proteggere e arricchire tre uomini d’affari del New Jersey, lo stato rappresentato dallo stesso Menendez. Secondo i pm, la coppia avrebbe ricevuto anche dei pagamenti per il mutuo della casa.
Per i due è dunque scattata l’incriminazione per corruzione in relazione ai loro rapporti con i tre imprenditori (Wael Hana, Jose Uribe e Fred Daibes). Ad annunciare la notizia è il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, dopo un’indagine durata anni. Secondo l’accusa, il senatore avrebbe fornito informazioni sensibili e segrete del governo statunitense a funzionari del governo egiziano. Avrebbe inoltre intrapreso altre iniziative segrete per favorire l’Egitto, tra cui la stesura di una lettera, a nome del paese africano, per spingere altri colleghi a revocare la sospensione di 300 milioni di dollari di aiuti. E ancora, Menendez avrebbe cercato di far deragliare un’indagine penale su un suo collaboratore, esercitando pressioni per la nomina di un procuratore che riteneva suscettibile di subire la sua influenza.
Per il senatore, però, i pm avrebbero travisato “il normale lavoro di un ufficio del Congresso”, scrivendo “queste accuse come volevano”. A detta di Menendez, “per anni forze dietro le quinte hanno ripetutamente tentato di mettere a tacere la mia voce e scavare la mia tomba politica”. Il senatore ha poi aggiunto che “da quando questa indagine è trapelata quasi un anno fa, c’è stata un’attiva campagna diffamatoria di fonti anonime e insinuazioni per creare un’aria di scorrettezza che non esiste”. Negando dunque ogni responsabilità, proprio come sua moglie, Menendez ha detto che “non si farà distrarre” dal lavoro al Senato.
Non è la prima accusa di corruzione per il potente senatore. Già nel 2015 fu incriminato, nel New Jersey, perché avrebbe ricevuto tangenti – incluse vacanze di lusso – da un ricco oculista della Florida. Quel caso, però, si concluse con l’annullamento del processo, dopo che i giurati non riuscirono a raggiungere un verdetto unanime. Con le nuove accuse nei suoi confronti, Menendez è diventato ora il primo senatore in carica nella storia degli Stati Uniti a venire incriminato per due accuse penali non correlate.