È morto Giorgio Napolitano. Il senatore a vita e due volte ex presidente della Repubblica aveva 98 anni. Nato a Napoli nel 1925, si è spento venerdì 22 settembre intorno alle 19:45 a Roma, presso la clinica Salvator Mundi al Gianicolo. Le sue condizioni, già critiche, si erano aggravate negli ultimi giorni. La camera ardente sarà allestita al Senato. Esponente del partito Comunista, segnatamente della corrente “migliorista”, era stato eletto in Parlamento per la prima volta nel 1953: resterà deputato fino al 1996, con l’eccezione della IV legislatura. Presente nel comitato centrale del Pci dal 1956, l’anno dell’invasione dell’Ungheria: Napolitano giustificherà l’invio dei carri armati sovietici. In seguito fu presidente dei deputati comunisti (1981-1986), parlamentare europeo in due legislature (1989-1992 e 1999-2004), presidente della Camera (1992-1994) e ministro degli Interni nel governo Prodi (1996-1998). Nominato senatore a vita da Carlo Azeglio Ciampi nel 2005, l’anno dopo gli succede al Quirinale: viene eletto dal centrosinistra al quarto scrutinio, con 549 voti su 990 votanti. Nel 2013 fu il primo capo dello Stato a essere rieletto nella storia della Repubblica: al sesto scrutinio prese 738 voti su 997 votanti. Rimase in carica due anni, poi nel 2015 si dimise.

Al Colle, polemiche e due mandati – Il suo mandato, durato nove anni, fu segnato da parecchie polemiche. Negli anni del governo di Silvio Berlusconi gli verrà contestato di aver firmato alcuni provvedimenti, come il lodo Alfano e la legge sul legittimo impedimento, poi giudicati incostituzionali dalla Consulta. È stato attaccato duramente anche dal centrodestra quando nel 2011 spinge verso le dimissioni Silvio Berlusconi, con lo spread alle stelle e l’Italia nel mirino degli speculatori. Aspramente criticata anche la decisione di affidare l’incarico all’economista Mario Monti, nominato senatore a vita tre giorni prima: di fatto è l’inizio delle larghe intese, il modello politico preferito dall’undicesimo presidente della Repubblica. Una formula proseguita anche dopo le politiche del 2013 e la sua rielezione, col governo di Enrico Letta che porta al governo sia il Pd che Forza Italia, lasciando all’opposizione il Movimento 5 stelle, la grande novità politica di quel turno elettorale.

I rapporti difficili con la magistratura – Con Napolitano al Quirinale si arroventano anche i rapporti con la magistratura: clamorosa fu la decisione di sollevare un conflitto di poteri davanti alla Consulta contro la procura di Palermo. I pm che all’epoca indagavano sulla cosiddetta Trattativa tra pezzi dello Stato e Cosa nostra intercettarono anche Nicola Mancino, indagato per falsa testimonianza. L’ex ministro della Dc telefonava spesso al Quirinale, soprattutto per parlare con Loris D’Ambrosio, consulente del Colle per le vicende inerenti alla giustizia. In quattro occasioni, però, Mancino parla anche direttamente con Napolitano. Quelle intercettazioni sono irrilevanti ai fini penali, la procura di Palermo ne avrebbe ordinato la distruzione nel corso di un’udienza stralcio in cui sarebbero stati presenti gli avvocati delle parti in causa, come prevede il codice di procedura penale. Napolitano, però, non era d’accordo: secondo lui le comunicazioni del presidente sono riservate e inviolabili, vanno distrutte senza che nessuno le ascolti. La Corte Costituzionale gli dà ragione e quelle registrazioni vengono cancellate, ma i costituzionalisti si spaccano. E così anche l’opinione pubblica. In seguito il capo dello Stato sarà anche ascoltato nel processo sulla Trattativa, durante un’udienza destinata a entrare nella storia non solo per i contenuti ma anche per l’inedita aula giudiziaria: la Sala del Bronzino al Quirinale.

Il cordoglio istituzionale – “Ha interpretato con fedeltà alla Costituzione e acuta intelligenza il ruolo di garante dei valori della nostra comunità, con sentita attenzione alle istanze di rinnovamento presenti nella società. Votato alla causa dei lavoratori, inesauribile fu la sua azione per combattere la spirale delle morti sul lavoro. La sua morte mi addolora profondamente. Rivolgo ai familiari il cordoglio dell’intera nazione”. Così il capo dello Stato Sergio Mattarella ricorda il proprio predecessore in un messaggio. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni “esprime cordoglio, a nome del governo italiano, per la scomparsa del Presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano. Alla famiglia un pensiero e le più sentite condoglianze”, fa sapere palazzo Chigi. “Saluto con rispetto e commozione un protagonista della storia politica del nostro Paese, una persona che mi ha dimostrato stima e fiducia in momenti difficili della vita politica italiana. Esprimo condoglianze sentite e sincere ai familiari e alle persone che gli sono state vicine”, è il pensiero del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti (Lega). “Sono profondamente rattristato per la morte di Giorgio Napolitano. Abbiamo lavorato per anni insieme al Parlamento europeo. Non condividevo le sue idee, ma lo considero un importante protagonista della storia politica italiana. Sono vicino alla sua famiglia”, twitta il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani (Forza Italia). Il titolare della Difesa Guido Crosetto (FdI) esprime il proprio cordoglio personale, “quello del ministero della Difesa e di tutto il personale delle forze armate”. Il presidente del Senato Ignazio La Russa (FdI) ricorda “uno straordinario testimone della nostra storia repubblicana”: “Per lui politica, cultura e istituzioni erano vita, passione, ma anche razionalità e coerenza”.

Condoglianze arrivano anche da Bruxelles. Per l’Alto rappresentante per la Politica Estera dell’Ue, Josep Borrell, “Giorgio Napolitano ha segnato profondamente la storia d’Italia nel dopoguerra. Ha messo la sua passione politica al servizio delle istituzioni italiane ed europee con rigore e coraggio. Ci mancherà il suo stimolo, ma ci resta il suo insegnamento, un faro per tutti i riformisti”.

Il cordoglio di Papa Francesco – Anche il Papa, in un telegramma, ha espresso il proprio cordoglio. Alla moglie Clio Napolitano ha scritto: “La scomparsa di suo marito ha suscitato in me sentimenti di commozione e al tempo stesso di riconoscenza per questo uomo di Stato che, nello svolgimento delle sue alte cariche istituzionali, ha manifestato grandi doti di intelletto e sincera passione per la vita politica italiana nonché vivo interesse per le sorti delle nazioni”. Il Papa conserva “grata memoria degli incontri personali avuti” con l’ex Capo dello Stato “durante i quali ne ho apprezzato l’umanità e la lungimiranza nell’assumere con rettitudine scelte importanti, specialmente in momenti delicati per la vita del Paese, con il costante intento di promuovere l’unità e la concordia in spirito di solidarietà, animato dalla ricerca del bene comune”.

Il cordoglio della politica – “Esprimo il massimo cordoglio a nome di tutto il Movimento cinque stelle. Purtroppo era una notizia che era nell’aria. Massimo senso di vicinanza e partecipazione alla famiglia”, dice il presidente del M5s Giuseppe Conte. “Addio al presidente Giorgio Napolitano. Perdiamo un protagonista della storia del nostro Paese, che dal Colle l’ha guidato a lungo in momenti difficili. La sua visione e la sua fervida convinzione europeista hanno contribuito a segnare la vocazione all’apertura e alla cooperazione dell’Italia, indicando una via di integrazione che va ancora proseguita. Tutta la comunità democratica si stringe affettuosamente alla sua famiglia e ai suoi cari in questo momento di doloroso cordoglio”, afferma la segretaria Pd Elly Schlein. “Il presidente Giorgio Napolitano è stato assoluto protagonista della storia italiana ed europea degli ultimi settant’anni. Ha saputo coniugare il dialogo con tutte le culture politiche con la capacità di agire con saggezza e coraggio, a tutela dei cittadini e della Costituzione”, è il ricordo dell’ex premier Mario Draghi. “Il Presidente Giorgio Napolitano lascia un grande vuoto nella politica, nella storia italiana e nel ricordo di tutti noi. In un momento di grave crisi istituzionale per il nostro Paese diede esempio di coraggio e rispetto dei valori e dei principi costituzionali. A nome mio e di Azione, esprimo profondo cordoglio e vicinanza alla famiglia”, twitta Carlo Calenda. “Perdiamo una figura fondamentale della storia del nostro Paese. A nome di tutta la Confederazione mi unisco al dolore dei suoi cari”, scrive il segretario della Cgil Maurizio Landini.

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