“L’Unione europea sta distorcendo la destinazione di parte degli aiuti per la lotta alla povertà nei Paesi in via di sviluppo”. E tutto in nome del “controllo dei flussi migratori in Libia, Tunisia e Niger“. La denuncia è della ong Oxfam che, nell’ultimo report diffuso il 21 settembre, attacca (di nuovo) le istituzioni Ue sulla mala gestione delle politiche migratorie. Un comportamento già emerso in passato e che, sostiene l’organizzazione non governativa, rischia di violare le norme internazionali e comunitarie sulla destinazione degli aiuti pubblici allo sviluppo (Aps). A essere usati in modo poco trasparente sono “i soldi dei contribuenti europei“, in particolare 667 milioni di euro nel budget del piano 21-27 dello strumento europeo di cooperazione e aiuto umanitario (Ndci) e che sono stati destinati alla lotta alla povertà in Paesi in via di sviluppo. Una modalità d’azione che fa ancora più discutere di fronte al record di sbarchi di migranti sull’isola di Lampedusa e mentre le istituzioni, europee e non solo, ancora una volta non sono riuscite a dare una risposta efficace e unitaria alla crisi.

Ad essere interessati, denuncia Oxfam, sono sei dei 16 interventi europei nei tre Paesi presi in esame che pesano per oltre il 60% delle risorse totali stanziate, pari a circa 1 miliardo di euro. Secondo l’organizzazione no profit, i fondi sono impegnati per delegare ed “esternalizzare” il controllo delle frontiere comunitarie a Libia, Tunisi e Niger, Paesi di transito dei migranti. “Sono stati destinati finora a sostenere attività per azioni che mettono a rischio il rispetto dei diritti umani dei migranti, in Stati in cui violazioni e abusi di ogni sorta da anni sono all’ordine del giorno”, continua il report. Ad esempio, spiegano, “oltre 93 milioni di fondi europei sono stati destinati alla Tunisia per il blocco dei flussi migratori mentre la povertà dilaga nel Paese”. Soldi arrivati tramite l’EU Trust Found, tra cui 25 milioni direttamente alla Guardia Nazionale Marittima tunisina. “Il tutto”, scrivono, “nonostante le molteplici e documentate segnalazioni di violazioni dei diritti umani dei migranti da parte delle autorità locali”. E la situazione è simile anche in Niger. “Qui l’agenda europea sta causando una drammatica crisi umanitaria al confine con l’Algeria”, scrive la ong. “Le pressioni sul governo per il controllo delle frontiere e la detenzione dei migranti, stanno infatti costringendo sempre più persone a percorrere le rotte clandestine che sono in mano ai trafficanti. I rapporti delle Nazioni Unite rivelano che le autorità nella zona desertica alla frontiera tra Libia e Niger sono responsabili del 60% degli stupri e abusi subiti dalle donne migranti. Ma, nonostante questo, l’Unione europea continua a finanziarle con fondi destinati all’aiuto pubblico allo sviluppo”. Violenze continue e costanti che, quando si grida all’emergenza europea, vengono sempre più dimenticate.

Ad oggi, osserva Oxfam, gli arrivi solo nel nostro Paese sono oltre 130 mila contro i circa 68mila dello stesso periodo nel 2022, tra cui oltre 11mila minori non accompagnati, con una stima di oltre 2mila vittime lungo la rotta del Mediterraneo centrale. Numeri che corrispondono a vite umane e che chiedono, dice l’ong, un’assunzione di responsabilità politica. E che avvenga al più presto. “L’Unione europea rischia di esaurire la disponibilità di fondi e allo stesso tempo usandoli come arma di ricatto verso gli Stati africani, a cui delega le proprie responsabilità in materia di migrazione e asilo”, denuncia Paolo Pezzati, portavoce per le crisi umanitarie di Oxfam Italia. Una strategia miope, rileva che “invece di intervenire sulle cause strutturali del fenomeno migratorio, continua a calpestare i diritti di chi fugge da miseria, disastri naturali e guerre con l’obiettivo di costruire una sorta di Fortezza Europa, che non riesce però a contrastare il traffico di esseri umani o fermare le morti in mare, dato che da inizio 2023 gli arrivi solo in Italia sono più che raddoppiati rispetto al 2022″.

Secondo Oxfam, molto preoccupante è anche la scarsa trasparenza a livello istituzionale. “Per tre degli interventi finanziati nel Paese e presi in esame nel rapporto, ci si riferisce genericamente “alla gestione della migrazione”. E su questo chiedono un intervento del Parlamento europeo: “Un’opacità davvero preoccupante”. Per questo “la Commissione deve mettere in campo tutti gli strumenti necessari per rendere trasparente la destinazione dei fondi e soprattutto mettere il Parlamento europeo nelle condizioni di intervenire con tempestività, per garantire che ogni euro stanziato per gli aiuti comunitari sia speso in modo giusto e non contribuisca alla violazione dei diritti umani”. Oxfam chiede quindi all’Unione europea di “cambiare rotta”, “lavorando per la creazione di percorsi di migrazione sicuri e regolari prima di tutto dalla Libia e dalla Tunisia, utilizzando i fondi destinati agli aiuti per il loro vero scopo, ossia sconfiggere la povertà”. E su questo la ong si rivolge anche all’Italia: “E’ necessario che l’Italia, in vista della prossima Legge di Bilancio, lavori per garantire che la destinazione di tutte le risorse destinate all’aiuto pubblico allo sviluppo, siano coerenti con i principi di tutela dei diritti umani”. Facendo infine pressione anche a livello europeo. Perché “la distorsione” nell’uso dei fondi “è dovuta certamente all’assoluta incapacità dell’Unione europea di trovare un accordo tra gli Stati membri sulla gestione dei flussi migratori dentro l’Europa. Un fallimento delle politiche europee, così come di quelle nazionali, che è sotto gli occhi di tutti e rappresenta una pagina vergognosa del nostro presente”.

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