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Marilyn Manson si è soffiato il naso addosso a una videomaker: “Atti vergognosi”. Condannato ai servizi sociali

I fatti risalgono al 19 agosto 2019 durante un concerto nel New Hampshire, ma solo ora la giustizia ha fatto il suo corso e il rocker 54enne è stato condannato a venti ore di lavori socialmente utili e una multa di poco più di 1.400 dollari

di Gabriele Scorsonelli

Si è avvicinato alla videomaker Susan Fountain e, con il viso catturato in un primo piano, le ha sputato addosso. Poco dopo, è tornato accanto all’operatrice e si è soffiato il naso sulle sue braccia e sulle sue mani. Sono gli atti “vergognosi” – come definiti dal giudice che ha seguito la vicenda – per cui Marilyn Manson è stato condannato a venti ore di lavori socialmente utili e una multa di poco più di 1.400 dollari. I fatti risalgono al 19 agosto 2019 durante un concerto nel New Hampshire, ma solo ora la giustizia ha fatto il suo corso.

Manson “soffia una notevole quantità di muco a Fountain”, l’analisi di un sergente di polizia, incaricato di esaminare le riprese video dell’evento. Poco dopo, poi, si vede il rocker “indicare e ridere di Fountain mentre scende e si allontana”. La filmmaker non era presente in tribunale, ma ha presentato una dichiarazione che è stata letta ad alta voce: “Sono una professionista e lavoro in questo settore da 30 anni. Ho lavorato per molte aziende e, in tutti gli anni in cui ho lavorato con le persone, non sono mai stato umiliata o trattata nel modo in cui mi ha trattata l’imputato – si legge nella testimonianza –. Sputarmi e soffiare il naso è stata la cosa più disgustosa che un essere umano abbia mai fatto. Capisco che non si trattasse di una grossa accusa penale, ma spero che l’imputato possa ricevere una sentenza che lo faccia riflettere due volte prima di fare di nuovo qualcosa del genere”.

Già nel 2021 il dipartimento di polizia di Gilford, comune nello Stato del New Hampshire, aveva emesso un mandato di arresto nei confronti del cantautore 54enne con due accuse di reato di aggressione durante l’incontro con Fountain presso il padiglione della Bank of New Hampshire. Un mese più tardi, Brian Warner (vero nome di Manson) si era costituito alla polizia di Los Angeles. Ora, confermata la condanna, la corte di giustizia ha concesso all’artista di svolgere il suo servizio in una comunità in California, con l’obbligo di dare prova del suo impegno entro il 4 febbraio 2024. Il rocker, che dovrà informare la polizia locale di eventuali spettacoli nel New Hampshire per i prossimi due anni, ha detto ai reporter fuori dal tribunale di voler adempiere al suo compito aiutando “persone in via di recupero”.

Non è la prima volta che Manson viene denunciato e portato davanti alla magistratura. Due anni fa, infatti, una mega inchiesta di Rolling Stone ha raccolto oltre 55 accuse di abusi sessuali, fisici e psicologici contro il cantautore, citato in giudizio diverse volte. Tra le testimonianze di violenza, eclatante quella dell’attrice Ashley Morgan Smithline, rinchiusa da Warner in una stanzetta insonorizzata e maltrattata fisicamente e psicologicamente. Al tempo, il cantante si era difeso sostenendo che “le relazioni fossero del tutto consensuali” e l’inchiesta facesse parte di un “attacco coordinato” di ex colleghi e partner.

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