Attualità

Claudio Baglioni: “I lampedusani sono generosi con gli immigrati. Non è stato fatto niente, oggi se ne parla solo per scopi elettorali”. E presenta l’opera rock “aTuttocuore”

L'artista ha presentato lunedì sera, durante le prove generali al Foro Italico a Roma, il nuovo show “aTuttocuore”, al via in tutta Italia dal 21 settembre. Durante lo spettacolo ci sono anche riferimenti all'attualità dalla guerra in Ucraina all'inclusione. Il tour si chiuderà il prossimo febbraio, ma si pensa già a grande ritorno negli stadi

di Andrea Conti

Baglioni come Virgilio, i suoi fan come Dante per un viaggio nel mondo dei sogni, tra i ricordi del passato e la curiosità verso il futuro. È questo il tema principale di “aTuttocuore” la nuova mastodontica “rock opera show” di Claudio Baglioni, presentata in anteprima al Foro Italico di Roma lunedì 18 settembre davanti a 700 invitati e 50 giornalisti. La nuova produzione di Baglioni catapulta lo spettatore per oltre tre ore di musica, non solo lungo 34 brani in scaletta, ma anche in una dimensione post-apocalittica e onirica per solleticarne la fantasia. Ad aiutare l’artista il direttore artistico e regista teatrale Giuliano Peparini con la sorella Veronica, alla guida di 28 ballerini dell’Accademia Internazionale del Musical e 52 performer. Sono 550 i costumi realizzati e coordinati da Valentina Davoli con Silvia Oliviero, che è riuscita in un piccolo miracolo, confezionando capi di alta qualità, in sole cinque settimane. Le proiezioni e le luci sono stati creati dai 450 corpi illuminanti, programmati dal light designer Ivan Pierri. Sul palco anche otto i musicisti, quattro archi, quattro fiati e cinque coriste.

L’alter ego di Baglioni, interpretato da un ballerino-attore, per tre ore si ritrova immerso ora in uno splendido circo visionario e romantico (“Acqua dalla luna”), in mezzo a corpi di uomini e donne travolti dalla passione senza tabù né distinzioni sessuali (“Domani mai”), catapultato negli Anni 80 tra uomini della finanza (“Quante volte”) e immagini femminili dai capelli eleganti (“Un po’ di più”), un viaggio tra i colori sgargianti degli Anni 60 (“Porta Portese”) e le atmosfere di fine ‘800 (“Dodici note”). Non manca poi il Baglioni più classico dei grandi successi come “Mille giorni di te e di me”, “Questo piccolo grande amore” e “Noi no”. Canzoni messe strategicamente in chiusura dello show per creare un grande effetto karaoke e di festa.

“Il contributo di Giuliano Peparini e di sua sorella Veronica è stato quello di creare un palco centrale con le canzoni intorno ad evidenziare l’arte, il movimento e la performance – ha affermato Baglioni in un incontro con la stampa, dopo lo show -. Il dovere dell’artista è quello di anticipare il pubblico con la voglia di partecipazione e di integrazione. Lo spettacolo ha dentro di tutto perché chi vorrà venire a vederci deve uscirne pieno di meraviglia. Noi artisti dobbiamo lavorare di fantasia e superare i nostri confini. Capisco che un artista ‘veterano’ tenda a farsi un monumento da solo e per giunta autocelebrativo, ma qui si vuole andare oltre e cerco di farlo costantemente dal 1991”. non mancano i riferimenti nello spettacolo alla più stretta attualità dalla guerra in Ucraina con gli abiti delle ballerine di colore blu e giallo (“Mal d’amore”) o alla perdita dell’innocenza con dei bimbi a scuola che si trasformano in soldati (“E adesso la pubblicità”).

Il pensiero non può non andare alla situazione difficile della questione migranti a Lampedusa. Isola dove Baglioni, ormai da anni, si rifugia e che è stata teatro della grande manifestazione “O Scià” – si è svolto a Lampedusa dal 2003 al 2012, a settembre – che ha cercato di sensibilizzare l’opinione pubblica, attraverso dibattiti e musica, sul tema caldo dell’immigrazione. “Di questi temi ne parlavamo già 20 anni fa – ha affermato Baglioni -. Se avessimo cercato di riflettere sul da farsi non saremmo arrivati a questo punto. Oggi se ne parla, ed è già troppo tardi, per soli scopi elettorali e non se ne viene fuori. Abbiamo cercato con ‘O Scià’ di lanciare messaggi importanti, sensibilizzando l’opinione pubblica che 20 anni fa non aveva preso coscienza di un problema reale e concreto. La verità è che sulla questione dei migranti una vera soluzione non l’ha pensata veramente mai nessuno. Noi non abbiamo il diritto e non possiamo condannare chi cerca una vita migliore in altri Paesi. ‘O Scià’ poi si è interrotto ed è accaduto a causa dei contributi che non sono più arrivati. Si è preferito finanziare un torneo di bocce. Per me è stata una sconfitta. Quello che le cronache di Lampedusa raccontano però è la straordinaria generosità dei lampedusani. Ho visto gente che portava i vestiti nei centri di accoglienza, ma potrei elencare anche tante altre cose”.

Dopo le sei date romane al Foro Italico, Baglioni volerà all’Arena di Verona per quattro date (5-6-7-8 ottobre), tre tappe al Velodromo Paolo Borsellino di Palermo (12-13-14 ottobre) e due all’Arena della Vittoria di Bari (20-21 ottobre). Da gennaio “aTuttoCuore” sbarcherà nei palazzetti di tutta Italia, per poi concludere a febbraio. Ma si pensa già al grande ritorno negli stadi.

(Foto di Angelo Trani)

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