La Vuelta a España 2023 passerà alla storia! Il 78esimo Giro di Spagna non è, e forse non sarà mai, paragonabile al Giro d’Italia per storia e prestigio ma di certo sarà ricordato a lungo per alcuni record. Tre corridori della stessa squadra sul podio, nella corsa spagnola, si erano già visti nel 1966 con la Kas-Kaskol che piazzò addirittura 6 uomini nei primi 7 posti vincendo con Francisco Gabeca. Erano tempi diversi e non di rado, in quegli anni, la Vuelta si trasformava in una sorta di campionato nazionale spagnolo. Oggi ha tutto un altro valore.

Il record vero, la prima volta assoluta, è quella della tripla corona di squadra, ossia le vittorie di Giro d’Italia, Tour de France e, appunto, Vuelta a España tutte per la Jumbo-Visma. Il podio di Madrid è una celebrazione di un anno di successi iniziati a maggio con Primož Roglič e la conquista della Maglia Rosa, proseguita a luglio con il bis giallo di Jonas Vingegaard e poi ecco spuntare Sepp Kuss a prendersi la maglia rossa.

Nella perfezione di questa stagione incredibile la vittoria dell’americano Sepp Kuss è l’anomalia del sistema o forse neanche questo è sfuggito ai calcoli della corazzata olandese? Il gregario che diventa campione è una bella storia, è il premio al sacrificio che fa ingoiare un po’ meglio il rospo ai tanti sconfitti di questi mesi. Potrebbe essere anche la lucida programmazione di mercato di una squadra olandese che, avendo già vinto con due campioni di paesi piccoli (Slovenia e Danimarca) punta al mercato americano col bel volto sorridente di Sepp Kuss.

Purtroppo, se un cortocircuito ci sia stato, non ne avremo mai certezza. Di certo la fame di Roglič e Vingegaard a inizio Vuelta doveva essere massima. Due campioni del loro calibro non possono partire senza puntare al massimo e allora, provando a trovare dove il sistema Jumbo ha generato la soluzione alternativa, dobbiamo tornare alla sesta tappa, La Vall d’Uixó – Observatorio Astrofísico de Javalambre, vinta appunto da Kuss, inserito in una fuga che gli ha consentito di guadagnare 3 minuti anche sui suoi capitani designati.

È bastato attendere poi il successivo arrivo in salita, all’ottava tappa, perché l’americano vestisse anche la “roja”. Con le insegne del primato sulle spalle di un corridore che in salita è sempre andato forte, e una solo crono da affrontare, i piani in casa Jumbo saranno cambiati. Almeno nella testa dei tre alfieri: Roglič aveva già vinto 3 volte la Vuelta (e il Giro 2023) e voleva cancellare la caduta dello scorso anno che ha consegnato la corsa a Remco Evenepoel, Vingegaard avrebbe voluto confermarsi cannibale e vincere il secondo GT consecutivo. A Kuss, che ha compiuto 29 anni in corsa non sarà parso vero, potersi smarcare dal ruolo egregiamente svolto per anni, e per tutti e tre i Grandi Giri quest’anno.

Il problema era (e sarà) gestire i malesseri di chi ha dovuto cedere il passo a Sepp Kuss; ma prima di provare a leggere il futuro restiamo sul passato prossimo e sulla tappa che ha portato Vingegaard a soli 8 secondi dal compagno di squadra. Il fatto che la Jumbo, in assenza di avversari pericolosi, abbia lasciato “liberi” i tre è stata una mossa onesta, ma cosa sarebbe successo se, su quella rampa finale, Kuss non avesse trovato la ruota di un “generoso” Mikel Landa e stretto i denti per tenere la maglia? Vingegaard avrebbe vinto? Di certo non avrebbe tirato i freni per restituire la maglia all’americano e oggi staremmo parlando di un dominio un po’ meno “simpatico” di quello che il sorriso di Sepp Kuss ci ha tramesso.

La programmazione della Jumbo-Visma è qualcosa su cui si favoleggia anche in negativo e chi vince troppo, si sa, raccoglie tempesta. Il tracciato della Vuelta, quest’anno, ha anche dato una mano ai “calabroni” con tappe brevi e dunque meglio controllabili dai super gregari che ha la Jumbo: Gesink, Kelderman, Valter, Tratnik e Van Baarle sono signori corridori. L’apice di questa storia, forse, è stato appena toccato, sarà difficile confermare tale strapotere l’anno prossimo e anzi, mi auguro che gli altri team trovino le contromisure per non rendere monocolore, giallonero, ogni corsa a tappe.

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