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Carlo Verdone: “Dobbiamo riflettere sul cinema italiano ma senza interrogarci su cose stupide . Il calcio? Tutti in Arabia, non ci sono più bandiere”, poi parla della nuova stagione di Vita Da Carlo

Al termine della conferenza stampa di presentazione della nuova stagione di Vita Da Carlo - su Paramount+ dal 15 settembre - abbiamo intervistato Sangiovanni, new entry nel cast. Il giovane talento ha rivelato: "Nonostante i miei tormenti, io sono orgoglioso di quello che sono, perché vedo il mondo come vorrei davvero. L'ansia? Ci convivo, ho imparato a sfogarla"

di Paolo Aruffo

Si è tenuta ieri, 13 settembre, presso la casa del cinema di Roma la conferenza stampa di presentazione di “Vita da Carlo 2“, la serie tv diretta da Valerio Vestoso e Carlo Verdone, con quest’ultimo protagonista di una serie di vicissitudini più o meno autobiografiche, raccontate come solo Verdone sa fare. Ironico, divertente, ma allo stesso tempo che fa riflettere, così si potrebbe definire sinteticamente questo secondo capitolo. I primi episodi che abbiamo potuto vedere in anteprima continuano, infatti, sulla strada già tracciata dalla prima stagione. Ma quest’anno ci sono delle novità. Una, grande, riguarda la distribuzione. La serie tv non sarà più distribuita da Amazon Prime Video, bensì da Paramount+, a partire da domani 15 settembre: “Il passaggio è dovuto al fatto che ci piace il marchio Paramount, che è cinema, è studio cinematografico – ha detto Aurelio De Laurentiis, produttore -. Amazon voleva fare la seconda stagione ma Paramount ha accettato subito le nostre condizioni. Questo vi dimostra che il vero produttore fa contratti senza legarsi le mani al primo che arriva e che si aggiudica una novità”. Poi, senza tanti giri di parole, ha aggiunto: “Paramount ha sposato in pieno anche la modalità con cui io ho sempre promosso i miei film. Con Amazon, invece, ho battibeccato”. L’altra novità è l’ingresso di alcuni attori (qualcuno anche alla prima esperienza). Oltre ai confermati Max Tortora, Monica Guerritore, Caterina De Angelis, Filippo Contri e Antonio Bannò, ecco Christian De Sica, Zlatan Ibrahimovic, Stefania Rocca, Gabriele Muccino, Claudia Gerini , Maria De Filippi ma soprattutto Sangiovanni, che ha dovuto interpretare se stesso e poi Carlo Verdone da giovane, in un film. Cinema nel cinema.

Abbiamo incontrato il cantante, ex Amici, alla fine della conferenza stampa. Innanzitutto ha parlato del primissimo incontro con l’attore e regista romano: “Eravamo in un ristorante vicino a casa sua. È stato un incontro bello, particolare. È stato strano vederlo dal vivo, una grande fortuna. Fin da subito sono stato a mio agio, lui è molto umano. Io poi sono una persona super aperta quindi siamo entrati in confidenza, parlando anche di calcio e di musica, consigliandomi dei pezzi dei suoi anni, di band che magari io neanche conoscevo”. Poi la voce di “Farfalle” ha aggiunto: “Lo vedo molto sincero, non faccio fatica a distinguere l’attore dalla persona. La cosa bella, che forse ci ha legato, è che credo di avere un po’ la sua malinconia. Tra l’altro in un episodio iniziale della serie c’è un passaggio in cui parliamo della mia ansia e lui mi consiglia delle pastiglie. Secondo me ci sono delle affinità da questo punto di vista”.

Che rapporto hai tu con l’ansia?
La vita non è solo ridere e divertirsi, c’è anche tanto altro. Io ammiro questa serie perché ti permette di ridere ma anche di riflettere. L’ansia è tante cose, secondo me fa molto parte della sensibilità. Più sei sensibile e più sei portato a viverla. Io la vivo da sempre. Si vive meglio senza sensibilità? Forse. Ma io non farei mai a cambio. Nonostante io sia tormentato, abbia i miei problemi, mi fanno sentire vivo. Io oggi sono orgoglioso per quello che sono perché vedo il mondo come lo vorrei davvero e non come gli altri vorrebbero farlo vedere, che è la cosa peggiore. Vivo così, con l’ansia, fortunatamente ho trovato il modo per sfogarla.

Per il futuro, invece, vuoi continuare con la recitazione?
Mi piacerebbe, anche se ancora non ho dei progetti perché mi sto dedicando molto alla musica adesso. Arriverà un disco, forse anche qualcosa in più. Ho vissuto e scritto tantissimo. Ora sono in quella fase in cui decidere bene cosa fare, però per me la musica non è l’unico mezzo di comunicazione. L’ho semplicemente trovato per primo.

CARLO VERDONE: “BARBIE? NON È UN SUCCESSO PER IL CINEMA ITALIANO”. SUL CALCIO, INVECE: “BANDIERE COME DEL PIERO O TOTTI NON ESISTONO PIÙ”

Durante la conferenza stampa è stato lasciato ampio spazio alle domande, molte delle quali rivolte comprensibilmente a Carlo Verdone: dichiarazioni sulla nuova stagione di Vita Da Carlo, aneddoti e anticipazioni. Non solo. Anche una riflessione sulla situazione del cinema italiano d’oggi. “La seconda stagione l’ho presa con paura. In genere i numeri 2 vengono peggio dei numeri 1. Però con gli sceneggiatori abbiamo creato dei colpi di scena che dovrebbero spiazzare il pubblico e, più che altro, c’è un tono autobiografico più forte”. Poi, parlando di Sangiovanni, ha detto: “È stata una sorpresa perché io inizialmente ero dubbioso, mi chiedevo se sarebbe stato in grado. Si è comportato non bene, ma benissimo. Ha preso le misure durante la prima settimana e poi si è completamente adeguato, è stato se stesso senza farsi troppi problemi. Con le sue insicurezze, le sue stranezze, le sue malinconie, era vero. Mi ha sorpreso”. Sulla serie, invece, ha detto: “Io cerco sempre di fare un lavoro corale sereno, senza urla. Le serie sono faticose, certo, ma io sono fiducioso. Questa seconda stagione dovrebbe avere qualcosa in più rispetto alla prima, ma chiaramente sarete voi e il pubblico a giudicare. Io ho dato il massimo. Abbiamo già consegnato la sceneggiatura della terza stagione. A novembre cominciamo. Il copione è venuto bene”.

Quindi Verdone ha parlato dell’attuale panorama cinematografico italiano: “Hanno chiuso tanti cinema, troppi. Si risollevano grazie a 2-3 pellicole. Che vi devo dire? C’è Barbie. Un successo per gli esercenti e per il cinema, per i proprietari delle sale, per il pubblico che finalmente è andato al cinema. Ma non è un successo per il cinema italiano. Certamente aveva un’idea dentro, ma io sinceramente come so’ entrato so’ uscito. Tanti mi hanno detto: ‘Ma no, è molto moderno’. Forse mi è sfuggito qualcosa, per carità… Oppenheimer di Nolan? Un gran film“. Poi, parlando della recente polemica sollevata da Pierfrancesco Favino , ha commentato: “Non facciamoci troppe paranoie. Della serie: ‘Ma perché non si prendono gli italiani nei film americani?’. Sono polemiche che lasciano il tempo che trovano, le scelte sono dei registi. Tutti dobbiamo riflettere su cosa manca al cinema italiano, ma non dobbiamo interrogarci su cose stupide. Io ormai la mia carriera l’ho fatta, parlo degli altri. Non so cosa succederà. Certo, i risultati mi fanno pensare: solo film horror, cose americane. Il resto? Si fatica molto. Si deve cambiare qualcosa nella scrittura”. “Politically correct, cancel culture? Io sono d’accordo sul colore della pelle, su tante cose certamente, però veramente stiamo esagerando. Ci stiamo coprendo di ridicolo. Adesso il David è pornografia, la Divina Commedia pure, tra poco anche il crocifisso lo diventerà. È proprio una moda, che viene tra l’altro dall’America, cioè il Paese per eccellenza dell’industria del porno. E ci vengono a dare queste lezioni?“. Infine una battuta sulla “sua” Roma e sul mondo del calcio: “L’AS Roma? Non ho capito dove vuole andare questa squadra, siamo in mano a Dybala e a Lukaku. Sarò sincero: mi stavo allontanando dal calcio, c’è qualcosa che non mi piace. Del Piero, Totti, queste bandiere non esistono più. Vanno tutti in Arabia, il calcio ormai si è dissolto. Tutto passa, tutto va via“.

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