È stata un’altra giornata di passione per l’isola di Lampedusa. Anche mercoledì gli sbarchi si sono susseguiti senza sosta. I migranti soccorsi a largo delle Pelagie arrivano a bordo delle motovedette, altri sbarcano direttamente con i loro barchini al porto o nelle spiagge dell’isola. Difficile anche la conta degli approdi: da mezzanotte alle 16 si registravano già 1.849 migranti arrivati in 42 arrivi che si aggiungono alle 5.112 persone giunte in 110 sbarchi nelle 24 ore di martedì, numeri record che hanno polverizzato i picchi del passato. “Un flusso inarrestabile”, spiegano i soccorritori impegnati in un vero e proprio tour de force. E ai continui sbarchi si aggiunge la seria difficoltà a gestire l’emergenza. L‘hotspot dell’isola è al collasso, in serata ospitava ancora oltre 6 mila migranti: circa 10 volte il numero massimo di ospiti per cui è attrezzato. In 48 ore di sbarchi è arrivato sull’isola un numero di persone superiore a quello degli stessi abitanti di Lampedusa, che conta meno di 6 mila residenti.

Tensioni al molo del porto – In centinaia la giornata l’hanno trascorsa sul molo Favarolo, sotto le coperture o sui muretti che delimitano l’area del porto “riservata” agli sbarchi dei migranti. Stanchi e visibilmente provati dalla traversata hanno atteso in quel luogo il trasferimento. E non sono mancati i momenti di tensione, con le forze dell’ordine impegnate a contenere l’insofferenza dei migranti fermi per ore sotto il sole. Il trasferimento è regolato da un braccialetto colorato che viene fatto indossare ai migranti: serve per capire chi è arrivato prima e chi per primo dovrà lasciare il molo. Alcuni di loro sono stati portati direttamente nella zona di imbarco del traghetto di linea, senza transitare dall’hotspot, per essere trasferiti.

Il centro di accoglienza al collasso – Nella struttura di accoglienza la situazione è ingestibile. E anche qui si sono registrati momenti di tensione e caos, in particolare durante la distribuzione dei pasti. Nell’esatto momento in cui la Croce Rossa ha aperto le linee per la distruzione del cibo, diverse centinaia di migranti si sono accalcati per arrivare prima ai sacchetti contenenti il cibo e la bottiglietta d’acqua temendo non fossero sufficienti. La polizia ha bloccato volontari e operatori della Croce Rossa, per evitare che la situazione degenerasse, mettendoli in sicurezza. L’hotspot di Lampedusa ha, infatti, raggiunto quasi 7 mila presenze. La Croce Rossa italiana parla di una “situazione difficile” per la struttura, che ha una capienza massima attorno alle 600 presenze. Sono previsti trasferimenti e il processo “deve continuare a funzionare” perché “è importante anche sotto il profilo umanitario che l’hotspot non vada oltre una soglia critica di presenze”, ha spiegato sempre la Croce Rossa in una nota. “Cerchiamo di dare priorità alle famiglie, bambini e minori che stanno arrivando. La macchina dei trasferimenti è fondamentale”, spiega Francesca Basile, responsabile Migrazioni della Croce Rossa Italiana.

Previsti 1.500 trasferimenti – La Prefettura di Agrigento, d’intesa con il Viminale, lavora ai trasferimenti per alleggerire la pressione sull’isola. “Stamattina sono stati trasferiti 900 migranti, in serata altri 750”, ha spiegato il sindaco dell’isola Filippo Mannino. Secondo il piano previsto giovedì altri 3.750 lasceranno Lampedusa e venerdì ulteriori 2.270. Intanto soccorritori e forze dell’ordine sono allo stremo: sono stati segnalati altre imbarcazioni in viaggio, ma anche migranti già sbarcati sulla terraferma.

I soccorsi continui – E nella notte tra martedì e mercoledì si è consumata una tragedia: un neonato di 5 mesi è morto dopo essere caduto in acqua – attorno alle 4.20 – prima dei soccorsi. Salvo invece un altro gruppo di naufraghi, anche loro finiti in acqua nel tardo pomeriggio di martedì dopo che la loro barca ha urtato gli scogli nella zona della Tabaccara: quattro di loro sono stati salvati da due ragazzi che stavano rientrando dopo una gita: si sono gettati in mare, raggiungendoli a nuoto con i salvagenti.

Il sindaco: “Servono interventi strutturali” – Il consiglio comunale di Lampedusa ha proclamato lo “stato di emergenza“. Lo ha annunciato il sindaco dell’isola dopo che un gruppo di lampedusani ha dato vita a un sit-in davanti al Municipio ed ha poi partecipato al consiglio comunale che era stato convocato con altri punti all’ordine del giorno. Il primo cittadino è tornato ad appellarsi al governo e all’Europa: “Qui siamo tutti stanchi e provati sia fisicamente che psicologicamente, la situazione sta diventando ingestibile e insostenibile”, ha detto Filippo Mannino all’Adnkronos. “La gente si accalca per salire sul bus della Croce Rossa. Sono immagini che fanno male”, dice con amarezza il primo cittadino. “Adesso l’importante è superare questa fase dove c’è un’umanità che chiede aiuto: sono arrivate circa 7mila persone, oltre 100 sbarchi – aggiunge – Poi il governo deve prendere provvedimenti strutturali e seri, non è possibile continuare in questo modo. Quello che addolora è vedere che mentre l’Italia cerca di far fronte a questa umanità che chiede aiuto l’Europa che chiude tutto”.

I no di Berlino e Parigi ai ricollocamenti – Nelle ore più difficili per l’isola sono arrivate le mosse di Germania e Francia: Berlino ha deciso di sospendere i ricollocamenti dall’Italia, mentre Parigi ha comunicato che rafforzerà i controlli ai confini. Due mosse che hanno provocato la risposta della presidente del Parlamento Ue, Roberta Metsola: “Le soluzioni non possono essere sul piano nazionale ma solo a livello europeo. Penso che non ci siano alte opzioni se non concludere il patto sulla migrazione, i cittadini di tutti i paesi dell’Ue ci hanno chiesto di trovare delle soluzioni”, ha spiegato sottolineando che “a dieci anni di distanza dalla tragedia di Lampedusa non abbiamo ancora fatto abbastanza”. Poco dopo è arrivato il plauso del ministro degli Esteri Antonio Tajani: “L’immigrazione è un problema europeo. Deve essere risolto con la partecipazione di tutti i Paesi dell’Ue. E le istituzioni comunitarie devono essere parte della soluzione. Si accelerino i tempi di attuazione degli accordi con i Paesi di origine e di transito”.

Onu: “L’Ue condivida gli sforzi dell’Italia” – In questo contesto è intervenuto anche il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres: “Gli sforzi non possono essere fatti solo dai Paesi di primo arrivo ma devono essere condivisi, questo è un problema dell’Ue e ci devono essere meccanismi di solidarietà“, ha sottolineato Guterres in merito alla situazione di Lampedusa. Molto più generico l’intervento della presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen: “Il nostro lavoro sulla migrazione si basa sulla convinzione che l’unità sia alla nostra portata”, assicurando “sicurezza e umanità. Un accordo sul patto non è mai stato così vicino. Il Parlamento e il Consiglio hanno l’opportunità storica di superarlo. Dimostriamo che l’Europa può gestire la migrazione in modo efficace e compassionevole“, ha detto nel suo discorso sullo Stato dell’Unione all’Eurocamera lanciando l’organizzazione di una Conferenza internazionale sulla lotta al traffico di esseri umani.

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