Cinquant’anni. Tanto è durato il record solitario di Slam (tra maschile e femminile) di Margaret Court. Erano gli US Open 1973. Dal 10 settembre 2023 l’australiana, oggi 82enne, non è più sola in vetta a questa speciale classifica. Novak Djokovic scrive un’altra pagina di storia del tennis e conquista il suo Slam numero 24 agli US Open, battendo il russo numero 3 del mondo Daniil Medvedev con il punteggio di 6-3 7-6 6-3. Per il serbo si tratta del quarto trionfo a New York e del titolo numero 96 in carriera. Inoltre Nole, dopo Australian Open e Roland Garros, alza il terzo Slam nella stessa stagione per la quarta volta: qualcosa che solo lui è riuscito a fare. Insomma, non c’è miglior modo di tornare numero 1 del mondo.

La sconfitta a Wimbledon contro Carlos Alcaraz è definitivamente riscattata. Medvedev invece non riesce a ripetere l’impresa di due anni fa, quando si frappose tra Nole e il Grande Slam. Al russo rimane la grandissima prestazione in semifinale contro lo spagnolo e la certezza di essere lui per ora il “terzo incomodo” all’interno di questo nuovo dualismo che si è creato tra il giovane e il vecchio.

Una serie di nuovi record che si sono materializzati con un diritto in rete di Medvedev e il boato di un Arthur Ashe consapevole di aver vissuto una serata storica. Un match intenso e spettacolare, vissuto a ritmi altissimi, soprattutto nel secondo set. È stato quello il momento di svolta. Un’ora e quarantacinque di parziale fatto di scambi memorabili e in cui Medvedev non è stato in grado di sfruttare un set point che avrebbe potuto raccontare una partita molto diversa. Passata la bufera e salito due set a zero, tutti sapevano come sarebbe andata a finire. Anche perché rimontare Djokovic da un doppio vantaggio è diventata una delle imprese più grandi di questo sport. Il serbo non perde in questo modo dai quarti di finale del Roland Garros contro Jürgen Melzer. Una vita fa. Medvedev ci ha comunque provato, recuperando un break di svantaggio a metà terzo set, ma non c’è stato niente da fare. Immediato nuovo break di Nole e chiusura al primo tentativo.

Questa volta la pressione del 2021 non si è materializzata. Stavolta Djokovic si prende la rivincita, cancellando in un colpo solo tutte le amarezza che questi ultimi cinque anni newyorkesi (l’ultimo successo di Nole era datato 2018) avevano messo in fila: il Grande Slam fallito, la squalifica nel 2020, l’esclusione nel 2022 per la sua mancata vaccinazione anti-Covid. La fine di un percorso in cui ha messo in fila Alexander Muller, Bernabe Zapata Miralles, Laslo Djere, Borna Gojo, Taylor Fritz, Ben Shelton e, appunto, Daniil Medvedev. Durante la premiazione infine la speciale dedica, a Kobe Bryant, il compianto 24 dei Los Angeles Lakers: “Con la sua scomparsa ho perso un punto di riferimento“.

Questo ennesimo titolo Slam consente a Djokovic anche di effettuare l’allungo su Rafael Nadal: 24 Major a 22. Un divario che a questo punto potrebbe rivelarsi decisivo nell’infinita competizione tra i due. Visti i problemi fisici e i propositi di Rafa di ritirarsi nel 2024, sembra impossibile immaginare che lo spagnolo il prossimo anno possa mettere in fila altri due Slam o più. Anche perché Nole non ha nessuna intenzione di fermarsi. Nel 2024 avrà 37 anni, ma il suo fisico è integro e la sua voglia di primeggiare inesauribile. I prossimi obiettivi quindi? Semplice, arrivare a quota 100 titoli Atp e prendersi i record solitari alle Atp Finals di Torino (dove attualmente condivide il primato con Roger Federer con 6 titoli) e soprattutto quello negli Slam. Toccare quota 25 Slam, potrebbe avvenire nella “sua” Melbourne tra quattro mesi, dove andrà alla caccia del titolo numero 11. E poi c’è il record di titoli di Jimmy Connors che si comincia a intravedere all’orizzonte. La distanza tra i due è ora di 13 trofei. L’unico che pare davvero in grado di mettersi tra Djokovic e questi traguardi pare essere Carlos Alcaraz. L’unico da cui dovrà difendere la ritrovata vetta della classifica. Le 400 settimane da numero 1 del mondo sono lì a un passo: Djokovic non vorrà farsi scappare nemmeno quelle.

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