La disedonia (ossia la disregolazione omeostatica edonica nelle dipendenze patologiche da sostanze di abuso specie alcool e cocaina) può essere definita in semplicità come l’incapacità di provare piacere in rapporto a stimoli o attività solitamente gratificanti. In questi giorni di massima diffusione sui media e sui social della questione “stupri al Parco Verde” e/o violenza cieca e immotivata tra comitive di giovani anche minorenni, tra le tantissime considerazioni tecniche degli esperti di tutti i tipi e di tutti i rami, non una parola è stata spesa sul fenomeno neurobiologico alla base di tutto: la disedonia da dipendenze, specie da alcool e droghe tipo cocaina.

Per natura e neurobiologia ogni essere umano ha, tra le sue maggiori spinte vitali, la necessità di trovare gratificazione e piacere dalle proprie azioni e dai propri desideri, in un contesto possibilmente non individuale ma sociale, indipendentemente dall’appartenenza o meno ad una categoria sessuale. Siamo esseri sociali, e, soprattutto tra i giovani le cui menti, come i loro corpi, sono ancora in via di formazione, l’unica cosa che conta per affermare la propria individualità e la propria capacità di stare al mondo in compagnia è trovare il modo di provare piacere facendo gesti e/o compiendo azioni non strettamente ricomprese nelle ordinarie regole di convivenza.

Quello che dovrebbe preoccuparci di più – io credo – non è quindi, per esempio, il semplice libero accesso ai siti pornografici e/o il consumo smodato di alcool e droghe ed in particolare cocaina che rispetto ad altre sostanze di abuso rappresenta la droga a maggiore spinta eccitatoria e quindi a maggiore rischio di comportamenti criminali o asociali, ma la completa perdita di scrupolo e coscienza e di capacità di controllo delle proprie azioni anche a distanza dalla assunzione di droghe, come effetto di una alterazione stabilizzata e diventata strutturale della omeostasi edonica di gratificazione delle menti in ciascuno di noi.

Come è terribilmente cambiata la pornografia stessa non solo e non tanto per la eccessiva disponibilità di siti porno per tutti, ma per la necessità sempre maggiore, mostrata dai siti, che per attrarre visitatori ma soprattutto per provare piacere, la sessualità deve mostrarsi e diventare sempre più estrema e violenta, a mio avviso innescando e potenziando azioni violente per emulazione in menti in formazione o già deviate a loro volta per eccesso non controllato di sostanze come alcool e droghe eccitatorie.

Ogni nostra scelta di vita è motivata dalla ricerca di una gratificazione edonica sociale: questo cerchiamo oggi con i “likes” sui social o sul numero di visualizzazione di un filmato su Tik tok.
Dai primi anni di nascita e di evoluzione del cervello umano su questo pianeta uno dei principali meccanismi di gratificazione edonica per la nostra mente è la capacità di fare musica. La più potente “gratificazione edonica” per il nostro cervello inventata da noi è stata e resta la musica.

Oggi a Napoli è giornata di lutto cittadino per l’assurda morte per omicidio di un giovanissimo maestro di musica, Giovanbattista Cutolo (Giogio’), ucciso per motivi incomprensibili da un ragazzo minorenne che, per propria “gratificazione edonica”, forse per nessun altro motivo comprensibile, ha ucciso senza alcun motivo razionalmente comprensibile. Non si sono affrontati e reciprocamente distrutti due esseri umani o due differenti etnie: si sono affrontate e reciprocamente distrutte due società, due civiltà, due mondi, tra loro completamente differenti e assolutamente non comunicanti perché totalmente e completamente differenti sono e restano le differenti modalità di compensazione e gratificazione “edonica” per i propri cervelli.

Chi impara a suonare e si forma con sacrifici enormi a diventare un musicista diventa obbligatoriamente e resta per la vita una persona sostanzialmente più equilibrata e potenzialmente sempre più capace di affrontare tutte le avversità ed i dolori che la vita non ci negherà mai perché, se anche non riuscirà a viverci con la musica, avrà sempre un porto sicuro per rifugiarsi e non farsi schiacciare dagli eventi: la musica. Chi si affida solo ed esclusivamente al mondo artificiale della “compensazione edonica” da social o da droghe, immerso in un mondo completamente irreale e che alza sempre più in alto l’asticella della violenza per il raggiungimento del “piacere” e della “compensazione edonica”, compie degli atti sostanzialmente folli e distrugge la propria e la altrui vita senza alcuna possibilità di potere tornare indietro.

Oggi piangiamo la morte assurda di un giovane napoletano che, come giustamente ha ricordato la mamma, studiando musica al Conservatorio si stava costruendo non solo una vita, ma stava trasformando la propria vita in un’opera d’arte. Penso oggi a Pino Daniele e a Gigi D’Alessio di umili origini che sono stati e sono oggi tra i principali alfieri della poesia e della bellezza anche musicale di Napoli nel mondo. Non sottovalutiamo la tremenda disedonia da droghe e da social che sta distruggendo le menti dei nostri giovani più deboli, non necessariamente più poveri.

Non sprecherò altre parole oggi, per ricordare con amore Giogio’ e piangere anche per il suo assassino. Addio Giogio’, e che questo scontro mortale tra due mondi, ci insegni a salvare tutti i giovani non solo di Napoli ma del mondo intero.

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Caro Vannacci, a lei tutto è consentito anche di rinnegare la Costituzione

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