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È tempo di scrub, la guida della dottoressa Pucci Romano per esfoliare al meglio la pelle: “Attenti al sale da cucina, è pieno di microplastiche”

Dopo averla esposta a lungo al sole e ad altri agenti ambientali, come mare e vento, c’è la necessità di eseguire trattamenti per la pelle con l’obiettivo di rimuovere le cellule morte e le impurità

di Ennio Battista

Con il ritorno dalle vacanze la pelle chiede aiuto. È tempo infatti di scrub. Dopo averla esposta a lungo al sole e ad altri agenti ambientali, mare, vento, c’è la necessità di eseguire trattamenti per la pelle con l’obiettivo di rimuovere le cellule morte e le impurità dalla superficie dell’epidermide. Con lo scrub si esegue quindi un trattamento esfoliante della pelle grazie all’azione meccanica di micro-granuli o principi attivi chimici o enzimatici.

Due tipologie di scrub
Esistono infatti due tipi di scrub, meccanico o chimico.
Il tipo meccanico si effettua con guanti di crine o panni che contengono elementi lievemente abrasivi che, attraverso un massaggio circolare sulla pelle umida abbastanza deciso, senza danneggiarla, producono un effetto esfoliante.
Nello scrub chimico , si applica un prodotto in crema o gel dall’azione esfoliante da applicare sulla pelle sempre umida, che viene risciacquato e può essere eseguito sia sul viso che sul corpo. In questi casi si provoca una reazione chimica naturale. Si tratta di sostanze che “digeriscono” le cellule dello strato superficiale. Applicati come maschera sul viso, agiscono senza intervento o senza attrito.

Una legge per lo scrub
“I prodotti chimici usati nello scrub sono stati di recente oggetto di un intervento legislativo per la presenza di microplastiche contenute in molti prodotti usati per questo scopo”, ci spiega la dottoressa Pucci Romano, dermatologa e Presidente di Skineco, Associazione scientifica di ecodermatologia. “La legge da poco entrata in vigore, comprende – in particolare – tutti i cosmetici da risciacquo ovvero quei prodotti che non sono destinati a rimanere sulla pelle. I saponi liquidi, le paste per i meccanici, scrub corpo e viso eccetera, sono tutti prodotti che, fino ad oggi, hanno impiegato quantità importanti di microplastiche e dunque contribuito molto all’inquinamento marino”. Come ricorda sempre la Romano, la plasticosi è sempre più un’emergenza che sta interessando i mari, i pesci e la salute umana. Soprattutto l’università di Catania sta lavorando per studiare la presenza di microplastiche nel sangue umano.

Attenzione alle microplastiche!
La Legge ha vietato le microplastiche nei prodotti da scrub ma li consente ancora per tutto ciò che riguarda il make up e non solo. E quindi, è bene conoscere quali sono questi ingredienti che in etichetta si possono ancora trovare. “Le microplastiche (come sono riportate in INCI), ci indica la Romano sono Polyethylene, Polypropylene, Polypropylene Terephthalate, Nylon, ecc. Secondo molti esperti anche gli opacizzanti (Styrene/Acrylates Copolymer) cioè plastica liquida, dovrebbero essere compresi tra le microplastiche”. Quali rischi possono comportare la presenza di microplastiche nel nostro organismo non è ancora stato definito una volta per tutte, ma è “opportuno ricordare quello che sostiene, nel suo Libro verde l’UE (7-3-2007)”, spiega Romano: ‘La plastica non è un materiale inerte. La plastica convenzionale contiene, talvolta in grandi quantità, diversi additivi chimici come perturbatori endocrini, sostanze cancerogene o sostanze che provocano altre reazioni tossiche’. E questo ovviamente vale sia per gli esseri umani che quelli marini”.

Prodotti bio e miti fai da te
“La cosmesi eco bio si è orientata su scrub con noccioli di frutta, granuli vegetali”, prosegue l’esperta, “e poi c’è il fai da te. A questo proposito, è molto pubblicizzato sui social il sale da cucina, ma voglio ricordare che se non è biologico è una sostanza che contiene molte microplastiche, è proprio una delle fonti più importanti per far ‘il pieno’ di microplastiche”.

Da soli, dall’estetista o dal medico
“Sottolineo che rimuovere le cellule morte è un’ottima operazione per favorire il ricambio cellulare. La pelle dopo l’state è più spessa e disidratata. Per cui dobbiamo rimuovere questo spessore e favorire l’assorbimento di sostanze idratanti”, continua l’esperta. Ci sono prodotti a base di Alfa-idrossiacido o acido glicolico che, a seconda della loro concentrazione sono adatti a un uso casalingo o per un trattamento dall’estetista. Fino a un trattamento più strettamente medico che può intervenire in casi più specifici che richiedono un intervento specialistico.

Salviettine eco
Esistono salviettine utili allo scopo che sono in materiale ecologico, riutilizzabili o biodegradabili. “Si possono portare agevolmente con sé e una volta utilizzate gettare tranquillamente nel water perché non inquinano”, sottolinea ancora Romano.

Alcune precauzioni
Anche per lo scrub “non bisogna mai esagerare”, afferma Romano. “È utile farlo una o due volte a settimana; per il viso più di rado, per il corpo qualche applicazione in più. Da eseguire in particolare in questo periodo, prima della stagione fredda. Ma ogni tanto fa bene eseguire un scrub durante l’anno. In ogni caso, impariamo a leggere le etichette e a riconoscere i componenti amici della salute della pelle. Una volta che il consumatore ha strumenti per fare scelte consapevoli, non ha più scuse”.

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