La decisione è tanto inedita quanto storica, e destinata a inasprire ulteriormente le tensioni che da mesi hanno deteriorato i rapporti tra Pechino e Washington. L’amministrazione statunitense del presidente Joe Biden ha infatti approvato, per la prima volta, una serie di aiuti militari degli Stati Uniti a Taiwan dal valore di 80 milioni di dollari. Ma dalla Cina arriva l’avvertimento: il portavoce del ministero della Difesa cinese, Wu Qian, ha dichiarato che “gli aiuti militari americani e le vendite di armi a Taiwan non fanno altro che nutrire il complesso militare e industriale statunitense danneggiando al tempo stesso la sicurezza e il benessere dei compatrioti di Taiwan“. Tra le due potenze, dunque, il dialogo subisce un’ulteriore battuta d’arresto e pare che la via militare, seppur al momento solo sul piano dimostrativo, sia preferita a quella diplomatica. A riprova del deterioramento dei rapporti tra Usa e Cina, anche l’indiscrezione diffusa dalla Reuters secondo cui il presidente Xi Jinping non avrebbe intenzione di partecipare al G20 in India, facendo così saltare la possibilità di un incontro diretto con Biden. Al suo posto potrebbe essere il premier Li Qiang a rappresentare Pechino. E sarà assente anche Putin, al cui posto siederà il ministro degli Esteri russo Lavrov.

Gli aiuti militari a Taiwan – Il via libera avviene nell’ambito del programma di assistenza ai governi stranieri e in particolare ai sensi del Taiwan Relations Act con cui gli Usa possono formalmente rifornire l’isola con dispositivi utili alla sua difesa. In precedenza, la vendita di armi da Taiwan da parte degli Usa – che da 50 anni riconoscono a livello giuridico solo la Repubblica popolare cinese – ha sempre avuto il carattere di transazione commerciale, mentre con l’attuale decisione di fornire assistenza militare diretta, come riporta l’Agenzia Nova, Taiwan diventa beneficiaria per la prima volta in assoluto del programma federale “Foreign Military Financing”, un fondo speciale concepito per contribuire alle capacità di difesa di Paesi alleati e amici degli Stati Uniti che la Casa Bianca finanzia con un bilancio suppletivo da cui provengono anche gli stessi fondi che vengono utilizzati per il sostegno all’Ucraina.

Di conseguenza, anche se formalmente questa mossa non implica alcun tipo di riconoscimento di Taipei a livello internazionale, come peraltro sottolineato da dipartimento di Stato, c’è il rischio concreto che la Cina possa interpretarla come un riconoscimento indiretto della statualità dell’isola, un principio per Pechino inaccettabile. La scelta di Biden rappresenta la seconda grande presa di posizione negli ultimi mesi volta a rafforzare il sostegno a Taipei: a luglio infatti, Washington ha approvato 345 milioni di dollari in aiuti militari a Taiwan dalle rimanenti scorte americane, usando uno dei mezzi di supporto degli Stati Uniti all’Ucraina contro l’aggressione della Russia.

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