Come è noto, il mondo intero appare insensibile ai seguenti gravissimi eventi: a) i cambiamenti climatici, arrivati ora a un punto di non ritorno; b) la guerra in Ucraina, considerata come un evento che interessa solo le forze militari in campo e non un fatto pericolosissimo che potrebbe portare all’uso delle armi nucleari; c) la conferma, nei fatti, della impossibilità di uno sviluppo illimitato; d) l’inarrestabile aumento delle immigrazioni dall’Africa, considerato come un affare interno ed esclusivo del nostro Paese.

In questo quadro, il governo Meloni, dal canto suo, al termine di queste ferie di ferragosto, raccoglie i frutti della sua insipiente politica, finora condotta in palese contrasto con i “principi fondamentali” e i “diritti fondamentali”, che nessuna legge di revisione costituzionale può cambiare, sanciti nella parte prima della Costituzione.

Mi sembra importante porre l’accento soprattutto su due eventi di fondamentale importanza: a) le insuperabili difficoltà economiche nelle quali si imbatte il ministero dell’Economia e della finanza nella preparazione della prossima “legge di bilancio”; b) l’aumento irrefrenabile dell’arrivo dei migranti, impropriamente distinti tra migranti regolari e irregolari, essendo in realtà tutti regolari, in quanto persone che fuggono dalla fame e dalla guerra, mettendo a repentaglio la propria vita, che il più delle volte perdono, annegando nelle acque del “Mare nostrum” divenuto ormai un immenso cimitero.

Nel primo caso, l’insipienza del governo Meloni si è rivelata nell’inseguire la politica di Mario Draghi che, con le micidiali “privatizzazioni” – oltre ad aver distrutto “il lavoro” che da “fondamento” della Repubblica è diventato “merce” delle multinazionali – ha distrutto una importantissima voce attiva del bilancio, che era costituita dai “profitti” delle aziende pubbliche, profitti che ora appartengono alle Spa, le quali, anche se a totale capitale pubblico, decidono esse quanta parte del guadagno deve andare allo Stato e quanta parte deve restare alla Spa, per consentir loro di continuare a competere sui mercati.

Nel secondo caso, l’evento è umanamente più grave. Infatti il “decreto Cutro”, definito da un autorevolissimo professore universitario di storia contemporanea un esempio di ”ferocia sociale”, ha “fallito” in pieno lo scopo di disincentivare le partenze, e quindi gli approdi in Italia, dei migranti superstiti, considerato che tali approdi sono più che raddoppiati nell’anno in corso.

Insomma quanto detto dimostra che il governo Meloni, se davvero vuole il bene degli italiani, deve cambiare decisamente la politica finora seguita e dedicarsi all’osservanza scrupolosa dei principi e delle norme costituzionali, che sono stati sanciti dalla Carta nell’interesse generale del popolo sovrano, prevedendo, tra l’altro, la tutela della “proprietà pubblica demaniale” (art. 42 Cost.), da considerare l’unico scudo valido contro gli assalti dei mercati finanziari e speculativi, “l’unità e l’indivisibilità della Repubblica” (art. 5 Cost.), “l’adempimento di inderogabili doveri di solidarietà politica, economica e sociale” (art. 2 Cost.), e il mantenimento di una “economia mista”, nella quale l’attività economica pubblica e privata sono coordinate a “fini sociali” (artt. 41, 42 e 43 Cost.).

In questo deprimente quadro c’è però una buona notizia da dare: il comune di Terre Roveresche, guidato dal suo impareggiabile sindaco Antonio Sebastianelli, ha dato applicazione all’obliato principio della tutela della “proprietà pubblica” riacquistando alla proprietà collettiva demaniale dei cittadini di quel comune ben cinque “immobili abbandonati”. E’ un esempio importante, che tutti i politici dovrebbero tenere bene a mente e tutti gli amministratori dovrebbero seguire.

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