di Leonardo Botta

C’era una volta la sinistra italiana di governo; la quale, essendo di governo, talvolta si guardava bene dal fare cose di sinistra. Sicché nelle varie esperienze di governo (senza andare troppo indietro nel tempo, ricordo gli esecutivi Letta-Renzi-Gentiloni del 2013-2018 e Conte II del 2019-2021), vuoi per un motivo vuoi per un altro, non trovavano mai il tempo di varare, che so, provvedimenti come quello sul salario minimo garantito.

C’erano addirittura ministri di sinistra come Andrea Orlando, titolare del dicastero del Lavoro nel governo Draghi, che, d’accordo con il premier, piuttosto che la fissazione di una soglia minima ex lege proponeva di potenziare i salari stabiliti dalla contrattazione collettiva (cavallo di battaglia di gran parte dei sindacati).

Nello stesso tempo c’era un’opposizione che il salario minimo sembrava gradirlo; come Fratelli d’Italia che, per mano del suo esponente Walter Rizzetto, nel 2019 presentava una proposta di legge dal titolo “Istituzione del salario minimo orario nazionale”. Nel testo cercava di sconfessare le tesi avanzate dalle organizzazioni sindacali, secondo le quali un dispositivo del genere avrebbe potuto provocare, nel medio-lungo termine, l’effetto opposto, cioè una diminuzione degli stessi salari.

Oggi i ruoli si sono invertiti: il centro-destra è al governo del paese e il centro-sinistra all’opposizione. E, come per incanto, le posizioni sull’argomento si sono completamente ribaltate, con le opposizioni (compreso Andrea Orlando) che esortano veementemente la maggioranza ad approntare una norma sul salario minimo e quest’ultima che, a cominciare dalla leader Giorgia Meloni, mostra tutte le contrarietà del caso (con obiezioni del tutto in linea con quelle avanzate dai sindacati).

E a me viene in mente lo sferzante monologo del piccolo-grande Paolo Rossi (pubblicato in Si fa presto a dire pirla, 1992):
– Ho visto un primo ministro andare in televisione e dire:
“Svalutare sarebbe una grande sconfitta.
Poi dopo una settimana tornare in televisione e annunciare:
“Abbiamo svalutato. È una grande vittoria!”
E mi sono chiesto:
“Ma non sarebbe meglio mettere come primo ministro Trapattoni? Direbbe le stesse cazzate, ma almeno sa cos’è la media inglese!”

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