“Le guardie di frontiera saudite hanno ucciso centinaia di migranti etiopi e richiedenti asilo che tentavano di attraversare il confine yemenita-saudita”. È la denuncia choc che arriva da un rapporto di Human Rights Watch che ha raccolto testimonianze audio dei migranti presenti e immagini dei cadaveri e di luoghi di sepoltura lungo le rotte dei migranti. Secondo la Ong le guardie di frontiera saudite avrebbero ucciso centinaia di migranti, partiti dal corno d’africa verso la “rotta dell’est”, con armi di piccolo calibro ed esplosivo e si tratterebbe di una campagna mirata che “può costituire un crimine contro l’umanità”.

“Ho visto un ragazzo chiedere aiuto, aveva perso entrambe le gambe – racconta una testimone nel video realizzato dalla Ong e condiviso sui social – Non abbiamo potuto aiutarlo perché stavamo correndo per le nostre vite”. “Era notte – racconta un altro migrante – stavamo attraversando il confine saudita. Abbiamo visto le guardie di confine che ci hanno detto di fermarci. Mentre venivano verso di noi hanno aperto il fuoco e hanno sparato. Un proiettile ha colpito una roccia e poi la mia gamba”. Nei racconti anche episodi di violenza: “Nel nostro gruppo c’erano sette persone, cinque uomini e due ragazze – racconta ancora un altro testimone – Le guardie ci hanno fatto togliere i vestiti, ci hanno detto di violentare le ragazze che avevano 15 anni. Uno si è rifiutato e lo hanno ucciso. Io ho partecipato alla violenza, per sopravvivere”.

Una ragazza racconta invece di essersi salvata da un massacro: “Abbiamo camminato per le montagne per cinque giorni in gruppi, minimo 300 persone, soprattutto donne. Poi le guardie di frontiera hanno sparato. Sparavano con grandi lanciarazzi ed è stata come una bomba, su 300 persone ne sono morte 150“.

Il video-rapporto della Ong sottolinea che il numero di morti non è stato confermato, ma che le indagini dell’organizzazione hanno portato a scoprire otto siti per bruciare cadaveri vicino al campo per migranti al confine e di aver contato almeno 287 tombe dalle immagini satellitari di giugno 2023.

Dopo la pubblicazione del rapporto, le Nazioni Unite hanno ritenuto il report “molto inquietante”. Il portavoce del Palazzo di Vetro Stephane Dujarric, ha osservato tuttavia che è difficile “confermare” queste accuse.

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