“La mia vita è il bowling”. “Il mio fidanzato mi ha detto di portare a casa una medaglia: l’ho accontentato”. “I miei nonni, gli zii, sono fieri di me!”. “Lo sport mi ha cambiato la vita, e così posso fare vedere chi sono”. Sono le voci di Gianluigi Saulle, Silvia Cabrini, Giulio Bocchetti e Michela Sassone, i Fantastici 4 che hanno portato a casa, a fine giugno, la prima medaglia d’oro del Team Italia ai Giochi Mondiali Special Olympics a Berlino, il programma internazionale di allenamenti e competizioni atletiche per le persone con disabilità intellettive, nella disciplina bowling a squadre.

Nove giorni di gare tra atletica, badminton, bocce, calcio a 5, equitazione, ginnastica artistica e ritmica, pallacanestro (per un totale di 26 discipline), durante quello che è il più grande evento sportivo inclusivo al mondo. “Le aspettative erano tante. Essere abbracciati, avere qualcuno che mi ha pianto sulla spalla dalla felicità è stato qualcosa di incredibile. Se non lo vivi non lo puoi raccontare”, spiega l’allenatore Giuseppe Semplice al fatto.it. “I genitori ci hanno affidato i loro figli. Non ci conoscevano: man mano anche le loro paure sono state superate”. I ragazzi hanno fatto cose che a casa non facevano mai: per loro era tutto una conquista. Sulle piste tutti erano amici: si passavano il cinque anche se erano di squadre e nazionalità diverse, avversari in gara.

Michela ha 33 anni, viene da Vercelli e lo sport per lei ha avuto un ruolo fondamentale (ha difficoltà relazionali dovute ad un’insufficienza placentare della mamma nell’ultimo mese di gravidanza). Silvia, dopo un’infanzia passata tra specialisti e medici, a 18 anni ha ricevuto la diagnosi di “ritardo mentale lieve”: quando è arrivata la notizia della convocazione ai Mondiali ha pianto come una bambina, insieme a sua sorella (che dice “prendo ispirazione da lei, somigliarle è un privilegio”). Gianluigi è un ragazzo autistico di 23 anni con l’hobby del modellismo e del cinema. Da 8 anni frequenta le piste di bowling macinando strike su strike e a Berlino per la prima volta ha vissuto un’esperienza lontano dai genitori. Giulio ha 33 anni, è di Torino e ha la sindrome di Down. Con le gare ha imparato a crescere, organizzarsi, a essere autonomo rispettando le regole.

“Chiedete, non abbiate paura o vergogna, e appena possibile spingete i vostri ragazzi a praticare sport, qualunque sia, perché è una valvola di sfogo fisica e mentale”, raccontano mamma Patrizia e papà Francesco, i genitori di Gianluigi, al ritorno dall’esperienza tedesca. “Non bisogna pensare alla patologia, ma alla persona. E se la persona viene stimolata, può fare tante cose. Se sviluppiamo tutto quello che hanno, sapranno affrontarlo questo mondo”, racconta l’allenatrice del Team Italia a Berlino Patrizia Lorenzoni.

Una storia di riscatto condivisa con altri atleti di 189 nazioni. “Insieme, tutti insieme vi siete dimostrati imbattibili. Spingetevi sempre un po’ oltre il vostro potenziale, osate non solo nello sport ma anche nella vita”, ha aggiunto il direttore nazionale Special Olympics Italia, Alessandra Palazzotti. La delegazione italiana di Special Olympics è composta da 142 persone, di cui 97 atleti, 41 coach e 4 delegati. Sono state 76 in totale le medaglie conquistate dagli azzurri: 23 ori, 29 argenti e 24 bronzi. Molte delle discipline sportive presenti ai Mondiali di Berlino sono inoltre rappresentative dello Sport Unificato: atleti e atleti partner, rispettivamente con e senza disabilità intellettive, giocano insieme nella stessa squadra.

“Questa medaglia per me rappresenta tanto. Mi sento speciale, anche quando devo affrontare le difficoltà della vita di tutti i giorni”, racconta Giulio. “Mi alleno una volta a settimana, insieme ai Draghi Rossi, a Formigine (Modena). Alzare le braccia al cielo sul gradino più alto del podio è stata una sensazione fantastica”, spiega Silvia.

“Ci sono ancora tante, troppe, persone con disabilità intellettive che non sanno di avere questa opportunità, di migliorare sensibilmente la propria vita. Aiutateci a trovarle”, conclude Palazzotti. Nel corso della cerimonia di chiusura allo stadio olimpico di Berlino è stata consegnata la bandiera ufficiale dei giochi all’Italia. Sarà proprio il nostro Paese, infatti, a ospitare per la prima volta i prossimi Giochi Invernali, in programma a Torino dall’8 al 16 marzo 2025. Si attendono oltre 2.500 atleti, tremila volontari e 300mila spettatori. Riecheggerà, così, anche in Italia il giuramento che ogni atleta pronuncia prima di una competizione: “Che io possa vincere ma, se non riuscissi, che io possa tentare con tutte le mie forze”.

Articolo Precedente

Malcostume estivo: quanto fastidio mi danno gli ombrelloni lasciati sulla spiaggia libera!

next
Articolo Successivo

Il generale Vannacci censurato immaginario: sono altri gli intellettuali boicottati

next