La guerre au Luxembourg è il primo testo poetico scritto da Blaise Cendrars con la mano sinistra, dopo la ferita sul campo in Champagne, nel settembre 1915, che gli causò l’amputazione dell’arto destro. La plaquette nacque dalla collaborazione di Cendrars con Moïse Kisling, che la corredò di sei disegni.

Il poeta svizzero – nel 2016 otterrà la naturalizzazione francese – e il pittore polacco si erano conosciuti in Francia prima del conflitto mondiale, si erano arruolati nella Legione straniera e dal conflitto erano entrambi usciti gravemente feriti. Ai tempi della composizione di questo testo, Cendrars a Parigi abitava la casa di Robert e Sonia Delaunay e ogni giorno si recava ai giardini del Lussemburgo con i suoi due figli piccoli. La plaquette fu censurata nel 1916 dall’ufficio stampa del Ministero della guerra francese: la guerra giocosamente inscenata dai bambini amplifica per contrasto la tragedia degli adulti al fronte, e l’ironia svagata sempre in controluce, con la satira della retorica bellicista dell’ultima parte, ne sottolinea l’atroce stupidità.
M.L.

LA GUERRA AI GIARDINI DEL LUSSEMBURGO

Queste bambinaggini
sono dedicate
ai miei compagni
della Legione straniera
Mieczyslaw KOHN, polacco
ucciso a Frise;
Victor CHAPMAN, americano
ucciso a Verdun;
Xavier de Carvalho, portoghese,
ucciso alla fattoria di Navarin;
Arruolati Volontari
MORTI
PER LA FRANCIA

«Un due, un due
E andrà tutto bene…»
Cantavano
Un ferito batteva il tempo con la stampella
L’occhio sotto la benda
Il sorriso del Lussemburgo
E il fumo dalle fabbriche di munizioni
Sopra le fronde dorate
Pallido autunno fine estate
Nulla possiamo dimenticare
Restano i bambini per giocare alla guerra
La Somme Verdun
Mio fratello maggiore è ai Dardanelli
Com’è bello
Un fucile IO!
Grida voci flautate
Grida
Mani tese IO!
Assomiglio a papà
Abbiamo anche cannoni
Una bimbetta fa la ciclista IO!
Il pony che caracolla
Nel bacino si incrociano le flotte
Il meridiano di Parigi è nel getto d’acqua
Tutti all’assalto della guardia la sola con una vera spada
Per ucciderla a colpi di risate
Il sole si affaccia sulle palme sommerse
Medaglia Militare
Applausi al dirigibile che passa accanto alla Tour Eiffel
Poi la raccolta dei morti
Tutti vogliono esserlo
O almeno feriti ROSSO
Taglia Taglia
Taglia il braccio taglia la testa BIANCO
Doniamo tutto
Croce Rossa BLU
Le infermiere hanno 6 anni
Il cuore gonfio di commozione
Si cavano gli occhi alle bambole per aggiustare i ciechi
Ci vedo! Ci vedo!
Quelli che facevano i Tedeschi ora sono i barellieri
E quelli che facevano i morti resuscitano per assistere alla meravigliosa operazione
Ora la consultazione dei giornali illustrati
Le fotografie
Ricordarsi di ciò che si è visto al cinema
La faccenda si fa più seria
Urla e botte meglio del burattino Guignol
E nel culmine della mischia
Caldo Calde
Tutti si salvano per mangiare le gaufre
Sono pronte. S
Le cinque del pomeriggio. O
Chiudono i cancelli. G
Fare ritorno. N
È sera. A
Chi aspetta invano lo zeppelin. T
Stanchi O
Gli occhi ai missili stellari R
Mentre le domestiche vi tirano per mano I
E le mamme inciampano nei grandi veicoli d’ombra

Il giorno dopo o un altro ancora
C’è una trincea nel mucchio di sabbia
Nel mucchio di sabbia c’è un boschetto
Città
Una casa
Tutto il paese Il Mare
E forse proprio il mare
L’artiglieria arrangiata aggira il filo spinato immaginario
Un aquilone veloce come un caccia
Gli alberi si sgonfiano e le foglie cadono fuori bordo e ruotano in paracadute
Le 3 vene della bandiera gonfiano ai colpi dell’obice del vento
Non sarai travolta piccola arca di sabbia
Bambini prodigio, più degli ingegneri
Si gioca ridendo al tank e ai gas asfissianti al sottomarino-davanti-new-york-che-non-[riesce-a-passare
Sono australiano, tu sei negro, lui si lava per fare la vita-dei-soldati-inglesi-in-belgio
Berretto russo
1 legione d’onore di cioccolata vale 3 bottoni di uniforme
Ecco che passa il generale
Una bambina dice:
Mi piace molto la mia nuova mamma americana
E un bambino: – No non Jules Verne ma compra ancora il bel bollettino della [domenica
A PARIGI
Il giorno della Vittoria quando torneranno i soldati
Tutti vorranno vederLI
Il sole aprirà di buon mattino come un venditore di noccioline nel dì di festa
Primavera al Bois de Boulogne o nei pressi di Meudon
Tutte le automobili saranno profumate e i poveri cavalli mangeranno fiori
Le orfanelle di guerra alle finestre indosseranno tutte un bell’abito patriottico
Sui castagni dei boulevard i fotografi a cavalcioni punteranno l’occhio a scatto
Si farà cerchio attorno all’operatore cinematografico che meglio di un mangiatore di [serpenti ingoierà lo storico corteo
Nel pomeriggio
I feriti appunteranno le loro Medaglie all’Arc de Triomphe e torneranno a casa senza [zoppicare
Poi
La sera
Place de l’Étoile salirà in cielo
La cupola degli Invalides canterà su Parigi come un’immensa campana d’oro
E le mille voci dei giornali acclameranno la Marsigliese
Donna di Francia

Parigi, ottobre 1916

Blaise Cendrars, pseudonimo di Frédéric Sauser (La Chaux-de-Fonds 1887- Parigi 1961) è stato uno scrittore, poeta, saggista, giornalista, sceneggiatore, promotore di riviste, uomo d’affari svizzero naturalizzato francese. Protagonista dell’avanguardia parigina negli anni intorno alle due guerre, uomo e scrittore eternamente in partenza – definito dall’amico Ungaretti «un nomade, più russo che francese» – Cendrars sin da giovanissimo è stato spinto attraverso i continenti dalla sua irrequieta curiosità, una perpetua ansia di rinnovamento. I romanzi (si ricordano L’Or, Moravagine, Les Confessions de Dan Yack, L’homme foudroyé, La Main coupée, Bourlinguer), l’opera poetica (tra cui Les Pâques à New York, Prose du Transsibérien et de la petite Jeanne de France, Le Panama ou les aventures de mes sept oncles, Feuilles de route, Du monde entier au cœur du monde) i reportage, sono caratterizzati da un irrefrenabile impulso al viaggio e all’avventura, in cui la biografia personale e la sua proiezione fantastica, letteraria si intrecciano e si sovrappongono in un caleidoscopio gravido di vite.

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