Il giornalista Christian Zurita correrà per la presidenza dell’Ecuador al posto di Fernando Villavicencio, il candidato assassinato il 9 agosto scorso. Passo indietro del partito Construye che inizialmente aveva scelto Andrea Gonzalez per sostituire il politico defunto. Alla fine però la scelta è ricaduta su Zurita per paura che il Consiglio elettorale nazionale non accettasse la candidatura della 36enne ambientalista, in quanto già candidata alla vicepresidenza proprio per Villavicencio. Gonzalez è stata comunque confermata come vice di Zurita nel ticket presidenziale per il ballottaggio del 20 agosto.

Il 53enne giornalista ha presentato la sua candidatura alle elezioni di domenica nel corso di una conferenza stampa dove è arrivato scortato e con un giubbotto antiproiettile. Zurita ha lavorato per 15 anni al fianco di Villavicencio nella stesura delle inchieste giornalistiche in cui denunciavano la piaga del traffico di stupefacenti e la corruzione politica nel Paese. Il neocandidato ha assicurato che le idee del collega assassinato “sono totalmente intatte” e ha promesso di difenderle. “Cercheremo di emulare le sue capacità”, ha detto. Aggiungendo: “Non ci piegheremo a nessuna mafia“.

Intanto proseguono le indagini sull’attentato a Fernando Villavicencio e un gruppo di agenti dell’Fbi è arrivato a Quito per collaborare con le autorità locali. Gli sforzi degli inquirenti per ora si concentrano sulle minacce ricevute dal 59enne ex giornalista e sindacalista pochi giorni prima di cadere vittima di un attentato eseguito da sicari colombiani armati mentre usciva da un comizio elettorale. Un attacco rivendicato, con un video, dall’organizzazione criminale Los Lobos. Tutto questo mentre il narco-boss Adolfo ‘Fito’ Macías, considerato uno dei possibili mandanti dell’esecuzione a colpi di pistola, è stato trasferito in un carcere di massima sicurezza, dove non ha contatti con l’esterno, né con gli altri detenuti. Villavicencio aveva raccontato che era stato proprio lui, capo della sanguinaria banda dei Los Choneros, ad averlo minacciato di morte se avesse continuato a parlare delle sue attività illegali.

L’Ecuador, dove la crisi di sicurezza sembra ormai senza freni, ha chiuso il 2022 con il più alto tasso di morti violente della sua storia, registrandone 25,32 ogni 100mila abitanti, la stragrande maggioranza associata – secondo il governo – alla criminalità organizzata e al narcotraffico, che si è rafforzato sulla costa ed ha trasformato i porti in grandi trampolini per la cocaina diretta in Europa e Nord America.

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