Giorgia Meloni rivendica l’intervento sugli extraprofitti delle banche, parlando di “tassa su un margine ingiusto”, chiude a qualsiasi intervento per ripristinare il reddito di cittadinanza. E parla di come intende affrontare la questione salario minimo con le opposizioni. Proprio su quest’ultimo punto, ribadisce di essere contraria a una paga fissa per legge, ma al tempo stesso si augura di poter trovare un punto di condivisione con le altre forze politiche. La presidente del Consiglio, che di nuovo ha deciso di non presentarsi in conferenza stampa per rispondere alle domande dei giornalisti sull’ultimo decreto, si è espressa in uno degli ormai tradizionali video online “Gli appunti di Giorgia”. Video che ha registrato nelle ore successive al Consiglio dei ministri e due giorni prima di vedere le opposizioni a Palazzo Chigi. Un messaggio per rivendicare la compattezza dell’esecutivo sulla tassa per gli extraprofitti e quindi respingere le accuse di spaccature con il ministro Giorgetti e la Lega, ma anche un modo per frenare nei confronti delle opposizioni in vista del faccia a faccia dell’11 agosto. Se il primo punto sembra infatti archiviato (per ora), sul salario minimo la questione rimane aperta: Meloni sostiene che fissare il salario per legge peggiora le paghe, appoggiandosi su una tesi già smentita dall’esempio tedesco, e se non intende rivedere il punto di partenza sarà difficile che ci sia un dialogo costruttivo con le opposizioni. Che infatti già protestano e minacciano di non andare.

Extraprofitti delle banche, Meloni: “Tassa su un margine ingiusto” Il primo tema toccato dalla premier è stata la misura introdotta nell’ultimo Consiglio dei ministri, che ha scatenato le reazioni allarmate delle banche e sulla quale (in un primo momento) il ministro leghista Giancarlo Giorgetti non aveva voluto esprimersi. Un provvedimento proposto in passato anche da Pd e M5s. “Abbiamo approvato diverse misure importanti”, ha detto oggi la premier. “La più importante è quella che riguarda la tassazione dei margini ingiusti delle banche. Noi stiamo vivendo una fase economica e finanziaria complicata” anche a causa “dell’inflazione” che si registra in tutta Europa” a cui la Bce “ha risposto con un intervento del quale possiamo anche discutere. In questa situazione difficile è fondamentale che il sistema bancario si comporti nel modo il più possibile corretto. Stiamo registrando utili record e abbiamo deciso di intervenire introducendo una tassazione del 40% sulla differenza ingiusta del margine di interesse. Una tassazione che è non una tassa su un margine legittimo, ma una tassa su un margine, appunto, ingiusto“. Intanto, proprio mentre usciva il video di Meloni, fonti di Palazzo Chigi facevano uscire la smentita di ogni dissidio con il ministro Giorgetti: “Le ricostruzioni apparse su alcuni organi di stampa in merito alla genesi della norma sugli extra-profitti bancari, secondo le quali ci sarebbe stato un contrasto di vedute tra Mef e presidenza del Consiglio, sono totalmente inventate e frutto della fantasia di chi ne ha scritto. E ancora: “La Presidenza del Consiglio ribadisce quanto già evidenziato nella nota di ieri del Ministero dell’economia e delle finanze: il testo della norma è stato messo a punto dal Mef in piena sintonia con l’intero Governo, e approvato in modo unanime dal Consiglio dei ministri”.

Salario minimo – La premier ha quindi parlato di salario minimo, alla vigilia dell’incontro che ha accettato di avere con le opposizioni per venerdì 11 agosto. La discussione della proposta condivisa delle opposizioni è stata rinviata a dopo la pausa estiva, ma la premier ha deciso di vedere i leader per affrontare il tema. “Perché non ho accolto la proposta sul salario minimo così come viene presentata?”, ha detto ribadendo la sua contrarietà. “Perché se io stabilissi per legge una cifra minima oraria di retribuzione per tutti, che inevitabilmente si collocherebbe nel mezzo. E allora il salario minimo potrebbe rischiare di peggiorare il salario di molti più lavoratori di quelli ai quali lo migliorerebbe“. Parole che sembrano di chiusura definitiva sul tema. Salvo poi auspicare un punto di incontro con le opposizioni: “Apriremo il confronto con le opposizioni e capiremo se c’è il margine di presentare insieme una proposta seria contro i salari bassi che possa fornire i parametri salariali per i lavoratori non coperti dalla contrattazione collettiva, che possa aumentare i controlli per contrastare il lavoro irregolare, i falsi contratti part time e altri reati del genere, e speriamo che su questo si possa arrivare a una risposta seria condivisa e che migliori complessivamente le condizioni dei lavoratori italiani e non migliori quelle di alcuni, peggiorando quelle di altri”.

La tesi di Meloni è però smentita da quanto avviene in Germania. Lì il “Mindestlohn” esiste da 8 anni ed è stato alzato a 12 euro l’ora: i sindacati di settore trattano condizioni migliorative che possono essere estese a tutto il comparto, mentre il salario minimo è il paracadute per quei rapporti di lavoro che sfuggono ai contratti collettivi.

Reddito di cittadinanza – Infine, la presidente del Consiglio ha affrontato anche la questione dell’interruzione del Reddito di cittadinanza. E ha ribadito che, nonostante il caos delle ultime settimane, l’esecutivo non intende fare passi indietro. “Il governo non intende tornare sui suoi passi sul Reddito di cittadinanza”, perché vuole passare dal “Reddito di cittadinanza al Reddito di occupazione, cioè che si ottiene grazie al lavoro”, ha aggiunto, sottolineando che le stime di chi avrebbe perso il reddito erano di “300mila” persone e invece lo hanno perso in “112mila”. “Ragionevolmente”, ha detto, “significa che hanno già cominciato a lavorare perché sapevano che ad un certo punto non avrebbero più potuto contare sul reddito e si sono rimboccate le maniche e hanno cominciato a cercare un lavoro che hanno trovato”.

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