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Glamorous, “addio etero”: la nuova serie Netflix con Kim Cattrall dà uno scossone alle tematiche di genere in tv

La serie tv, disponibile sulla piattaforma di streaming dal 22 giugno, mette al centro il mondo del make up. Ma sotto rossetti e fondotinta svela un cuore arcobaleno

di Gabriele Gelmini

Sogno americano, relazioni pericolose e questioni Lgbt, il tutto condito da tonnellate di maquillage e glitter. Questi gli ingredienti fondamentali di Glamorous, allegra serie tv Cbs disponibile su Netflix da qualche settimana, che sta facendo scalpore per essere una pioniera nel suo genere: un giovane non binario come protagonista, il ritorno di una star della tv come Kim Cattrall (l’intramontabile Samantha Jones di Sex and the city) e i temi rainbow al centro della storia.

Il protagonista è Marco Mejia (Miss Benny), volto social nel settore beauty e commesso in un negozio di trucchi, che un giorno incontra a lavoro Madolyn Addison, ex modella e ora imprenditrice nel mondo della cosmesi. Lei resta affascinata dall’esperienza e dall’autenticità del ragazzo, e lo assume come secondo assistente nella propria azienda, Glamorous by Madolyn. Qui Marco inizia a rimboccarsi le maniche: tenta di superare le prime gaffe sul lavoro, oltre a doversi districare tra Ben, il designer nerd che si prende una cotta per lui; Chad, il figlio tutto muscoli e poco cervello della titolare; Venetia, la prima assistente di Madolyn, che per un malinteso senso di fedeltà aziendale finirà per combinare un guaio enorme.

Grazie alle sue idee fresche, Marco riesce a rinnovare la mission dell’azienda attirando su di sé invidie e chiacchiericcio, finché per la fretta dimentica su un Uber già occupato alcuni prototipi per una nuova campagna pubblicitaria e per questo viene licenziato. Grazie ai social (santi subito!) riesce a recuperare tutto il materiale e anche a conoscere l’altro passeggero dell’auto, Parker, con cui inizierà un legame particolare.

La serie, il primo drama comedy a tema make up, preme sulle questioni rainbow con una certa insistenza: lo spettatore italiano non è abituato – e credo che pure per gli Usa si tratti di una novità – a vedere rappresentato quasi ogni aspetto della comunità Lgbt, ma così anche gli spettatori più giovani e in qualche modo ‘isolati’ nella vita reale possono trovare una reale rappresentazione del loro mondo e identificarcisi. Marco, il protagonista, è un ragazzo non binario che ama indossare tacchi e abiti femminili e passa più di un’ora al giorno a truccarsi; Venetia è una ragazza nera e lesbica, ambiziosa e stakanovista. Chad e Parker, che interpretano i ruoli del tipico maschio bianco gay dal fisico scultoreo, sono in realtà lontanissimi per apertura mentale e capacità di gestire le emozioni. Lo stesso vale per Madolyn e Julia Mejia, l’avvocata mamma di Marco che si ritroverà a lavorare con lui: due donne diverse per estrazione sociale ed esperienze di vita, che sapranno però mettere a frutto il loro passato per affrontare gli errori e andare avanti nonostante tutto.

Ben invece interpreta il timido ragazzo gay che preferisce un approccio vis à vis alle dark room: una boccata d’ossigeno per lo spettatore della generalista. Tutto il contrario degli amici di Parker, molto più concentrati su feste e palestra, e delle bellissime drag queen che amano i lustrini e le paillettes – ma che sanno anche rivelarsi ottime confidenti quando necessario. Forse il tallone d’Achille della serie sta proprio nel voler accontentare tutti i gusti: c’è spazio per i social e per i videogiochi, per le atmosfere da manga giapponese e per le spy story, per i grattacapi lavorativi e per i sogni ad occhi aperti. Ma resta il fatto che Glamorous è una serie per chiunque e se chiunque dal proprio divano può sentirsi in qualche modo incluso e coinvolto – soprattutto ora che passato il mese del Pride le aziende smantellano la loro patina di rainbow-washing – e si torna alla triste realtà nostrana. Bene così!

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