Uno dei più accesi sostenitori dell’invasione dell’Ucraina, ma anche uno dei critici più feroci nei confronti dell’operato del Cremlino. Il nazionalista russo Igor Girkin, l’ex comandante dei separatisti del Donbass, è stato arrestato e accusato di “estremismo“: un possibile segnale che, dopo la rivolta dei mercenari della Wagner, Putin abbia deciso di colpire con ancora maggiore vigore chiunque critichi lui e il suo esercito. E stavolta senza risparmiare neanche i nazionalisti favorevoli alla guerra. In questo anno e mezzo, mentre la guerra uccideva decine di migliaia di persone, Girkin ha puntato ripetutamente il dito contro Putin e contro i vertici militari russi: chiedeva una mobilitazione più massiccia, accusava i generali per il modo in cui conducevano la guerra. E faceva tutto ciò su un blog seguito da quasi 900mila persone.

Girkin, 52 anni, è più noto con il suo nome di battaglia: Strelkov, che con una traduzione imprecisa suona come “il fuciliere“. È un ex ufficiale dei servizi segreti di Mosca e in passato è stato un fedele alleato del regime di Putin. Nel 2014 è stato infatti uno dei protagonisti dell’invasione della Crimea e poi uno dei leader dei separatisti del Sud-Est ucraino che la Russia è accusata di aver appoggiato militarmente con armi e combattenti. È sospettato di gravi crimini, come quello di aver ordinato delle esecuzioni extragiudiziali quando era nel Donbass. E un tribunale olandese lo ha condannato in contumacia al carcere a vita per la tragedia del Boeing della Malaysia Airlines, che si ritiene sia stato abbattuto da un missile russo mentre sorvolava i cieli dell’Ucraina in guerra. Nella strage morirono 298 persone, tra cui moltissimi turisti olandesi e australiani in partenza per le vacanze.

Ma i buoni rapporti con le autorità russe pian piano si sono guastati. E quando l’anno scorso le truppe del Cremlino hanno iniziato l’invasione su larga scala dell’Ucraina, l’ultranazionalista Strelkov è diventato un blogger popolarissimo. Tanto seguito quanto duro nelle sue critiche al presidente russo. Il suo arresto arriva appena tre giorni dopo che ha attaccato Putin augurandosi che non si candidi alle presidenziali del prossimo anno: “Il Paese non può sopravvivere ad altri sei anni di questa codarda mediocrità al timone”, ha scritto su Telegram il nazionalista, che già in passato aveva definito il presidente russo “una nullità che è riuscita a gettare polvere negli occhi a buona parte della popolazione”. Sono molti a pensare che ci siano proprio questi affondi contro Putin e contro l’esercito dietro l’accusa di estremismo per la quale Girkin è stato arrestato e rischia fino a cinque anni di reclusione.

“Immagino che si siano seccati con lui”, ha detto, usando termini più crudi, un anonimo funzionario del Cremlino interpellato dal Moscow Times. Girkin si era schierato contro l’ammutinamento dei mercenari della famigerata compagnia Wagner, ma secondo la politologa Tatiana Stanovaya – citata dall’agenzia Ansa – il suo arresto “è una diretta conseguenza” della marcia su Mosca dei miliziani. “L’esercito ha guadagnato maggiori opportunità politiche per reprimere i suoi oppositori nello spazio pubblico”, ha affermato l’esperta. Stanovaya dice di non aspettarsi “una repressione massiccia contro i patrioti arrabbiati” ma che “i dissidenti più veementi potrebbero essere perseguiti” in modo che la loro punizione sia “da ammonimento per gli altri”.

“Il tabù contro le critiche aperte al regime di Putin si è notevolmente indebolito” commenta oggi il ministero della Difesa britannico nel suo aggiornamento quotidiano di intelligence. L’arresto, secondo gli esperti di Londra, è destinato a far infuriare i colleghi della comunità dei blogger militari e alcuni elementi dell’esercito, che considerano Girkin un astuto analista militare e un patriota. Girkin ha svolto “un ruolo importante nella guerra russa nel Donbass dal 2014 e ha trascorso mesi in prima linea nel 2022 – conclude il ministero britannico -. Non è un alleato del Gruppo Wagner, ma probabilmente era pronto a superare i limiti della critica pubblica solo nel contesto dell’ammutinamento abortito del capo della Wagner Yevgeny Prigozhin nel giugno 2023″.

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