“Io ero proprio accanto al ministro Nordio sul palco di Fratelli d’Italia. Risentitevi le sue parole: lui non dice mai che dobbiamo rivedere o riformulare il concorso esterno in associazione mafiosa. Dice che lo dobbiamo tipizzare”. È l’inesatta versione che il deputato di Forza Italia Giorgio Mulè, ospite di In Onda Estate (La7), fornisce delle discusse parole del ministro della Giustizia Carlo Nordio, quando il 12 luglio, in occasione di un dibattito sulla giustizia organizzato dal comitato romano di Fratelli d’Italia, ha affermato testualmente: “Il concorso esterno in associazione mafiosa non esiste come reato, è una creazione giurisprudenziale. La Cassazione si è inventato questa formula abbastanza evanescente che, a rigor di logica popperiana, è un ossimoro. (…) E allora va rimodulato completamente il reato”.

Con ogni probabilità Mulè confonde l’intervento del Guardiasigilli all’evento del 12 luglio con l’intervista rilasciata dallo stesso Nordio al Corriere della Sera all’indomani del bailamme di polemiche scatenate delle sue parole. Nell’intervista al quotidiano di via Solferino, infatti, il 14 luglio il ministro della Giustizia corregge il tiro: “Tra il 2002 e il 2006 ho presieduto la Commissione per la riforma del codice penale, con autorevoli accademici, magistrati e avvocati, e ho studiato tutto ciò che era stato scritto in materia. Praticamente all’unanimità la Commissione ha concluso che il concorso esterno andava tipicizzato con una norma ad hoc”.

A insorgere contro l’interpretazione benevola di Mulè è il giornalista di Repubblica Lirio Abbate, che osserva: “Nordio veramente non ha detto questo, lo sta dicendo lei. Stupisce che gran parte del governo Meloni fino a oggi ha affermato che abbiamo la legislazione antimafia più forte e più bella al mondo, al punto che tutti ce la invidiano. E allora non capisco perché poi uno esce improvvisamente da un palco e dica che dobbiamo cambiare il reato di concorso esterno per mafia ”.
Abbate sottolinea anche: “Cancellare questo reato significa non permettere inchieste su quella zona grigia che fa grande la mafia“.

Critica anche la posizione della vicedirettrice di Open, Sara Menafra, che osserva: “Il concorso esterno per mafia riguarda quella zona grigia, che spesso ha a che fare con la politica, con la burocrazia e con l’amministrazione e che non è mafiosa, ma è a disposizione della mafia. Questo è un modo tipico di agire della criminalità organizzata e ha una specificità tutta italiana. Questo governo allora – continua – modificando il reato di concorso esterno, vuole perdere pezzi nel contrasto alla mafia? Mi pare che Giorgia Meloni abbia già risposto. Ma se vuole essere lei quella che riduce le possibilità di agire è un tema, perché in Italia la criminalità organizzata c’è ancora”.
Frecciata immediata di Abbate, che cita la partecipazione odierna di Meloni alla cerimonia ufficiale a Palermo in ricordo della strage di via D’Amelio, in cui fu ucciso il giudice Paolo Borsellino: “Ma tanto domani (oggi, ndr) va a battersi il petto in via D’Amelio e tutto passa“.

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