Centrodestra e Azione-Italia viva bocciano la direttiva del Parlamento e del Consiglio Ue sulla lotta alla corruzione. Per i deputati renziani, calendiani e di maggioranza membri della Commissione per le Politiche Ue della Camera il provvedimento delle istituzioni europee è “in palese contrasto con il principio di sussidiarietà e con quella di proporzionalità“, secondo quanto afferma il parere motivato redatto dal relatore Antonio Giordano di Fratelli d’Italia. In parole povere, viene detto che l’Ue non avrebbe competenza in materia di anticorruzione. Una decisione che fa insorgere i partiti di opposizione (Pd, M5s e Verdi-sinistra) che hanno votato, invece, contro il parere proposto dal relatore, dichiarandosi a favore della direttiva.

La direttiva è nata subito dopo lo scandalo del Qatargate con la finalità di combattere il reato di corruzione all’interno dell’Unione e migliorare la cooperazione tra le forze di polizia (nonché le autorità giudiziarie). Molti degli strumenti pensati da Bruxelles per armonizzare gli ordinamenti dei Paesi membri, in realtà, facevano già parte del patrimonio giuridico italiano: pene non inferiori a sei anni di reclusione, possibilità di dichiarare l’incandidabilità dei corrotti, eliminazione dei privilegi legati all’immunità, tempi certi dei processi anche con l’indicazione di una prescrizione “sufficiente a fare giustizia”, supervisione pubblica anche dei funzionari delle Istituzioni europee. L’Ue però tra i reati fondamentali per combattere la corruzione inserisce anche l’abuso d’ufficio, recentemente demolito dalla riforma di Nordio.

“La direttiva europea ribadisce che l’abuso d’ufficio è un reato fondamentale nella lotta alla corruzione che non può essere abolito come vorrebbe fare il ministro della Giustizia Nordio”, commentano i parlamentari del Movimento 5 Stelle della Commissione Politiche Ue della Camera che definiscono la bocciatura “clamorosa”: “Non solo perché va contro le raccomandazioni del Presidente della Repubblica Mattarella e le rassicurazione della stessa premier Meloni, ma anche perché – continuano i parlamentari M5s – il parere di maggioranza presentato dal deputato di Fratelli d’Italia Antonio Giordano è motivato con l’argomentazione clamorosamente falsa che l’Unione europea non ha competenza, secondo loro, in materia di armonizzazione delle legislazioni nazionali”. Dello stesso parere il Partito Democratico: è “incredibile il voto contrario della destra”, dice Piero De Luca, capogruppo Pd in commissione Politiche Ue della Camera. “Nel giorno della commemorazione di Paolo Borsellino – continua – la destra vota un parere motivato in cui contesta la necessità, l’opportunità, il valore aggiunto e le scelte di merito elaborate dalla Commissione, lanciando un segnale devastante di lassismo e indebolimento degli strumenti di contrasto alla criminalità in Italia e in Europa”, aggiunge De Luca.

Di parere opposto Azione, che insieme a Italia viva ha sostenuto la posizione della maggioranza: la direttiva, spiega il deputato Enrico Costa, “arriva al punto di prevedere sanzioni penali non solo per l’abuso d’ufficio nel settore pubblico, ma anche per il settore privato in caso di ‘esecuzione’ o ‘omissione di un atto, in violazione di un dovere, da parte di una persona che svolge a qualsiasi titolo funzioni direttive o lavorative per un’entità del settore privato nell’ambito di attività economiche, finanziarie, imprenditoriali o commerciali al fine di ottenere un indebito vantaggio per sé o per un terzo'”. Un aspetto che per il deputato di Azione sarebbe “una follia allo stato puro” sottolineando che “un simile intervento potrebbe alimentare il rischio di realizzare squilibri non trascurabili in termini di proporzionalità del sistema”.

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