“Della famiglia di Willy Monteiro non riuscirò mai a dimenticare la dignità, la straordinaria serenità, la dolcezza, la laboriosità. E Willy, che aveva solo 20 anni e lavorava per aiutare la famiglia, lascia un insegnamento importante alla collettività, perché è stato un ragazzo eccezionale. Tutta l’opinione pubblica ha colto perfettamente il grande valore di Willy. Questo è il messaggio vincente che esce da questo processo“. Sono le parole pronunciate ai microfoni di Uno, Nessuno, 100Milan (Radio24) da Domenico Marzi, legale della famiglia di Willy Monteiro Duarte, il ventunenne di Paliano massacrato di botte il 6 settembre del 2020 nei giardini di largo Oberdan. La Corte d’Appello di Roma ha condannato i principali imputati a 24 anni di reclusione, rivedendo il verdetto di primo grado con cui ai fratelli Bianchi era stato inferto l’ergastolo.

Dignitosissimo è stato il commento della mamma di Willy, Lucia Monteiro Duarte: ” Più o meno me l’aspettavo. Nessuna sentenza mi ridarà mio figlio. Accetto la giustizia che è stata fatta. Non provo rabbia, ma il perdono è un’altra cosa’’.
“La parola dignità – ribadisce Marzi – è il termine che si addice perfettamente alla condotta della famiglia Monteiro, che sin dall’inizio non ha fatto altro che chiedere una sentenza rapida e giusta. Per loro il problema non è mai stato quello di avere una condanna esemplare”.

Poi si sofferma sulla sentenza della Corte d’Appello: “Nel corso del processo, da parte della difesa, ci sono state contestazioni, che sostanzialmente miravano a far annullare il processo di primo grado e a far ritenere che non ci fosse stato un omicidio volontario ma preterintenzionale. Si puntava a far ripetere la consulenza medico-legale – spiega – e si contestavano anche tutte le dichiarazioni testimoniali. La Corte d’Appello non ha preso in considerazione nessuna di queste censure ma ha equiparato di fatto la condotta dei fratelli Bianchi a quella degli altri due protagonisti, Pincarelli e Belleggia, a cui erano state già concesse le attenuanti generiche”.

Il legale, che comunque definisce ‘esemplare’ la decisione della Corte d’Appello, aggiunge: “Mi rendo conto perfettamente che vedere un ergastolo ridotto a una condanna di 24 anni determina degli interrogativi. Ricordo comunque che i fratelli Bianchi hanno già una condanna di 4 anni e 6 mesi con una sentenza passata in giudicato , quindi dubito che possano uscire dal carcere da qui a 15 anni. La famiglia di Willy – continua – nell’accogliere la sentenza di secondo grado, è stata eccezionale. Rivolta dei social? I social spesso rispecchiano una tendenza a essere eccessivamente censori nei confronti altrui. Sicuramente l’ergastolo avrebbe appagato l’emotività di questo processo, ma i magistrati non devono essere emotivamente condizionati“.

E rivela: “La concessione delle attenuanti generiche era una delle ipotesi che avevo calcolato e che avevo prospettato serenamente alla famiglia. Avevo ipotizzato che la condanna sarebbe stata di 24 anni. Quello che forse ha dato fastidio alla famiglia di Willy è l’assenza di pentimento dei fratelli Bianchi – conclude – Ci sono state loro dichiarazioni strumentali in Corte d’Assise e non credo che siano state quelle loro parole a portare alla concessione delle attenuanti generiche. Non credo al pentimento di quelle due persone, che peraltro in passato hanno avuto anche altre condotte tali da non poterle ritenere assolutamente recuperabili“.

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