“La vicenda Santanchè è un caso politico”. Lo ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani a margine dell’assemblea di Confagricoltura. Per il coordinatore nazionale di Forza Italia “il caso politico è che qualcuno dà a un giornale un avviso di garanzia invece che darlo al diretto interessato”. Il resto “sono vicende giudiziarie di cui io non so nulla e io credo a quello che lei ha detto in Senato”.
“Guarda caso lo scoop si fa il giorno in cui il ministro deve venire a parlare in aula? Il problema – spiega – non è il giornale, ma chi quella notizia l’ha data al giornale. Con Berlusconi capitò lo stesso”.

La conferenza stampa degli ex dipendenti? “Io non so chi dice la verità”. Ma la stampa ha un ruolo di controllo sulle affermazioni in Parlamento di un Ministro? “La stampa può fare tutto ciò che vuole rispettando sempre la verità, le regole ed il diritto, però i processi in una Repubblica si fanno in tribunale, non sui giornali. Un giornale – afferma Tajani – può scrivere ciò che vuole, se è un crimine il magistrato esercita l’azione penale”. Tajani non si scompone neppure rispetto a quanto accade negli altri Paesi occidentali, dove sono numerosi sono i casi di personalità politiche che, anche in assenza di indagini o processi, si sono dimessi da incarichi di governo a seguito di inchieste giornalistiche che hanno rivelato bugie e omissioni. “In ogni Paese ognuno fa quello che vuole” conclude Tajani.

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