Televisione

Chi l’ha visto, per la prima volta parlano due amiche di Mirella Gregori: “È stata una stupida ad andare a quell’appuntamento”. Spunta un misterioso “biondino”

La trasmissione di Rai 3 ha dedicato un servizio, con pochi ma importanti sviluppi sul caso della 15enne scomparsa a Roma il 7 maggio del 1983

di Alessandra De Vita

C’è un biondino che girava nella vita di Mirella Gregori nei giorni precedenti alla scomparsa. Ne è convinto l’avvocato Nicodemo Gentile di Penelope. Il legale dell’associazione dedita alle famiglie delle persone scomparse ha lanciato il suo appello, ieri, dagli studi di Chi l’ha visto che ha dedicato un servizio, con pochi ma importanti sviluppi sul caso della 15enne scomparsa a Roma il 7 maggio del 1983.

Il biondino
“Quattro giorni prima della scomparsa – aggiunge Gentile – la bidella della scuola ha visto questo biondino, era andato lì forse a cercarla e la stessa Mirella aveva confidato alla sua migliore amica Sonia che un ragazzo biondo aveva tentato di farla salire in auto, un giorno. Siamo convinti che la verità di Mirella sia nelle carte, l’inchiesta conserva tanti segreti da approfondire sul mondo di Mirella. Ci stanno tante persone che sanno cosa sia successo a Mirella. L’indagine è partita piano, lenta, questa è la storia di un enigma minore ma ci auguriamo che a breve parta commissione parlamentare d’inchiesta (la stessa che indagherà sul rapimento di Emanuela Orlandi, nda). Non farla partire è un oltraggio all’Italia intera che vuole sapere”. Il fantomatico biondino, dettaglio inquietante, pare che fosse anche alla festa per il rinnovo del bar in via Volturno della famiglia Gregori, il giorno prima della scomparsa. Quel giorno Vittoria, la madre di Mirella, morta senza aver conosciuto il destino della sua bambina, fu indispettita due personaggi strani che entrarono nel bar, complice la confusione. Avevano la macchina fotografica al collo. Fecero delle foto, la madre li cacciò. “Fecero un cenno per indicare Mirella come se fosse lei l’oggetto desiderato”, ha dichiarato la sorella Maria Antonietta, all’epoca 17enne, anche lei ospite in studio ieri con suo figlio Christopher. Il biondino potrebbe essere lo stesso indicato dagli identikit fatti dagli inquirenti di quei due loschi individui. Da qui l’appello lanciato ieri a chiunque fosse presente quel lontano giorno di 40 anni fa, a segnalare questa presenza con foto o anche con il solo ricordo di quella festa. “40 anni sono tanti ma non troppi per ostacolare la verità”: è l’invito accorato della famiglia e del suo legale.

Le amiche
Per la prima volta parlano due amiche di scuola di Mirella, Simona e Rossana, ai microfoni dell’inviato Francesco Paolo Francesco Del Re. Non sono state mai sentite prima. Frequentavano la stessa classe di Mirella, al primo anno dell’Istituto commerciale “Reginaldo Giuliani” in via dell’Olmata, vicino alla Basilica di Santa Maria Maggiore. Spesso sostavano insieme sugli scalini della Chiesa. “Se arrivavamo prima entravamo in chiesa e ripassavamo la lezione”, ricordano. Le lezioni erano i sei o sette ore, poi si rientrava a casa o si andava insieme a studiare. “Eravamo felici, ci divertivamo – dice Simona – sorridevamo tanto, le piaceva tanto cantare, ascoltavamo Baglioni. Eravamo bambine, non avevamo nessuna smania per l’abbigliamento né per altro”. Rossana ricorda: “Mirella aveva talmente tanto rispetto per la mamma, non voleva farla preoccupare. Era molto solare, con poche esigenze. Si creò una comitiva in via Ladri, zona Prenestino, dove lei conobbe Massimo il suo fidanzatino con cui trascorse il pomeriggio precedente alla scomparsa. Io stavo con Fabrizio, Simona con Cesare”. “Mi sono allarmata subito – aggiunge Simona –, Mirella non si allontanava senza dare notizia di sé alla mamma. Neanche se andavamo all’Eur, in posti non di casa, lei appena trovava una cabina telefonava alla madre, non la faceva stare in ansia. Quel giorno siamo state a lezione, una volta uscite ci siamo salutate”.

Gli amici
Poi c’è Giuseppe, amico dei genitori di Mirella. “Ero solo, avevo un appartamento in affitto in via Nomentana. Paolo e Vittoria, i genitori di Mirella, sono stati molto gentili con me. Mi ospitarono una settimana al paese di Paolo, in provincia di Rieti. Passavo spesso da casa, mi preparavano il caffè”. Poi c’è Corrado, abita al piano di sotto e all’epoca aveva 10 anni. “Il sabato si andava da loro a vedere Fantastico, perché avevamo ancora la tv in bianco e nero. Mirella era una ragazza pulita, un amore. All’inaugurazione io andai con mia madre, c’erano tanti avventori. Ricordo che quel giorno Vittoria era molto provata”. Giuseppe lavorava al Bar Baffo con Sonia, l’amica di Mirella. Si trovava a due passi da casa di Mirella, di fronte alla Chiesa di San Giuseppe in via Nomentana. Racconta che quel giorno di 40 anni fa, le due ragazze si chiusero nel bagno per parlare prima che Mirella scomparisse nel nulla. Racconta anche un altro dettaglio importante: una settimana prima della scomparsa, una persona chiese a lui di Mirella, si dimostrò interessato. Un uomo adulto e dall’accento straniero aveva adocchiato Mirella, si avvicinò a Giuseppe e chiese informazioni su Mirella che aveva a quanto pare puntato. Aveva la carnagione olivastra, gli occhi scuri e un accento straniero. Vestiva elegantemente, indossava una giacca a quadrettini. “Mi diede l’impressione l’avesse vista altre volte”, afferma Giuseppe.

La scomparsa
Quel giorno Mirella tornò a casa da scuola alle 15. Aveva poco tempo per pranzare e riposarsi perché alle 16,30 avrebbe dovuto incontrare la sua amica Giovanna per comprare il regalo per la festa della mamma. Ma tutto fu interrotto, anche la sua vita, dal suono del citofono. “Chi è? Non ho capito, chi è che parla? Se non mi dici chi sei, attacco subito!”. Poi ci ripensò: “Ah sì… Alessandro… ho capito”. Mirella Gregori scese di casa. “Torno tra poco”, disse alla madre Vittoria che intanto era al lavoro alla sua macchina da cucire. Non tornerà mai più e il suo nome da 40 anni esatti è nel novero di adolescenti romane, risucchiate dal nulla in quegli anni. Prima di venire inghiottita dal nulla si fermò al bar sotto casa, di proprietà dei genitori di Sonia. Le due si chiusero mezz’ora nel bagno del bar poi Sonia tornò al bancone e lei andò via. “Mi salutò con una pacca sulla spalla”, aggiunge Giuseppe “E andò a destra verso Porta Pia dove avrebbe dovuto incontrare Alessandro. Era un suo vecchio amico per cui aveva avuto una “simpatia”. C’era scritto nel suo diario, era una cotta non corrisposta”.

Alessandro
Alessandro era un suo compagno delle medie. Il ragazzo quel giorno rientrò a casa alle 22,30 e quando Vittoria riuscì a raggiungerlo al telefono (quella sera stessa) le disse che non fu lui a citofonare. Aveva trascorso il pomeriggio a casa di un amico, in viale Libia. Non vedeva Mirella da due anni, le disse, dalla fine delle medie. Ma questa versione contrastò con quella che rilasciò agli inquirenti a cui dichiarò che erano trascorsi cinque mesi dal loro ultimo incontro. Qualcuno ha citofonato spacciandosi per lui? Chi? Tutto fa pensare a una trappola ben organizzata. Giuseppe andò in pausa e riprese alle 19, i genitori di Sonia gli diedero la notizia del mancato rientro di Mirella. Era stata già rapita con ogni probabilità.

Le parole dell’amica
La mattina dopo Simona e le altre andarono a cercare Mirella. “Sonia ci disse: è stata una stupida ad andare a Villa Torlonia a suonare la chitarra”. L’amica disse la stessa cosa alla sorella Maria Antonietta che difatti quella sera stessa andò da sola con le torce a cercare Mirella. “Mia sorella non suonava la chitarra, strano”, ha aggiunto ieri. “Noi non abbiamo avuto prontezza – rimpiangono Simona e Rossana – ma avevamo 15 anni. C’è un grande rammarico, quello di non aver fatto più domande ma restammo incredule. Non capimmo cosa potesse essere accaduto, abbiamo sbagliato. A 15 anni non hai idea di quello che sta succedendo, non immaginavamo che sarebbe scomparsa per 40 anni. Per anni ci siamo a girate a guardare le persone per strada nel tentativo di riconoscerla, chissà come sarebbe potuta diventare. Noi siamo cresciute, lei no”. Fanno pensare intanto le parole di Sonia: “È stata una stupida. Lei sapeva con chi si doveva incontrare?”, si chiede Maria Antonietta.

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