Musica

Pinguini Tattici Nucleari e il debutto a San Siro: “Non ci appartiene la ‘sboronaggine’. Abbiamo la fortuna di essere bruttini e con un background normale… Sanremo 2024? Non è escluso”

Il tour di 11 date, di cui sei sold out, ha messo a segno 500mila biglietti venduti. Dopo la festa finale del 9 settembre a Campovolo, Riccardo, Elio, Nicola, Simone, Matteo e Lorenzo si dedicheranno alle famiglie. Dietro l'angolo potrebbe esserci il ritorno al Festival di Sanremo 2024, dopo il terzo posto nel 2020 con “Ringo Starr”

di Andrea Conti

Sembra proprio una favola a lieto fine quella dei Pinguini Tattici Nucleari che – dopo una lunga gavetta, partita nei localini nel 2010 – hanno coronato il sogno di esibirsi allo Stadio San Siro di Milano con ben due date sold out, ieri sera e si replicherà stasera, davanti ad un publico di 120mila persone. Un tour che tocca 11 stadi (alla data zero di Mestre c’erano 60mila fan) di cui sei sold out, fino alla data conclusiva del 9 settembre alla RCF Arena di Reggio Emilia (Campovolo). Mezzo milione di biglietti venduti, ad ora.

Lo show con 25 brani in scaletta dura due ore e un quarto. È una grande festa collettiva che abbraccia i fan (straordinario il target trasversale dai bambini ai 50enni) per accompagnarli lungo non solo il racconto della band, ma anche per vivere un’esperienza tra visual, fuochi d’artificio, laser, tatuaggi in diretta (“chi vuole e chi ha il coraggio sale su palco e gli viene fatto da un tatuatore professionista un disegno preparatorio, per chi vorrà potrà renderlo definitivo quando torna a casa”, hanno spiegato), racconti del passato e speranze per il futuro, aneddoti e confronti con i propri fan. Così, ad esempio, durante il concerto si scopre chi ha passato una disavventura, perdendo la targa della macchina per strada, c’è chi ama follemente il Giappone, c’è chi è fanatico dei Beatles. A metà tra concerto e teatro, tra canto e divertimento. Un connubio vincente.

“Ci sentiamo come nani sulle spalle dei giganti – ci hanno raccontato Riccardo, Elio, Nicola, Simone, Matteo e Lorenzo, alla vigilia della prima data a Milano – se pensiamo a chi si è esibito prima di noi qui. Ci approcciamo a questo luogo più come visitatori e in punta di piedi. L’idea è quella di non essere esclusivi, ma di essere inclusivi. Il nostro show è per tutti, senza alcuna distinzione di sesso razza genere. Ci siamo focalizzati anche nel racconto di tutti e sei e anche il rito della tavolata e del medley dei nostri successi, rimasti fuori dalla scaletta, vuol far passare il messaggio che, secondo noi, essere una band oggi è diverso rispetto a qualche anno fa, quando c’era un frontman solista. Le band con i frontman sono un modello destinato a sparire, in quelle del futuro ognuno ha il proprio ruolo. Non è una scelta facile perché in sei si guadagna meno. L’idolo che si separa dalla massa è una attitudine che non ci appartine. La nostra formula funziona perché tutti hanno una parte definita, ma c’è anche il concetto di unione e fratellanza. Stiamo bene sul palco e c’è empatia”.

“Zen” apre il concerto per creare un percorso circolare fino a concludersi con “Pastello bianco” e “Fuori dall’Hype”. “Zen” si riallaccia al concept dell’ultimo disco “Fake News” (doppio platino) con sul megaschermo titoli falsi (tra i quali “il concerto è annullato”), incluso il presunto scioglimento della band. Il concept è quello di essere in bilico tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, tra il bene e il male, tra la fama e la serenità. Nel passaggio musicale tra “Bergamo” e “Hikikomori” si accendono i telefonini per ricreare una marea lunga di luci. Tra i vari momenti di talk si toccano anche i temi più profondi. C’è “Irene” dedicato al tema della precarietà, dell’incertezza, del lavoro da musicista instabile e a partita iva, “Freddie” racconta la tormentata storia d’amore omosessuale. Una dedica da parte della band all’amore libero in tempi difficili. “Pastello bianco” è il finale “ufficiale”, uno dei momenti più intensi dello show in cui la band si mostra senza alcun filtro. Segue la versione strumentale di “Fuori dall’Hype”, alcuni accordi di chitarra. Partono i cori e la band si unisce al grande canto di tutti i fan. Un ennesimo omaggio a chi li ha supportati e seguiti fino a San Siro.

“Il segreto del nostro successo? – concludono i Pinguini Tattici NucleariNon ci appartiene la ‘sboronaggine’. Abbiamo avuto la grande fortuna di essere bruttini con un background ‘normale‘, veniamo da Bergamo e alcuni di noi hanno fatto anche altri lavori prima di iniziare questa esperienza musicale: dal barista al commesso al Museo. Ci siamo, da subito, sporcati le mani suonando nei localini, proponendo le cover, abbiamo fatto la scuola e gavetta vera. Non siamo mai stati coerenti, non ci piace questa parola, abbiamo vissuto e viviamo da incoerenti”.

Una curiosità: il tour della band appoggia Treedom, il sustainability partner, che pianterà 50 alberi per ogni data (550 in totale) in Camerun, Colombia, Guatemala, Kenya e Madagascar per portare benefici alle comunità locali e contrastare il fenomeno della deforestazione.

PINGUINI TATTICI NUCLEARI A FQMAGAZINE: “IN GARA SANREMO 2024? NON LO ESCLUDIAMO”
Il primo tour negli stadi lancia definitivamente la band come una delle realtà più importanti del panorama musicale italiano. Il prossimo step, a coronare un momento d’oro, potrebbe essere il ritorno al Festival di Sanremo nel 2024, dopo il terzo posto ottenuto nel 2020 con “Ringo Starr”. A FqMagazine Riccardo, Elio, Nicola, Simone, Matteo e Lorenzo dicono: “Siamo fieri di aver partecipato nel 2020 e quella partecipazione ci aiutato tantissimo per la nostra carriera. Amadeus è uno dei migliori direttori artistici e presentatori che ci siano stati. Dopo questo tour dobbiamo tornare delle nostre famiglie perché tutti noi rischiamo di perderle dopo questi mesi intensi (ridono, ndr). Non siamo di quelli che dicono ‘non lo faremo più’. Saremmo dei ‘quaquaraquà’! È la manifestazione più importante che abbiamo, ma al tempo stesso richiede tanto impegno sia per la promozione che mentalmente perché è un po’ come stare tra i gladiatori con i romani che decidono la tua sorte con il pollice all’insù o in giù. Ci vuole il pezzo giusto. Non rischieremmo altrimenti. Non lo escludiamo comunque”.

LA SCALETTA 1. Zen 2. Giovani Wannabe 3. Tetris 4. Hold on 5. La storia infinita 6. Bergamo 7. Hikikomori 8. Coca Zero 9. Nonono 10. Ricordi 11. Lake Washington Boulevard 12. Scatole 13. Giulia 14. Cena di Classe 15. Irene 16. Dentista Croazia 17. Antartide 18. Freddie ft.Elio 19. Medley: Non sono Cool/Scooby Doo/L’Ultima Volta/Verdura/Melting Pop/Fede 20. Ridere 21. Rubami la Notte 22. Ringo Starr 23. Scrivile scemo 24. Pastello Bianco 25. Fuori dall’Hype

(Foto Francesco Prandoni)

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