Cinema

L’orsa Jj4 condannata a morte, il regista Giovanni Veronesi: “Faccio un film a suo favore con Fugatti come cattivo”

"Quello che è accaduto e sta accadendo in Trentino è una storia da raccontare per dimostrare quanto sono stupidi e crudeli gli uomini. Per salvare la vita dell’orsa Jj4 scenderei in piazza a protestare anche domani, dopo tanti anni che non faccio più manifestazioni di piazza”

di Davide Turrini

Un film a favore dell’orsa Jj4 con un “cattivo” che raffigurerà il leghista Fugatti “persona inutile e incapace”. Il regista Giovanni Veronesi sembra fare sul serio. La vicenda dell’orsa trentina che ha aggredito mortalmente il runner Andrea Papi, orsa che da quel momento è stata condannata a morte quindi rinchiusa nelle gabbie del “centro di recupero” Casteller in attesa dell’esecuzione voluta dall’amministrazione provinciale, diventerà un film scritto e diretto dal regista di Manuale d’amore. Intervistato dal Corriere Trentino, Veronesi ha fatto capire da che parte sta nell’intera vicenda: quella animale. “Sarà una storia che narra di uomini cialtroni che processano e condannano a morte un orso. Quello che è accaduto e sta accadendo in Trentino è una storia da raccontare per dimostrare quanto sono stupidi e crudeli gli uomini. Per salvare la vita dell’orsa Jj4 scenderei in piazza a protestare anche domani, dopo tanti anni che non faccio più manifestazioni di piazza”.

Veronesi, sceneggiatore e amico dello scomparso Francesco Nuti, come di molti exploit al box office di Leonardo Pieraccioni, ha fatto capire già l’ossatura narrativa del film che vuole fare per difendere Jj4. “Voglio sviluppare l’idea di una caccia all’orsa vista da due punti di vista differenti e con due modalità diverse, da una parte la persona che cerca di salvare Jj4 e dimostrare che non è aggressiva, dall’altra chi vuole ucciderla e non sente ragioni. Una corsa contro il tempo, il bene e il male contrapposti”. È a questo punto che entra in scena il classico ruolo del “villain”, del cattivo. Naturale. È il presidente del Trentino-Alto Adige Maurizio Fugatti “persona inutile e incapace”. “Non capisco come sia ancora lì a ricoprire quella carica. Come si può pensare di risolvere un problema, creato dagli uomini, uccidendo un animale?”, si chiede l’autore toscano quasi a ricordare che l’inserimento a intermittenza degli orsi in Trentino è opera dell’uomo, come è opera dell’uomo la mancata tutela e messa in sicurezza minima del territorio affinchè si giunga ad una convivenza antispecista uomo-orso come accade ad esempio in Abruzzo. “Fugatti andrebbe mandato via immediatamente, sta solo danneggiando il Trentino. Chi è a capo di una regione deve avere la lucidità e la competenza per affrontare i problemi, deve studiare, informarsi. Il suo è stato un modo orribile di sbarazzarsi di un problema”. Veronesi non è il primo ad affrontare di petto il tema di una rappresentazione audiovisiva della continua messa a morte degli orsi dall’amministrazione Fugatti.

Il consigliere comunale bolognese dei Verdi, Davide Celli, ha lavorato per anni ad una riduzione modello mockumentary della vicenda di un’altra orsa uccisa con una quantità di sedativo eccessiva dopo che questa aveva ferito un cercatore di funghi nei boschi di Pinzolo. Ex attore in molti film di Pupi Avati, Celli da etologo ha studiato per anni il tema per poi assegnarsi come nome di battaglia politica quello dell’orsa uccisa: “soldato Daniza”. Nel 2000 Daniza era stata catturata in Slovenia (dove vivono molti più orsi che in Trentino) e liberata assieme ad altri dieci orsi nella trentina Val di Tovel, nell’ambito del progetto di ripopolamento Life Ursus che, appunto, ha riportato nel nord Italia splendidi esemplari di orso bruno. Su un altro orso, il celebre Papillon, che aveva tentato più volte la fuga dal Casteller a Trento, e con cui l’ex ministro dell’ambiente Sergio Costa del governo gialloverde simpatizzò, è stato scritto nel 2022 anche un prezioso libro, con tavole illustrate da Andrea Nurcis, in ottica antispecista dal filosofo Massimo Filippi, M49 Un orso in fuga dall’umanità (Ortica edizioni). Sul futuro di Jj4 però non ci sono che pessime o cattive notizie. Le due condanne a morte dell’amministrazione Fugatti sono state sì respinte dal Tar di Trento, grazie ad un incessante lavoro giuridico di molte associazioni animaliste tra cui si è distinta la LAV (Lega Anti Vivisezione), ma la sospensiva della condanna a morte di Jj4 e di un altro orso, Mj5, durerà fino al 13 luglio, quando il Consiglio di Stato si riunirà in udienza collegiale.

Per l’orsa sono previste solo due possibilità: l’uccisione (anche se l’ordine dei veterinari del Trentino si è rifiutata di procedere a riguardo) o il trasferimento in un rifugio per orsi in Romania che ha già dato l’ok. Ma il regista Veronesi, come molte movimenti animalisti che stanno lottando incessantemente con decine di manifestazioni tra il Casteller e la sede della Provincia Autonoma, non ci sta: “Un orso ha bisogno di 100 chilometri quadrati di spazio per vivere bene e vogliono costringerla in 10 metri quadrati in Romania? Non garantire all’orsa il suo spazio vitale significa comunque una condanna a morte”.

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