Il giornalismo non deve occuparsi esclusivamente di fatti penalmente rilevanti, perché è interesse dell’opinione pubblica sapere, per esempio, “se un politico va a cena tutte le sere con un mafioso. E magari raccoglie voti perché, a parole, dice di combattere la mafia”. È il caso portato sul palco di Gioventù nazionale (i giovani di Fratelli d’Italia) dal direttore de il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, che ha parlato di informazione, giornalismo e democrazia partendo dalla riforma, promossa dal governo Meloni, sulle intercettazioni. “Ci sono scandali di cui devono occuparsi i giornalisti che non necessariamente hanno a che fare coi reati – ha spiegato Travaglio – ed è un diritto dei cittadini conoscere queste vicende, ed è dovere del giornalista raccontargliele. A noi elettori, per esempio, interessa sapere se un politico va a cena con un mafioso? Io direi di sì”. Tutto ciò è importante perché “è passata l’idea che se una notizia non è penalmente rilevante non va raccontata”. Il direttore del Fatto ha citato il recentissimo caso che ha visto coinvolto Gianfranco Micciché, deputato dell’Ars, membro di spicco di Forza Italia, che si riforniva di cocaina (anche con l’auto blu) dal pusher dei vip, finito agli arresti.

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