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La rivelazione di Sabrina Impacciatore: “A un provino mi dissero che non ero abbastanza bella per fare l’attrice”

Dal "giudizio" del primo provino al successo di White Lotus, Impacciatore ripercorre la sua carriera e racconta: "Avrei voluto il ruolo in Non ti muovere, quando si interessò Penelope Cruz piani per due mesi. Poi mi ha salvata l'ironia"

di F. Q.

Poteva essere una frase demoralizzante, di quelle che fanno passare la voglia anche solo di provarci, e invece per Sabrina Impacciatore è stata l’inizio di una carriera sempre in ascesa, fino al successo internazionale con The White Lotus. In una lunga intervista con il Corriere della Sera, l’attrice racconta della sua passione per il cinema, della sua tenacia e anche del suo primo provino.

In quella prima occasione l’assistente del regista le disse “non potrai mai fare l’attrice perché non sei abbastanza bella“. “Quel giudizio mi ferì moltissimo, ma la bellezza è la cosa più relativa che esista al mondo“, spiega Impacciatore parlando al quotidiano di Via Solferino, rivivendo quel momento. Un provino che, sicuramente, le è rimasto impresso ma che, appunto, non l’ha scoraggiata. Anzi.

Dall’inizio della carriera in Rai, fino ai primi ruoli, come quello in L’Ultimo bacio di Muccino, Impacciatore non smette di fare della recitazione la sua “droga”. Tanto da arrivare a conquistare anche l’America, con la serie tv The White Lotus. Dopo la proposta dei suoi agenti di candidarsi per il provino “avevo solo una domenica per realizzare il self-tape che avrei mandato alla produzione”, racconta. Così inizia uno studio matto e disperatissimo: “Ho ripetuto le scene per tutto il giorno, fino alla nausea”, dice. Fino a che, arrivata a sera, “non avevo nemmeno mangiato”. “In lacrime chiamo una mia amica e la imploro di venire ad aiutarmi”, spiega. L’amica va e insieme, fino alle 4 del mattino, selezionano i provini giusti da inviare. “Quando i miei agenti mi hanno cercata per dirmi che ero stata scelta sono impazzita”.

Ma la carriera di Impacciatore non è tutta in discesa. Nonostante il nome cinematografico, ispirato al film omonimo di Audrey Hepburn, “i miei genitori erano entrambi contrari alla recitazione e io li ringrazio”, racconta nell’intervista. Ma “la loro opposizione mi ha permesso di mettere alla prova la mia recitazione”. Così tra un lavoretto e l’altro, Impacciatore si paga i corsi di recitazione e cresce. Fino agli incontri con Carmelo Bene e Gianni Boncompagni. Il primo la “ingaggiò per fare una ricerca sul Don Chisciotte che doveva durare tre anni”, ma Impacciatore dovette rinunciare a causa di problemi di salute del padre. Il secondo, invece, Boncompagni, la aiutò proprio per far fronte ai problemi familiari. “Mio padre non poteva lavorare e io ero alla disperata ricerca di aiuto. Così chiamai Gianni, con cui avevo lavorato in passato a Domenica In come ragazza pon-pon. Gli chiesi se poteva aiutarmi a trovare un lavoretto qualsiasi”, racconta. Il lavoro, inizialmente, fu quello da segretaria di redazione a Mediaset, dove l’attrice venne assunta dopo tre colloqui. Poi Boncompagni le fece un provino per Non è la Rai. E così nacque “la posta di Sabrina”.

Tra i ruoli che avrebbe voluto interpretare, racconta infine, c’è quello di Italia in Non ti muovere. Impacciatore si preparò moltissimo per il provino, ma, alla fine, il ruolo andò a Penelope Cruz. Quando la sua agente la chiamò per dirle che Penelope Cruz aveva letto il libro ed era interessata al ruolo “ho capito subito che era finita” e “ho pianto per due mesi”. A risollevare l’attrice, alla fine, è stata l’ironia: “L’ho ribattezzata Penelope Puz. Da allora non sono più stata capace di pensarci senza farmi una bella risata“.

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