Confronto a Otto e mezzo (La7) tra il ministro degli Esteri dell’Ucraina, Dmytro Kuleba, e il direttore de Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, sull’opportunità di avviare ora i negoziati con la Russia.
Travaglio premette che l’Italia, pur divisa sull’invio delle armi a Kiev, è tutta unita nell’augurare all’Ucraina di vincere e di respingere “l’invasione criminale della Russia”.
Poi si sofferma sulle trattative, citando gli esperti militari americani secondo cui ci sono scarse possibilità che l’Ucraina riesca a recuperare in pochi anni tutti i territori occupati dalla Russia: “Il generale Mark Milley, che è il capo di stato maggiore dell’Esercito degli Stati Uniti, è scettico e sostiene che l’attuale fase di stallo sarebbe ideale per avviare un negoziato“.
Il direttore del Fatto chiede, quindi, al ministro se ha mai pensato all’eventualità peggiore, ovvero non riuscire a recuperare i territori e dover essere forzati a un negoziato successivo con molti più morti: “Non pensate che un giorno o l’altro potrete rimpiangere di non aver chiesto voi un cessate il fuoco per tempo?”.

Il ministro risponde con una metafora calcistica: “A me piace il calcio e immagino anche a lei. Facciamo finta che una squadra italiana debba giocare contro una squadra tedesca o inglese alla finale di Champions League. Lei si metterebbe nella situazione peggiore? Non si concentrerebbe sul tentativo di vincere? Se si inizia la partita con l’idea che alla fine si perderà, lei non vincerà mai. E io le assicuro che funziona così anche in guerra. Noi siamo disposti a negoziare con la Russia, una volta che si ritirerà dal territorio ucraino. Succederà. Vinceremo”.

Travaglio replica: “La sua metafora calcistica sarebbe perfetta se la partita stesse per incominciare. Anche a me piace il calcio. Se si gioca in campo e dopo un anno e mezzo una squadra prende 5 gol, come è successo a voi con l’occupazione della Crimea e poi di 4 vostre regioni e con le vostre controffensive che hanno sfiorato più o meno i pali senza centrarli mai, si pone un problema nei confronti dei vostri alleati. Io le ho citato il generale Milley, il capo di tutte le forze armate americane, non un amico di Putin. E lui afferma che non ce la farete a pareggiare quei 5 gol e a fare il sesto”.
E chiede al ministro se è così convinto che gli Usa, con lo scetticismo che c’è nei vertici militari sulla controffensiva ucraina, manterranno per tanti anni lo stesso livello di sostegno finanziario e militare che hanno assicurato.

Kuleba rilancia con una nuova metafora calcistica, rievocando la finale del 25 maggio 2005 di Champions League tra Milan e Liverpool, partita che si concluse ai rigori con la sconfitta della squadra rossonera: “Fu una partita molto affascinante. C’era Shevchenko, il più bravo calciatore ucraino. Dopo il primo tempo, il Milan, che dominava in lungo e in largo sul terreno di gioco, vinceva 3 a 0. Sono sicuro che io non debba ricordarle come sia finita la partita. Io tifavo per il Milan e sono stato molto male dopo quella finale. Questo, insomma, è un gioco intellettuale“.
Riguardo ai generali statunitensi, il ministro ricorda che 3 giorni dopo l’invasione russa i generali della Nato diedero al massimo 10 giorni di vita all’Ucraina. E chiosa: “Sono sicuramente i massimi esperti, ma quando sento le loro argomentazioni, io rispondo: ‘Ragazzi, il vostro lavoro è essere scettici, il mio è vincere”.

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Gli viene fatta una domanda su Santanchè e risponde lamentandosi del Fatto Quotidiano. La stramba analisi di Paolo Mieli su La7

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Il ministro ucraino Kuleba a La7: “Il 58% del nostro popolo è pronto a resistere per anni. Non vogliamo coinvolgere nessuno ma dateci le armi”

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