Pausa. Dopo dieci rialzi consecutivi la Federal Reserve, la banca centrale statunitense, ha deciso di lasciare invariati i tassi di interesse in una forchetta fra il 5% e il 5,25%. La Fed ha però segnalato la sua intenzione di effettuare almeno un altro aumento quest’anno. La banca centrale ha iniziato ad aumentare il costo del denaro nel marzo del 2022 per contrastare l’inflazione che si è attestata in maggio al 4%, il valore più basso da due anni. L ’inflazione resta “elevata” e la Fed prevede tassi al 5,6% alla fine del 2023 e al 4,6% nel 2024, si legge nelle tabelle allegate al comunicato finale della banca centrale. “Future azioni” sui tassi di interesse “dipenderanno dall’impatto della stretta e dagli sviluppi economici e finanziari”, afferma la Fed al termine della due giorni di riunione, assicurando che è pronta a rivedere la sua politica monetaria come appropriato se dovessero emergere i rischi che potrebbero impedire il raggiungimento degli obiettivi della stabilità dei prezzi e della massima occupazione.

“Restiamo fermamente impegnati a portare l’inflazione al target del 2%”, afferma il presidente della Fed Jerome Powell sottolineando che l’economia non funziona per tutti senza la stabilità dei prezzi. “Ulteriori rialzi dei tassi potrebbero essere appropriati quest’anno“. L’inflazione è “moderata” rispetto allo scorso anno, ma la “strada è ancora lunga” per tornare al target del 2%, aggiunge Powell spiegando che un taglio dei tassi di interesse non è appropriato quest’anno: “parliamo di un paio di anni” prima di una riduzione.

La Fed prevede un prodotto interno lordo americano in crescita nel 2023 dell’1% e nel 2024 dell’1,1%. Il tasso di disoccupazione è atteso al 4,1% quest’anno e al 4,5% nel 2024, mentre l’inflazione sarà al 3,2% nel 2023 e al 2,6% nel 2024. Le decisioni della Fed, che determinano anche i rapporti del dollaro con le altre valute, hanno ripercussioni a livello globale e incidono sulle decisioni della Banca centrale europea. Tassi americani in rialzo “costringono” la Bce a seguire la stessa strada per evitare una fuga di capitali verso gli Usa. La pausa della Fed lascia qualche margine in più alla Bce che domani si riunisce anche per valutare mosse sul costo del denaro nell’area euro.

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