Diceva Silvio Berlusconi di aver subito 136 processi per un totale di 3672 udienze. Numeri che ovviamente l’ex presidente del consiglio aveva arrotondato parecchio per eccesso. È indubbio, però, che nella sua lunga vita l’uomo di Arcore sia riuscito a finire sotto inchiesta per una quota consistente dei reati previsti dal codice. I procedimenti subiti per la verità sono 36, due di questi sono ancora in corso: si tratta del processo cosiddetto “escort“, che a Bari vede Berlusconi imputato per induzione a rendere false dichiarazioni all’autorità giudiziaria, con l’accusa di aver pagato le bugie dette dall’imprenditore barese Gianpaolo Tarantini ai pubblici ministeri che indagavano sulle prostitute portate tra il 2008 e il 2009 nelle residenze dell’allora premier. Per questo procedimento la presidenza del Consiglio dei ministri ha revocato la costituzione di parte civile. L’altro procedimento in corso è ancora alle fasi delle indagini preliminari: è l’inchiesta della procura di Firenze che indaga Berlusconi per concorso nelle stragi del 1993, insieme a Marcello Dell’Utri. Si tratta di un’indagine già aperta e archiviata in passato per due volte. In entrambi i casi i procedimenti si estingueranno con un non luogo a procedere. Per quanto riguarda gli altri procedimenti, il conto totale è di 13 sentenze di assoluzione – l’ultima in primo grado nel Ruby ter – 10 procedimenti archiviati, 8 prescritti e per 2 è intervenuta l’amnistia. Insomma: Berlusconi l’ha quasi sempre fatta franca. Ecco, in breve, la storia dei processi e delle indagini su Silvio Berlusconi.

CONDANNE: 1
Processo Mediaset (frode fiscale) – È l’unico procedimento in cui Berlusconi è stato condannato in via definitiva nel 2013 per la frode fiscale da 368 milioni di dollari sui diritti di film americani da parte di Mediaset, di cui 7,3 milioni di euro sopravvissuti alla prescrizione. Condannato a 4 anni, grazie all’indulto ne ha scontato solo uno ai servizi sociali all’Istituto Sacra Famiglia di Cesano Boscone. Espulso dal Senato dopo la condanna per la legge Severino, nel 2018 ha ottenuto la riabilitazione, candidandosi l’anno dopo alle Europee e poi nel 2022 al Senato. Nella sentenza della Cassazione si legge: “Berlusconi fu l’ideatore e il beneficiario del meccanismo del giro dei diritti che a distanza di anni continuava a produrre effetti (illeciti) di riduzione fiscale per le aziende a lui facenti capo in vario modo… Il sistema organizzato da Silvio Berlusconi ha permesso di mantenere e alimentare illecitamente disponibilità patrimoniali estere, conti correnti intestati ad altre società che erano a loro volta intestate a fiduciarie di Berlusconi… sistema che consentiva la disponibilità del denaro separato da Fininvest e occulto”.

PRESCRIZIONI: 8
All Iberian 1 (finanziamento illecito) – L’indagine Mediaset nasceva dal processo All Iberian, cioè il nome di una società occulta che per gli inquirenti aveva nascosto fondi neri della Fininvest. Berlusconi era accusato di finanziamento illecito al Psi per aver versato 21 miliardi di lire in nero a Bettino Craxi. Nel processo di primo grado, concluso il 13 luglio del 1998, il proscioglimento per prescrizione era stato dichiarato solo rispetto a dieci dei 23 miliardi contestati; per la restante parte, il fondatore di Forza Italia era stato condannato a due anni e quattro mesi di reclusione e al pagamento di una multa di dieci miliardi. Il 22 novembre 2000, però, la Corte di Cassazione – confermando la sentenza d’appello emessa il 26 ottobre 1999 – ha dichiarato la prescrizione del reato. La Suprema Corte non ha ritenuto di assolvere l’imputato nel merito, come avrebbe potuto fare se la prova dell’innocenza fosse stata evidente.

Lodo Mondadori (corruzione giudiziaria) – È il processo sulla cosiddetta “Guerra di Segrate”. Berlusconi era accusato (assieme a Cesare Previti, Attilio Pacifico, Giovanni Acampora e Vittorio Metta) di concorso in corruzione in atti giudiziari, per aver pagato i giudici di Roma in modo da ottenere l’annullamento del cosiddetto Lodo Mondadori, permettendo all’uomo di Arcore di riprendersi il primo gruppo editoriale italiano da Carlo De Benedetti. In appello l’accusa viene derubricata in corruzione semplice. Scatta la prescrizione. Nella sentenza della Corte d’Appello di Milano, confermata dalla Corte di Cassazione il 16 novembre 2001, Berlusconi viene definito “privato corruttore”. Per la corruzione giudiziaria Previti, Pacifico e Acampora furono invece condannati in via definitiva a un anno e sei mesi, il giudice Metta (il relatore del giudizio sul lodo) a due anni e nove mesi. La sentenza di appello, confermata dalla Cassazione, dice esplicitamente che l’ex premier aveva “la piena consapevolezza che la sentenza era stata oggetto di mercimonio“.

Processo Mills – Berlusconi era accusato di corruzione in atti giudiziari per aver pagato con 600mila dollari la falsa testimonianza di David Mills nei processi sulle tangenti alla Guardia di Finanza e All Iberian. Deposizioni che hanno “tenuto Mr. B. fuori da un mare di guai in cui l’avrei gettato se avessi detto tutto quel che sapevo”, scriveva l’avvocato inglese al suo commercialista. Mills fu processato subito e condannato a quattro anni e mezzo sia in primo grado che in appello: nel 2009 poi la Cassazione ritoccò all’indietro la data della consumazione del reato, facendo scattare la prescrizione. La posizione di Berlusconi invece fu stralciata per effetto del lodo Alfano, che sospendeva i processi alle alte cariche dello Stato: quando la Consulta lo dichiarò incostituzionale, il procedimento nei confronti dell’ex premier riprese e si concluse direttamente con una sentenza di prescrizione, il 25 febbraio del 2012. Determinante per salvare entrambi fu la legge ex Cirielli (dal nome dell’attuale viceministro degli Esteri), approvata nel 2005 dalla maggioranza berlusconiana, che tagliò da 15 a 10 anni il termine di prescrizione del reato di corruzione in atti giudiziari (commesso nel 1999). Nella sentenza della Cassazione su Mills si legge: “Il fulcro della reticenza di David Mills, in ciascuna delle sue deposizioni si incentra nel fatto che egli aveva ricondotto solo genericamente a Fininvest, e non alla persona di Silvio Berlusconi, la proprietà delle società offshore, in tal modo favorendolo in quanto imputato in quei procedimenti… Si era reso necessario distanziare la persona di Silvio Berlusconi da tali società, al fine di eludere il fisco e la normativa anticoncentrazione, consentendo anche, in tal modo, il mantenimento della proprietà di ingenti profitti illecitamente conseguiti all’estero e la destinazione di una parte degli stessi a Marina e Pier Silvio Berlusconi”.

Caso Lentini-Milan (falso in bilancio) – Berlusconi era accusato di aver pagato 10 miliardi di lire in nero al presidente del Torino, Gian Mauro Borsano, nell’acquisto da parte del Milan del calciatore Gianluigi Lentini. L’ex premier viene prescritto grazie alla concessione delle attenuanti generiche e alla riduzione dei termini di prescrizione introdotta dalla nuova legge sul falso in bilancio, varato dal governo dello stesso imputato Berlusconi.

Caso Unipol (divulgazione di segreto) – Il processo, per divulgazione di segreto d’ufficio, riguardava la diffusione della celebre intercettazione “Abbiamo una banca?”, la domanda che Piero Fassino, allora segretario dei Ds, rivolse all’amministratore delegato di Unipol Giovanni Consorte, riferendosi alla scalata di Bnl. Quel nastro non era depositato, ma il suo contenuto finì lo stesso in prima pagina sul Giornale. Si scoprì poi che a farlo uscire erano stati Paolo e Silvio Berlusconi, che se l’erano visto offrire direttamente dall’azienda che aveva realizzato le intercettazioni. In primo grado l’ex premier fu condannato a un anno di carcere, suo fratello a due anni e tre mesi ed entrambi a risarcire Fassino con ottantamila euro: in Appello il reato fu dichiarato prescritto.

Bilanci Fininvest 1998-1992 (falso in bilancio) – L’accusa riguardava i fondi neri sottratti ai bilanci del gruppo. Reato che viene considerato prescritto grazie alla concessione delle attenuanti generiche e alla riduzione dei termini di prescrizione introdotta dalla nuova legge sul falso in bilancio, varato dal governo dello stesso imputato Berlusconi.

Consolidato Fininvest (falso in bilancio) – L’accusa riguardava fondi neri per 1500 miliardi di lire su 64 società offshore del “comparto B” della Fininvest. Reato che viene considerato prescritto grazie alla concessione delle attenuanti generiche e alla riduzione dei termini di prescrizione introdotta dalla nuova legge sul falso in bilancio, varato dal governo dello stesso imputato Berlusconi.

Corruzione del senatore De Gregorio (corruzione impropria) – Silvio Berlusconi era accusato di aver corrotto l’ex senatore di Italia dei Valori, Sergio De Gregorio, con 3 milioni di euro per votare la sfiducia al governo di Romano Prodi nel 2008. In primo grado era stato condannato a 3 anni insieme all’ex direttore de L’Avanti Valter Lavitola. In appello il reato era stato prescritto, sentenza poi confermata dalla Cassazione che aveva riqualificato il reato in corruzione impropria. Nella sentenza della Cassazione si legge: Nel giugno 2006 deve ritenersi avvenuta tra il Berlusconi e l’ex senatore Sergio De Gregorio una pattuizione, propiziata anche dall’intervento del Lavitola, nella quale, a fronte della promessa e della successiva erogazione di euro 3.000.000, era stata dedotta l’attività parlamentare del De Gregorio… (per) realizzare l’aspirazione del Berlusconi a far cadere il governo Prodi… Un vulnus all’immagine del parlamentare… idonea a inficiarne la correttezza e la dignità, a fronte dell’indebita retribuzione”.

AMNISTIE: 2
Bugie sulla P2 (falsa testimonianza). Berlussconi era accusato di avere mentito al Tribunale di Verona sulla sua iscrizione alla P2 di Licio Gelli. Reato accertato, ma amnistiato nel 1990. Nella sentenza della corte d’Appello di Venezia si legge: “Berlusconi ha dichiarato il falso… con dichiarazioni menzognere e compiutamente realizzato gli estremi obiettivi e subiettivi del delitto di falsa testimonianza” (sentenza definitiva di amnistia per falsa testimonianza sulla sua iscrizione alla loggia P2. Corte d’Appello di Venezia, 23 ottobre 1990).

Fondi neri Macherio (frode fiscale, appropriazione indebita e falso in bilancio). Era accusato di aver pagato 4, 6 miliardi di lire in nero per acquistare i terreni di Macherio. Due accuse di falso in bilancio vengono prescritte, amnistiato un terzo, viene assolto per tutto il resto.

ASSOLUZIONI: 13
Depenalizzazioni: 2
All Iberian/2 (falso in bilancio). Il secondo troncone del processo All Iberian riguardava i fondi neri transitati offshore. Berlusconi viene assolto perché “il fatto non è più previsto dalla legge come reato” visto che il reato di falso in bilancio viene depenalizzato dal governo dell’imputato Berlusconi.
Sme-Ariosto/2 (falso in bilancio). Berlusconi era finito sotto inchiesta per fondi neri accumulati all’estero per corrompere i giudici. Viene assolto perché “il fatto non è più previsto dalla legge come reato”: il reato di falso in bilancio è stato depenalizzato dal governo dell’imputato Berlusconi.

Il fatto non costituisce reato:1

Ruby 1 (Prostituzione minorile) – E’ il processo che ruota attorno a Karima El Mahroug, detta Ruby Rubacuori, la minorenne marocchina che nel 2010 si trova in Questura a Milano per un sospetto furto. Berlusconi telefona per chiedere che la ragazza sia affidata all’allora consigliera regionale Nicole Minetti, e non invece a una comunità per minorenni. I suoi difensori diranno che l’allora premier pensava di avere a che fare con la nipote di Hosni Mubarak, presidente dell’Egitto. In primo grado Berlusconi viene condannato a 7 anni per prostituzione minorile e concussione. In appello viene assolto perché il fatto non sussiste, riguardo alla concussione, che nel era stata spacchettata in due (per costrizione e per induzione) dalla legge Severino. La procura aveva contestato la concussione per induzione, ma i giudici del primo grado avevano riqualificato il reato aggravandolo dall’induzione alla costrizione. Contestazione che non aveva retto davanti ai giudici dell’Appello, lo avevano assolto anche dall’accusa di prostituzione minorile, sostenendo che non costituisse reato: “Ci fu prostituzione, ma la conoscenza dell’età non è stata supportata da prove adeguate”, si legge nella sentenza. Confermata poi dalla Cassazione: “È acquisita la prova certa – si legge nelle motivazioni degli ermellini – che, presso la residenza di Arcore di Silvio Berlusconi e nell’arco temporale… 14 febbraio-2 maggio 2010, vi fu esercizio di attività prostitutiva che coinvolse anche Karima El Mahroug“.

Il fatto non sussite: 10

Ruby ter (corruzione in atti giudiziari) – L’ultima assoluzione, al momento in primo grado, riguarda il terzo troncone del processo Ruby, quello relativo alla presunta corruzione dei testimoni dei primi due processi. Berlusconi viene assolto dall’accusa di corruzione in atti giudiziari, insieme ad altre 25 persone, tra cui la stessa Karima “Ruby” el Mahroug.

Ruby ter, filoni di Roma e Siena (corruzione in atti giudiziari) – Il processo Ruby ter ha anche altri due filoni che si sono conclusi in primo grado, entrambi con la formula dell’assoluzione perché il fatto non sussiste. A Siena era a processo insieme al pianista Danilo Mariani, a col musicista Mariano Apicella. In entrambi i casi l’ex premier era accusato di aver pagato i due per indurli a rendere testimonianze edulcorate sulle serate a villa San Martino.

Sme-Ariosto/1 (corruzione) – Berlusconi era accusato di aver corrotto il giudice Filippo Verde con 750 milioni di lire e il giudice Renato Squillante con 500 milioni. La corruzione serviva a vincere la causa Sme (Società Meridionale di Elettricità) che era stata in un primo momento ceduta dall’Iri di Romano Prodi a Carlo De Benedetti. Berlusconi sarà assolto sia in Appello che in Cassazione.

Guardia di Finanza (corruzione) – L’accusa riguardava il pagamento di quattro tangenti a ufficiali della Guardia di Finanza impegnati in verifiche fiscali in aziende Fininvest. Dopo una condanna in primo grado a 2 anni e 9 mesi, Berlusconi viene prescitto in appello e infine assolto in Cassazione per insufficienza di prove (il comma 2 dell’articolo 530 codice di procedura penale).

Medusa (falso in bilancio) – La contestazione riguardava un filone del processo Mediaset, 10 miliardi di lire che erano stati accantonati in nero dall’acquisto di Medusa Cinema. Berlusconi viene condannato in primo grado a 1 anno e 4 mesi, assolto in appello e Cassazione. I giudici dell’appelo scrivono che le “rilevanti dimensioni del patrimonio di Silvio Berlusconi (che la difesa giustamente definisce extra ordinem) in cui le somme capillarmente suddivise andavano a confluire postulano impossibilità di conoscenza sia dell’ incremento sia (e soprattutto) della origine dello stesso”. In pratica Berlusconi era troppo ricco per accorgersi dell’arrivo di dieci miliardi (in cinque libretti al portatore) all’interno del suo sterminato patrimonio.

Mediatrade (frode fiscale e appropriazione indebita) – È un filone del processo Mediaset. L’accusa è legata a presunti fondi neri creati nell’acquisto di film dagli Stati uniti. Berlusconi viene prosciolto dal giudice per le udienze preliminari, per non aver commesso il fatto.

Sme-Ariosto/1 (corruzione) – Berlusconi era accusato di aver corrotto il giudice Filippo Verde con 750 milioni di lire e il giudice Renato Squillante con 500 milioni. La corruzione serviva a vincere la causa Sme (Società Meridionale di Elettricità) che era stata in un primo momento ceduta dall’Iri di Romano Prodi a Carlo De Benedetti. Berlusconi sarà assolto sia in Appello che in Cassazione.

Inchiesta Mediatrade di Roma (evasione fiscale) – Si tratta di uno stralcio dell’inchiesta milanese, conclusa con non luogo a procedere davanti al gup, decisione poi confermata in Cassazione.

Fondi neri Macherio (frode fiscale, appropriazione indebita e falso in bilancio). Era accusato di aver pagato 4, 6 miliardi di lire in nero per acquistare i terreni di Macherio. Due accuse di falso in bilancio vengono prescritte, amnistiato un terzo, viene assolto per tutto il resto.

ARCHIVIAZIONI: 10

Caso Saccà (corruzione) – Era accusat di aver promesso aiuti economici all’allora capo di Raifiction in cambio di lavori per cinque attrici da lui segnalate. È stato archiviato dal gip di Roma.

Voli di Stato (abuso d’ufficio e peculato) – L’accusa di aver ospitato alcune ragazze sull’aereo presidenziale da Roma a Olbia per i festini in Sardegna è stata archiviata dal Tribunale dei ministri.

Caso Sanjust (abuso d’ufficio e maltrattamenti) – L’ex marito di Virginia Sanjust, annunciatrice tv, denuncia l’ex premier per mobbing, accusandolo di avere una relazione con la sua ex consorte e per questo di averlo fatto allontare dal Sisde. La vicenda viene archiviata dal Tribunale dei ministri di Roma.

Agcom-Annozero (abuso d’ufficio) – Il Tribunale dei ministri di Roma archivia le pressioni che – secondo l’accusa – erano state fatte da Berlusconi sull’Agcom per far chiudere Annozero dalla Rai.

Diffamazione a mezzo stampa – Archiviata la denuncia dell’allora presidente della Lega delle Cooperative, Giuliano Poletti, nei confronti del leader di Forza Italia che aveva parlato – durante un’intervista televisiva – di rapporti tra dirigenti delle coop e la camorra.

Compravendita di senatori (corruzione) – L’indagine parte da un esposto di Antonio Di Pietro, che ipotizza la presunta corruzione da parte di Berlusconi dei senatori del suo partito Antonio Razzi e Domenico Scilipoti, in cambio del loro passaggio dall’IdV al Pdl nel dicembre 2010. La Procura apre un’inchiesta, ma alla fine chiede l’archiviazione. Dopo nuove indagini chieste dal gip Gaspare Sturzo, il fascicolo viene archiviato.

Traffico di droga – Nel 1983 Berlusconi era intercettato dalla Guardia di finanza, nell’ambito di un’inchiesta per spaccio di stupefacenti. L’indagine sarà archiviata sette anni più tardi.

Laurea di Antonio Di Pietro (diffamazione) – Aver accusato l’ex pm di Mani pulite di non aver conseguito correttamente la laurea, fa scattare una denuncia nei confronti dell’ex premier da parte dell’allora leader d’Italia dei valori. Di Pietro ritirerà la querela dopo il pagamento di un risarcimento da parte dell’ex premier.

Concorso esterno in associazione mafiosa e riciclaggio – Dopo le accuse di alcuni collaboratori di giustizia, come Salvatore Cancemi e Francesco Di Carlo, la Procura di Palermo iscrive Silvio Berlusconi nel registro degli indagati per concorso esterno in associazione mafiosa e riciclaggio di denaro sporco insieme a Marcello Dell’Utri e Filippo Alberto Rapisarda. Il 7 novembre 1996 la Procura chiede il rinvio a giudizio di Dell’Utri per concorso esterno e l’archiviazione di Berlusconi e Rapisarda. Il gip accoglie la richiesta per l’ex premier, scrivendo che “pur essendo emersi ad oggi diversi elementi che sembrano sostenere l’ipotesi accusatoria, la palese incompletezza delle indagini non consente di valutarne appieno il valore indiziario”. Questo perché i pm non hanno avuto tempo per valutare gli “elementi indiziari contenuti nell’enorme mole di materiale raccolto”. In seguito la procura di Palermo iscriverà per quattro volte Berlusconi nel registro degli indagati per questo tipo di reati, chiedendo e ottenendo sempre l’archiviazione. Dell’Utri, invece, verrà alla fine condannato per concorso esterno. Nelle motivazioni della Cassazione Berlusconi viene citato 137 volte. Dell’Utri viene condannato per aver “favorito e determinato” la “la conclusione di un accordo di reciproco interesse tra i boss mafiosi, nella loro posizione rappresentativa, e l’imprenditore amico Silvio Berlusconi. Grazie all’opera di intermediazione svolta da Dell’Utri, veniva raggiunto un accordo che prevedeva la corresponsione, da parte di Silvio Berlusconi, di rilevanti somme di denaro in cambio della protezione a lui accordata da parte di cosa nostra palermitana. Tale accordo era fonte di reciproco vantaggio per le parti che ad esso avevano aderito grazie all’impegno profuso da Dell’Utri: per Silvio Berlusconi esso consisteva nella protezione complessiva sia sul versante personale che su quello economico; per la consorteria mafiosa si traduceva, invece, nel conseguimento di rilevanti profitti di natura patrimoniale”.

Concorso nelle stragi del 1992 e 1993 –Alla fine degli anni ’90 Berlusconi e Dell’Utri vengono indagati dalle procure di Caltanissetta e Firenze come mandanti “a volto coperto” della stragi di Capaci e via d’Amelio, in Sicilia, e di quelle di via dei Georgofili nel capoluogo toscano, di via Palestro a Milano e del fallito attentato a Maurizio Costanzo in via Fauro a Roma. Entrambe le indagini vengono archiviate. A Firenze il gip scrive che i due indagati (iscritti con lo pseudonimo di Autore 1 e Autore 2) hanno “intrattenuto rapporti non meramente episodici con i soggetti criminali cui è riferibile il programma stragista realizzato”. Secondo il giudice c’era “una obiettiva convergenza degli interessi politici di cosa nostra rispetto ad alcune qualificate linee programmatiche della nuova formazione”, cioè Forza Italia. Sono scaduti, però, i termini massimi per indagare. A Caltanisetta (dove Berlusconi e Dell’Utri sono iscritti con il nickname di Alfa e Beta) il gip scrive che gli “accertati rapporti di società facenti capo al gruppo Fininvest con personaggi in varia posizione collegati all’organizzazione Cosa nostra, costituiscono dati oggettivi che rendono quantomeno non del tutto implausibili né peregrine le ricostruzioni offerte dai diversi collaboratori di giustizia”. L’indagine di Firenze sarà poi riaperta nel 2017, dopo le intercettazioni in carcere di Giuseppe Graviano: al momento non risulta essere ancora stata archiviata.

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