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Le città imperiali del Marocco, incantevoli rose del deserto

Un viaggio nel tempo seguendo le tracce nel deserto, lì dove spuntano città imperiali, ancore di civiltà millenarie tra tesori dinastici e vita quotidiana, chiassosa e coloratissima, da stemperare nella quiete di giardini segreti e palmeti rigogliosi, preludio del silenzio sahariano

Testo e Foto di E.Bittante - Alpitour World

Il sole spunta indorando il giorno senza nuvole, l’ora della preghiera si annuncia con il richiamo del Muezzin. I fiori degli alberi di jacaranda e gelsomino si schiudono profumando i vicoletti della Medina ancora immersi nell’ombra, umidi della notte. Ascoltate, si sente un brusio leggero, simile a quello di una platea impaziente prima di uno spettacolo: sono i venditori del souq che tra poco daranno inizio all’arte del mercanteggiare. Il tè nero incontra l’aroma della menta prima di essere versato nei bicchierini di vetro, si spremono melograni maturi mentre si sforna il pane, da cospargere di amlou, la crema a base di olio di argan, mandorle e miele. Tutto è pronto per alzare il sipario sullo spettacolo mattiniero delle città imperiali del Marocco, una storia che si ripete nella consuetudine delle tradizioni autentiche di un Paese millenario.

Un angolo d’Africa dal fascino irresistibile e misterioso, la propaggine nord-occidentale del Maghreb che si affaccia sull’Oceano Atlantico e lambisce il Mar Mediterraneo. Montagne innevate e aridi deserti, le boscose catene dell’Atlante sono un mondo parallelo rispetto alle dune del Sahara che disegnano gli orizzonti del sud-ovest, sino a fondersi con il blu dell’oceano. E ancora oasi incantate e gole profonde, orridi meravigliosi che delineano un territorio geologicamente eterogeneo, da sempre attraversato da popoli e civiltà che qui fondarono città e kasbah, talvolta arroccate sull’impensabile.

Cartaginesi, Romani, Arabi e dinastie berbere che si susseguirono nei secoli intarsiando il territorio con opere e infrastrutture, resero magnifiche le città imperiali. Qui le architetture testimoniano la storia, così gli usi e i costumi, tradizioni da vivere. Bastano 8 giorni e 7 notti per realizzare il sogno, con Tour “Città imperiali e deserto” di Made by Turisanda: 1244 km da percorrere, un itinerario che vi porta alla scoperta del passato millenario e della cultura che ne è testimone. Una proposta della collezione History di Made by Turisanda, pensata per chi ama viaggiare nello spazio ma anche nel tempo, in compagnia di guide esperte parlanti italiano che vi introdurranno nella magia del folklore locale e vi stuzzicheranno con enigmi irrisolti, domande che si perdono nella notte dei tempi.

Casablanca la moderna, Rabat la Capitale e la città fortificata di Meknes

Un viaggio itinerante dallo spirito nomade che non rinuncia ai trattamenti esclusivi di una vacanza indimenticabile. Con History di Made by Turisanda scoprirete che l’avventura può combinarsi a soggiorni rilassanti nei migliori hotel e riad, le strutture tipiche del Marocco in cui vivere atmosfere da mille e una notte. Un itinerario che esplora anche il gusto, con pasti inclusi e prime colazioni che vi coccoleranno sin dal primo mattino con sapori autentici che spaziano dalla dolcezza dei datteri al sentore vivo del succo di melograno. Dagli ingredienti a chilometro zero, alle cotture tipiche delle pietanze, come la carne cotta nelle pentole Tajine, capaci di trasformare un pranzo o una cena in un’esperienza.

Si parte da Casablanca, la città coloniale affacciata sull’Oceano Atlantico. L’animo cosmopolita e un pizzico di frenesia svelano una vocazione commerciale sempre più orientata al futuro, vita che scorre dinamica tra architetture moderne, stile coloniale francese, moresco e Art Deco europeo. Tappa al Quartiere Habbous per poi proseguire fino a Piazza Mohammed V. Due passi lungo la Corniche sino alla Moschea Hassan II, che si annuncia con un minareto di ben 210 metri affacciato sulle onde. Mix and match di stili anche a Rabat, la capitale del Marocco situata lungo le rive del fiume Bou Regreg, ma sempre con importanti testimonianze del passato. Tra palazzi del potere e nuovi progetti di una città in divenire, non manca uno straordinario patrimonio islamico e del colonialismo francese, come la Kasbah degli Oudaia. Il tour prevede una visita agli esterni del palazzo Reale, all’iconica torre di Hassan e al Mausoleo Mohammed V prima di proseguire il tour in direzione Meknes. Questo centro è un magnifico esempio di città fortificata: ad orlarla 40 chilometri di mura, ritmate da alti bastioni e da 9 porte monumentali, accessi per raggiungere Piazza Hedim, la Medina, Porta Bab El Mansour e il quartiere ebraico.

Fez, la più antica delle città imperiali, il verde Atlante e le porte del deserto

Il percorso prosegue nella capitale spirituale del Marocco, Fez, la più antica delle città imperiali e una delle più importanti per storia e cultura di tutto il Paese. Tuffo nel passato esplorando il quartiere Fès-el-Jdid, a spasso per la Piazza del Mechouar, sino a giungere al cospetto delle splendide porte del Palazzo Reale. Viaggiare è un’esperienza sensoriale, ve ne renderete conto visitando le concerie di pellami, per poi allietare le narici con i profumi delle spezie al souq dove “conquisterete” qualche chincaglieria contrattando: giocate al ribasso con un pizzico di astuzia, anche un centesimo guadagnato regala soddisfazioni da jackpot milionario. Dopo il chiasso gioioso del mercato, vi aspettano silenzi parlanti della Medersa el-Attarine, del Mausoleo di Moulay Idriss e della Moschea al-Qarawiyyin, famosa per essere la prima Università del mondo arabo.

Il tour lascia la città per dirigersi verso il Medio Atlante, montagne ammantate da inattesi boschi di cedri che superano anche i 40 metri di altezza. In questo eden spuntano realtà come Ifrane, chiamato anche la “Piccola Svizzera marocchina” per l’architettura delle case, e Azrou, uno dei centri berberi più famosi che spicca tra il verde delle alture, mimetizzando le sua abitazioni con tegole smaltate della stessa tonalità. Per una natura dai toni dorati dovrete attendere Erfoud, la cittadina alle porte del deserto. Qui è possibile partecipare ad un’escursione facoltativa a Merzouga, perfetta per ammirare il tramonto che sfuma le nuance calde del giorno tra le dune dell’Erg Chebbi.

Valli incantate e Marrakech, la “città rossa”

La bellezza del deserto attrae e ammalia, rivelando spettacoli inattesi come la Valle del Datteri e delle Rose, natura generosa che a poca distanza sprofonda nelle voragini delle Gole di Todra. L’itinerario sosta anche a Ouarzazate e Ait-Ben-Haddou, nota per la Kasbah di Ait-Ben-Haddou, patrimonio UNESCO nonché scenario di numerosi film. Si prosegue sfidando le pendenze sino ad attraversare il Passo del Tichka, a quota 2.260 metri, per poi scendere in direzione Marrakech, l’ultima città imperiale del tour.

La chiamano “città rossa”per l’uso omogeneo della pietra arenaria nelle costruzioni, ma è associata anche al blu, quello che stregò Delacroix e Yves Saint Laurent nei giardini Majorelle. Una città suggestiva, incastrata nel caos urbano di motorini sferraglianti e taxi improvvisati, e nel silenzio dei giardini profumati di rose e aranci. Il cuore pulsante è piazza Jamaa el-Fna, conosciuta anche come la “Place”, Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Tappe immancabili ai giardini della Menara, all’esterno della Koutoubia, la principale Moschea della città dove svetta il Minareto, considerato il faro simbolico di Marrakech. Il percorso prosegue con il quartiere della Kasbah, le Tombe Saadiane e la visita del sontuoso Palazzo Bahia, ma un viaggio in Marocco non può dirsi completo senza un’esperienza in Hammam, in una bellissima spa della Medina, molto più di una beauty routine ma un rituale millenario che ritempra lo spirito e il corpo. Lasciatevi coccolare da un massaggio all’olio d’argan, prima di prepararvi per una cena speciale in un ristorante tipico marocchino, magari su una terrazza con vista della Medina, il volto più autentico della città che luccica nella notte profumata di incensi e gelsomino, dove impazza la danza del ventre e i chiromanti leggono l’indomani sui palmi delle mani intrisi di henné, un vezzo estetico millenario. In Marocco anche l’effimero può avere radici profonde.

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