Le nuove uscite di cui parlo oggi sono quasi tutte in sala dall’11 maggio e presentano una varietà di storie e personaggi che toccano anche alcuni estremi indicibili dell’animo umano. Con L’amore secondo Dalva la regista Emmanuelle Nicot esordisce nel lungometraggio. Un plot da brividi ma sviluppato con gentilezza e lucidità. Cresciuta precocemente come una donna bambola da un padre pedofilo in un’ovattata love story, la dodicenne Dalva ne viene allontanata dai servizi sociali. Premio Fipresci e Migliore attrice alla giovanissima Zelda Samson per la Semaine de la Critique al Festival di Cannes edizione 2022, quest’opera prima riflette tutta la solidità di una profonda osservazione sul campo e un grande lavoro con il cast. Ma al tempo stesso mostra il dramma del sopruso nella distorsione e nella resistenza al recupero. E la piccola protagonista è un portento d’attrice.

Invece è un’attrice decana del cinema nipponico di Yōji Yamada, Chieko Baishō, che nel secondo film di oggi, Plan 75, da anziana protagonista cercherà di perdere… la vita. In un futuro prossimo, per rallentare l’invecchiamento della sua popolazione, il Giappone emette un Plan75, eutanasia di Stato per alleggerire la società dalla dispendiosa assistenza agli anziani over 75 consenzienti, con tanto di liquidazione offerta per la morte dolce. La burocrazia macabra su questo welfare distopico è drammaticamente vicina al nostro mondo, per questo l’opera prima di Chie Hayakawa scuote e accarezza insieme lo spettatore attraverso l’incontro della vecchina solitaria con un’operatrice telefonica che diverrà sua amica nonostante il regolamento. Dramma toccante contro una società anaffettiva da guardare tutto d’un fiato.

In senso di thrilling invece il fiato rischia di spezzarlo La caccia di Marco Bocci. Giunto all’opera seconda, a detta della moglie Laura Chiatti, qui tra i 5 protagonisti, il regista è un bravo padre e marito, ma per le sue storie da cinema, com’era anche nel suo potente esordio, diventa un distruttore di famiglie. Quattro fratelli che fuggono disperatamente dal passato, tra cui una Chiatti tagliente e oscura, devono dividersi l’eredità del ricco padre defunto che da piccoli li educò alla caccia. scritto dal regista insieme ad Alessandro Pondi e Alessandro Nicolò, questo dramma fratricida si rifà alla favola I quattro fratelli ingegnosi dei Grimm articolandosi tra ricordi passati di un’infanzia segnata dal padre ossessivo Peppino Mazzotta e una raffinata narrazione a orologeria di sogni, miserie e vanagloria: il loro presente.

Tutto il cast, con la rabbia repressa allo specchio di Paolo Pierobon, il nichilismo faccendiere di Filippo Nigro, l’oblio profondo e autoironico di Pietro Sermonti offre un valore aggiunto ai personaggi di un film atipico per il panorama italiano, dal cinismo quasi mitteleuropeo o scandinavo. Passato al Riviera International Film Festival di Sestri Levante, è attualmente in tour nelle sale con regista e cast.

Al cinema con 6 film: dall’incesto al masochismo passando per amore, eutanasia e lotte fratricide

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