L’arrogante risposta del Ministro della guerra Guido Crosetto al noto scienziato Carlo Rovelli costituisce, con ogni evidenza, l’ennesima dimostrazione del carattere profondamente autoritario ed antidemocratico di questo governo. Crosetto ha tentato di zittire Rovelli accusandolo di incompetenza (“non sa di cosa parla, torni a fare il fisico”) il che indurrebbe a sacrosante interminabili risate se non si trattasse di presa di posizione gravissima e che merita una risposta precisa e contundente.

Lasciamo pure stare il fatto che Crosetto parla a nome di una congrega di politici oscenamente incompetenti dei quali ogni giorno che Dio manda in terra ci offre incomparabili esemplari di imprese davvero incredibili, dall’incapacità di spendere i miliardi del Pnrr alle grottesche campagne pubblicitarie pagate a suon di milioni dalla Santanché.

Il problema vero è che Crosetto si erge a competente esclusivo, insieme magari alla Meloni, Stoltenberg e pochi altri, a decidere su questioni, come la pace e la guerra, che riguardano da vicino il futuro di ciascuno di noi, dei nostri discendenti e dell’intera razza umana. Egli cioè si autoproclama responsabile e detentore delle scelte supreme della collettività nazionale in ordine alla vita e alla morte nostra ed altrui.

Probabilmente tale sua malsana convinzione deriva dalla fiducia accordatagli da una minoranza netta del corpo elettorale (ricordiamo che alle ultime elezioni politiche ha votato a favore del centrodestra il 43,79% del 63,91% pari al 27,9% dell’elettorato complessivo), senza contare il fatto che settori significativi dell’alleanza di centro destra non sono affatto compatti sulla linea bellicista e che importanti esponenti della stessa area politica della Meloni, Gianni Alemanno tra tutti, sono coraggiosamente scesi in campo contro l’invio delle armi all’Ucraina, dimostrando che taluni non antifascisti come lui sono in grado di interpretare e applicare la Costituzione e in particolare il suo art. 11 meglio di tanti finti antifascisti. La presa di posizione di Alemanno, per la quale l’ho voluto ringraziare personalmente, auspicando iniziative comuni (e tale apprezzamento mi pare tanto più importante in quanto promana da un fiero e bellicoso antifascista militante come il sottoscritto), non è dovuta solo a una sacrosanta passione per la pace ma anche a un’intelligente intuizione politica, secondo la quale anche nel campo di Fratelli d’Italia le persone contrarie alla guerra sono molte e sono del tutto sottorappresentate. Condizione che le persone che si riconoscono nella destra hanno del resto in comune con l’insieme del popolo italiano di cui fanno parte.

I sondaggi, che danno senz’altro la maggioranza a coloro che sono contrari all’invio delle armi e chiedono un ruolo di pace del nostro Paese, riflettono infatti solo in parte una realtà che a mio avviso e ben più vasta. Non è d’altronde casuale che buona parte delle alte gerarchie militari, quella parte cioè sicuramente maggioritaria che ha deciso di non conferire il proprio cervello all’ammasso conferendone la gestione al buon Crosetto, ottimo come piazzista di armi ma pessimo come stratega e statista, abbia espresso e continui ad esprimere documentate e motivate perplessità sulla linea aggressiva e suicida prescelta dalla Nato per far contento l’attuale padrone statunitense, cioè il malfermo Biden che punta tutto sulla continuazione della guerra per poter avere la meglio alle prossime presidenziali, mentre i media pompano anche la prossima a loro dire inevitabile guerra contro la Cina.

Tornando all’intemerata del piazzista contro lo scienziato, occorre agire in senso diametralmente opposto a quanto preteso, non si sa bene in base a quale legittimazione, dal primo. Ovvero mettere i piedi nel piatto della scelta politica relativa alla pace e alla guerra. Molti sono gli strumenti per adoperarsi in tale senso, facendo affermare la scelta della pace contro questo governicchio di agenti dello straniero. Innanzitutto la mobilitazione dei lavoratori e delle lavoratrici, che devono vedere la propria avanguardia nei portuali di Genova, già autori di importanti azioni di lotta contro il traffico di armamenti e che troveranno un grande momento di espressione nello sciopero convocato dall’Unione sindacale di base per il 26 maggio (sperando che anche Landini e Bombardieri escano dal loro stato catalettico).

E ancora, i referendum sui quali è in corso la raccolta delle firme (mi pare che lo stesso Alemanno ne abbia annunciato uno ulteriore), che consentiranno al popolo italiano di dire la propria opinione, schiacciando sotto una valanga di no le sinistre cornacchie fautrici della catastrofe nucleare ogni giorno più vicina.

Per il futuro non ci servono piazzisti o armocromisti, ma un saldo e amplissimo schieramento di autentici patrioti e patriote, che ambiscono a un ruolo autonomo e di pace del nostro Stato, in consonanza colla Costituzione repubblicana che ne regge i destini.

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