di Alessio Andreoli

La Finlandia è entrata nella Nato. La Nato (North Atlantic Treaty Organization) è un’alleanza militare intergovernativa e fu fondata immediatamente dopo la fine della seconda guerra mondiale nel 1949. E’ un sistema di sicurezza collettiva dove i membri si impegnano a difendersi a vicenda da eventuali attacchi di nemici. I paesi aderenti possono ospitare e ospitano basi militari Nato comprese testate nucleari o aeroporti militari.

Ovviamente gli Usa sono, diciamo così, i maggiori azionisti di questa organizzazione ed è lo Stato con maggior peso all’interno dell’organizzazione stessa. A conferma di questo è il fatto che il trattato fu firmato a Washington e durante il famoso periodo della guerra fredda fu fondamentale il ruolo americano contro il nemico rappresentato dall’allora Unione Sovietica.

Purtroppo la Nato è intervenuta militarmente anche quando nessuno degli Stati membri è stato direttamente attaccato come ad esempio in Bosnia o in Afghanistan e recentemente, come sappiamo sta armando l’Ucraina. Utilizzando una sgrammaticatura istituzionale (se usa questo termine il Presidente del Consiglio posso usarlo anch’io, l’importante è che non sia un inglesismo visto quanto può costarmi) si può dire che l’America, facendosi scudo della Nato spinge i paesi aderenti alla Nato stessa ad entrare in guerra anche solo quando sente minacciata la propria egemonia mondiale. Naturalmente se ho scritto una fesseria poi posso sempre ritrattare o scusarmi.

Con l’adesione della Finlandia il confine tra la Russia ed i paesi Nato si è praticamente raddoppiato, quindi utilizzando, ancora una volta, una sgrammaticatura istituzionale si può dire che il confine tra gli Usa e la Russia si è allungato di circa 1300 km, in pratica il doppio di quello attuale. Il doppio significa doppie basi militari targate Nato a ridosso della Russia.

Per comprendere quanto sia pericolosa una cosa del genere basta andare un po’ indietro nel tempo e ricordare la crisi di Cuba del 1962, quando l’allora Unione Sovietica installò missili nucleari sul suolo cubano a circa 150 km dalla Florida. Per tornare al giorno d’oggi, la Finlandia non ha più quel ruolo di cuscinetto fra la Nato e l’attuale Russia (non l’Unione Sovietica) e ci sono 1300 km in più dove poter schierare basi militari di qualsiasi tipo e genere, compresi missili nucleari.

Al di là del ruolo che ha l’America dal 2014 nel Donbass mi chiedo se davvero era necessario approvare l’annessione alla Nato della Finlandia e quindi creare l’opportunità di installare nuove basi militari Nato al confine con la Russia senza rischiare che la Russia stessa percepisca in questo atto una grande ed enorme minaccia per se stessa esattamente come l’America percepì l’installazione di missili a Cuba nel 1962 e quindi chiederci come reagirà la Russia stessa a questa nuova adesione e all’allargamento dell’influenza americana.

L’altra domanda che mi pongo è: perché l’alleanza intergovernativa militare (North Atlantic Treaty Organization) di cui anche noi facciamo parte non si è sciolta allo scioglimento dell’Unione Sovietica? C’è chi continua a rassicurare sul fatto che non c’è un’escalation del conflitto, a me sembra che al contrario l’escalation non si possa più fermare e nessuno sia in grado di prevedere cosa potrà succedere; al momento gli unici scenari ipotizzabili sono solo catastrofici e se anche per miracolo domani la guerra in Ucraina si fermasse le conseguenze le pagheremo per anni.

Dimenticavo, tra i tanti scopi della Nato c’è anche la promozione della pace e della stabilità internazionale, magari se qualcuno vuole ricordarlo a Biden…

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