I parigini hanno scelto di vietare i noleggi di monopattini e scooter elettrici in città: l’89% dei votanti si è espresso in questo senso in un referendum tenutosi domenica 2 aprile, mentre solo l’11% ha votato per mantenerli. Tuttavia, solo il 7% degli 1,3 milioni di elettori aventi diritto ha partecipato alla consultazione. A fare campagna per il divieto è stata la sindaca della capitale francese, Anne Hidalgo, che prendendo atto del risultato ha annunciato la rimozione dalle strade di Parigi: “I parigini si sono espressi a stragrande maggioranza contro gli e-scooter, saranno aboliti dal 1° settembre“.

Se l’impegno verrà rispettato, la Ville Lumière diventerà la prima città europea a vietare completamente i monopattini a noleggio, mentre continueranno a essere ammessi quelli di proprietà privata. Il motivo per cui la sindaca si è opposta al libero noleggio è stato l’aumento esponenziale, negli ultimi anni, degli incidenti che hanno visto coinvolti questi mezzi. Al contrario, il governo della premier Elisabeth Borne ha tentato di opporsi al divieto tout court, proponendo una regolamentazione della “piccola mobilità” urbana: mei giorni scorsi, il ministro dei Trasporti Clément Beaune ha presentato un piano nazionale che ambisce a una “pacificazione dello spazio pubblico” con regole più rigide. “Se ben organizzati ben regolati, i monopattini elettrici possono essere una chance”, ha affermato.

Le tre società di sharing Lime, Dott e Tier Mobilityprendono atto” del voto e confermano che il loro contratto “non verrà rinnovato dal primo settembre“. “Prendiamo atto di questa consultazione inedita, la cui partecipazione sarebbe potuta essere più ampia e rappresentativa se le modalità della votazione fossero state differenti”, scrivono in una nota. La bassa partecipazione, argomentano, “conduce a scavare un fossato tra favorevoli e contrari, di una portata raramente osservata in un voto in Francia, che riflette condizioni asimmetriche”. “Il risultato di questa votazione avrà un impatto diretto sugli spostamenti di 400mila persone al mese”, sottolineano gli operatori: “A partire da ora, la nostra priorità in quanto datori di lavoro responsabili è garantire l’avvenire dei nostri dipendenti“, scrivono.

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