L’economia circolare è una di quelle cose semplici a dirsi, ma non a farsi. Riutilizzare al 100% tutto quello che usiamo è una buona idea, ma come fare in pratica? Pensate, per esempio, a tutti i pezzetti di plastica che buttiamo via; come potremmo recuperarli tutti? E’ la stessa cosa per di metalli, vetro e cose del genere. Se ne perde sempre una parte che non va a finire nei canali del riciclo.

C’è chi dice che un’economia completamente circolare è impossibile, alle volte tirando fuori il concetto di entropia. Ma non è così. L’entropia aumenta sempre solo nei sistemi chiusi, e il nostro pianeta non lo è. Infatti, abbiamo un esempio di un sistema perfettamente circolare proprio intorno a noi: l’intera biosfera terrestre che esiste da quasi quattro miliardi di anni. Piante e animali si contentano di poco e riciclano tutto quello che possono. Se non facessero così, la biosfera non esisterebbe più da un pezzo.

Noi umani non siamo così bravi, anche se abbiamo fatto cose buone nel campo del riciclo dei rifiuti. Possiamo migliorare? Certamente. C’è un campo, in particolare, dove possiamo veramente chiudere il cerchio senza sforzi sovrumani: quello dei rifiuti organici. A prima vista, non sembrerebbe così facile. I rifiuti organici domestici, si sa, puzzano e nessuno li vuole nelle vicinanze. Ma, fino a un secolo fa più o meno, non c’era la raccolta municipale dei rifiuti. Era quasi tutta roba organica che veniva semplicemente sparpagliata in giardino o nell’orto. Poi ci pensava Mamma Gaia a farla scomparire trasformandola in compost.

Oggi, tutto è cambiato. Gli spazi verdi in città sono sempre meno e quel poco che rimane di non edificato viene pavimentato per farci parcheggi. E allora dobbiamo gestire i rifiuti organici mettendoli negli appositi contenitori, oppure conferirli separatamente con il sistema del “porta a porta.” In entrambi i casi, rimangono parcheggiati in casa o nel contenitore per un certo periodo, cosa che non del tutto piacevole in termini di odori. Specialmente poi se uno manca il giorno giusto per la raccolta porta a porta, deve tenerseli in casa fino alla volta successiva.

E poi? I rifiuti organici possono seguire varie strade, ma il compostaggio è la più semplice e anche quella che restituisce alla biosfera quello che veniva dalla biosfera. Il problema con gli impianti di compostaggio municipali è che c’è sempre qualche incivile che butta le peggiori schifezze insieme al rifiuto organico. Plastica, gomma, metalli e altra robaccia che rovina il compost.

Se fosse possibile compostare a livello di singole famiglie, le cose andrebbero sicuramente meglio: nessuno rovinerebbe il compost fatto in casa propria appuzzando se stessi e tutto il condominio. Infatti, le aziende municipalizzate incoraggiano il compostaggio domestico fornendo gratuitamente compostiere alle famiglie e riducendo le tariffe per chi le usa. E’ una buona idea, ma ci vuole un giardino. Poi, le compostiere da giardino sono poco efficienti. Non riescono a raggiungere le temperature giuste, specialmente in inverno, per cui il compostaggio è molto lento, alle volte con qualche problema di insetti e cattivi odori. Anch’io ho la mia compostiera da giardino: la uso, ma non è che ne sia contentissimo.

Già qualche anno fa avevo cominciato a guardarmi intorno per vedere come fanno in altri paesi. Sapete che in Asia la gente vive in città molto affollate dove devono fare molta attenzione alla gestione dei rifiuti per non finire sommersi. Infatti hanno sviluppato dei sistemi per compostare i rifiuti in casa, anche senza giardino. Date un’occhiata a qualcuno dei vari siti web che importano materiale dalla Cina e troverete una bella varietà di compostiere elettriche da cucina. Tengono il rifiuto organico a 40 gradi e lo rimescolano continuamente. Condizioni ideali per il compostaggio.

Da qualche mese sto sperimentando una compostiera elettrica dell’ultima generazione e ho visto che funziona veramente bene. In poche ore fa sparire lo stesso tipo di rifiuti che invece richiede settimane per compostare in giardino. Produce un compost completamente asciutto e inodore: lo potete usare per gli orti urbani, oppure per far crescere fiori nei vasi sul balcone. Oppure, semplicemente, lo conferite nell’organico senza appuzzare nessuno. Una meraviglia.

Certo, al momento questi aggeggi sono ancora un po’ costosi: vanno dai 100 a 500 euro. Ma sono molto più semplici di cose che oggi riteniamo indispensabili in casa, come frigoriferi e lavatrici. Via via che si diffondono devono finire per costare di meno. Anche in termini di consumo di energia, la mia compostiera consuma in tutto 25W, un po’ di più quando gira l’agitatore, veramente poco. Questi consumi non sono un problema e lo saranno ancora di meno con la diffusione del fotovoltaico domestico e le comunità energetiche.

Certo parlare di queste cose da noi sembra di essere dei marziani. Eppure, in Cina e in Giappone le compostiere da cucina sono molto comuni e mi dicono che anche in Germania e altri paesi dell’Europa del nord stanno cominciando a diffondersi. Allora, perché non cominciamo ad attrezzarci anche noi in un campo dove possiamo veramente creare un’economia circolare?

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